mercoledì 25 giugno 2008

Segnalazione al Ministero di sversamenti abusivi nel sito di interesse

Al Ministero dell’ Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare
Direzione Generale per la qualità della vita

Oggetto: Procedimento per gli interventi di bonifica d’interesse nazionale relativo al sito di Pianura - Conferenza Servizi istruttoria del 5 giugno 2008

Facciamo seguito al nostro fax del 6 giugno 2008 per rimetterVi in allegato un articolo apparso sul Corriere del Mezzogiorno di Napoli dal quale si evince che nel sito di interesse nazionale, così come stabilito dal Decreto ministeriale, si starebbero sversando rifiuti di ogni genere. Infatti abbiamo effettuato di recente un sopralluogo alla discarica abusiva della cava ex Italcementi sulla collina degli Spadari.

Ci siamo inoltrati in macchina lungo un sentiero adiacente via Spadari (la strada che inizia nei pressi del bar Etoile e che conduce, lungo tutta la collina, alla contrada Romano e da li a Marano di Napoli). A proposito di via Spadari è da notare che essa è stata asfaltata solo 3 anni fa (prima era solamente sterrata) e ciò perchè la strada di collegamento tra Pianura e Marano, via provinciale Marano Pianura, era franata in alcuni punti e i lavori di risistemazione duravano ormai da anni. Renderla percorribile alle auto ha da un lato spezzato l'isolamento della contrada Romano (un borgo di case di ex coloni, risalenti agli anni 60, sorto su un nucleo di abitazioni piuì datate, disposte intorno ad una chiesa) dal quartiere di Pianura e dall'altro ha reso più agevole scaricare abusivamente ogni genere di materiale lungo tutto il percorso.

La vera e propria discarica, comunque, è quella al di sotto della suddetta arteria, non visibile dall'alto e per ciò stesso ancora più pericolosa perché nascosta dalla macchia boschiva.Si tratta di un'immensa area alla quale si accede mediante una strada sterrata, percorribile con un' auto normale fino a un certo punto e poi visitabile agevolmente a piedi. L' accesso è immediatamente al lato destro di un' insegna posta su di un cancello che preannuncia l'imminente apertura di un' officina di elettrauto. E' un'area che fino a qualche anno fa era occupata da un centro di demolizioni auto e da un deposito giudiziario delle stesse che l'aveva presa in locazione dai proprietari, la famiglia Di Francia, titolare dell'ex Di.fra.bi. Essa l'acquistò diversi anni fa dall' Italcementi che nel secondo dopoguerra la comprò a sua volta da alcuni baroni di Napoli dando una buonuscita ai coloni che la coltivavano.

L'Italcementi (azienda tuttora leader nella produzione di calcestruzzo) ne ricavò una cava per l'estrazione di pozzolana, materiale di cui questo versante del cratere di Pisani, è ricco; abbatté dei caseggiati rurali, la cosiddetta masseria Sant'Antonio, per tema che i coloni vi rimanessero ad abitare e potessero vantare altre spettanze. Attualmente ciò che si è presentato ai nostri occhi è uno scenario da film dell' orrore. Nei primi cento metri alcuni mucchi di detriti ( quanto alla natura dei rifiuti ho notato solo, si fa per dire, 3 o 4 tubi di piccola misura di amianto, poi per il resto non ci pare che siano stati scaricate sostanze tossiche e nocive) fanno bella mostra di sé, degno preludio allo spettacolo che ci si è parato poco dopo davanti. Una vera e propria bidonville, un campo nomadi con tanto di vespasiano attrezzato all'ingresso e almeno 20 baracche in cui dormiranno come minimo un centinaio di persone. All'ora in cui ci siamo recati (mezzogiorno) non c'era quasi nessuno ma di notte siamo sicuri che la cifra degli abitanti di questa macabra città fantasma è proprio quella che abbiamo riferito. Questa baraccopoli dei disperati è andata ingrandendosi dopo che circa due anni fa un secondo insediamento di rom circa fu smantellato dai proprietari di un fondo più a valle confinante direttamente con via Comunale Pisani. L' allontanamento dei nomadi è stato possibile grazie alla forza della "persuasione" dei nuovi proprietari, dei privati di Marano di Napoli, che hanno acquistato l'area di recente con le intenzioni pare di costruirvi un agriturismo. I privati sono riusciti in quello che non hanno potuto le istituzioni. Occorre infatti segnalare che 4 anni fa i cittadini della zona ci hanno portato la sindaca Rosa Russo Jervolino denunciando la gravità della situazione e sollecitando un rapido intervento risolutivo da parte del Comune.Subito dopo il campo rom abusivo ecco che la grande distesa pianeggiante, circondata da una lussureggiante e fitta vegetazione, è a più tratti ricoperta di cumuli di rifiuti di ogni genere: carcasse di televisori, monitor di personal computer, elettrodomestici vari in disuso, pezzi di mobilio. A destra del sentiero che si interrompe là dove le ruspe della industria bergamasca si fermarono e dove ricomincia la collina coltivata con splendidi vigneti, s'intravede un' enorme distesa di stracci e vestiti, resti di giocattoli e carrozzine, scatole di alluminio e bottiglie di plastica pressate. A sinistra, fino a lambire la selva che scende a valle, centinaia di pneumatici. E' da segnalare che, da fonti della popolazione locale, riferiteci proprio oggi, un uomo di etnia rom è stato arrestato in flagrante proprio la settimana scorsa mentre dava fuoco alle cataste di copertoni dopo che alcuni cittadini avevano chiesto alle forze di polizia di recarsi sul posto, allarmati dallo svilupparsi di un incendio. È evidente che i nomadi, pagati da criminali senza scrupoli che hanno trasformato lo smaltimento dei rifiuti ingombranti in un gigantesco business, hanno ridotto quest' area da loro stessi presidiata con le loro abitazioni di fortuna, in un' immane cloaca a cielo aperto, invisibile, silenziosa, aberrante.

Anche se tale situazione è già a Voi nota, in quanto esplicitata nel Piano di caratterizzazione, forse la situazione si è andata notevolmente aggravando, per cui abbiamo ritenuto opportuno darvene adeguata informazione.

In attesa di nuovi incontri, porgiamo distinti saluti.

Il Presidente
Mario Rosario Gleijeses

Pozzuoli, giugno 2008

venerdì 20 giugno 2008

Forum Regionale 12 giugno 2008


L’introduzione è di Guido Viale, il principale collaboratore dell’assessore regionale all’ambiente Walter Ganapini.
La soluzione veramente efficace all’emergenza rifiuti in Campania è la raccolta differenziata. Abbiamo a tale scopo esaminato alcuni piani comunali, 41 in totale, dei comuni di maggiori dimensioni. Se riusciamo a partire su territori grandi abbiamo una maggior resa a livello regionale. Questi 41 comuni includono una popolazione di 2 milioni e 300 mila abitanti, poco meno della metà della popolazione campana. Su 9 di questi piani abbiamo espresso valutazioni negative. I restanti 32 sono stati giudicati positivamente o suscettibili di modifiche di non rilevante entità.
Fino alla stesura finale di un piano regionale abbiamo scelto, per venire incontro alle loro specifiche richieste di non fare i nomi di questi comuni. Molto presto li faremo. Abbiamo scelto di far partire prima i comuni più grandi. Il problema più grosso di Napoli È la logistica della raccolta.
Viale loda la preparazione che le associazioni invitate al Forum sulla raccolta differenziata e la contrappone alla misconoscenza che talvolta hanno dimostrato gli enti locali nella redazione dei piani comunali Si è deciso per tale ragione di istituire un seminario di formazione per gli amministratori comunali.
Interviene poi il sindaco di Portici, Cuomo, che precisa che parlerà come segretario regionale dell’ANCI e non come sindaco. Uomo riferisce che l’ANCI è per il commissariamento dei comuni che non hanno presentato entro l’11 marzo 2008 il piano per la raccolta differenziata, ma si chiede anche con quale metodo esso avverà. Quando parliamo di raccolta differenziata Cuomo vede scomparire sempre la parola umido che è la parte più importante. Attualmente, riferisce il segretario regionale, alcuni comuni smaltiscono l’umido a 200 euro a tonnellata, quasi il doppio del rifiuto tal quale. Questo rischia di mandare in dissesto le finanze del comune. Egli si chiede poi cosa faccia il Conai per gli imballaggi. La regione deve mettere a disposizione dei comuni un sito di compostaggio che in Campania non esiste ancora. Le intenzioni dei comuni sono di uscire al più presto dall’emergenza rifiuti ma se si comincia a dire che i comuni sono gli unici colpevoli di questa situazione essi ritireranno la loro partecipazione dal forum.

Paola Nugnes, del coordinamento flegreo evidenzia il conflitto d'interessi insito nella volontà dell’Asia di partecipare sia alla gestione dell’inceneritore di Acerra che al progetto della raccolta differenziata. Credo che questo sia un nodo fondamentale. Fin quando l’Asia sarà coinvolta nella gestione dell’inceneritore non avrà alcun interesse a spingere in direzione della raccolta differenziata che riduce i rifiuti mentre l’inceneritore necessita per sua stessa natura di ingenti quantità di immondizia.

Giuseppe Borrelli di Torre del Greco afferma che nella sua città hanno già ottenuto dei buoni risultati. Si è partiti il 1 giugno e in 10 giorni si è arrivati già al 10%. Il che evidenzia che la popolazione è pronta. La raccolta porta a porta, egli evidenzia, sta andando a gonfie vele. Egli infine ribadisce che i rifiuti non devono venire da fuori, regione. Ci sono regioni che hanno individuato la Campania come pattumiera.
L’assessore all’ambiente della provincia di Caserta mette in luce i problemi che i consorzi di bacino stanno causando all’indomani dell’emanazione del decreto Berlusconi: non hanno gasolio, non hanno lavoratori, stanno facendo ostruzionismo.
Il sindacalista Tommaso Avoletta afferma che il forum ha il compito di sensibilizzare, di portare all’esterno le decisioni della regione fermo restando il confronto. Si è parlato di probleni con i consorzi. Si chiede all’associazioni di volontariato di fare la raccolta diversa, ma ci sono 30000 lavoratori che non sono messi nella condizione di poter lavorare. Egli chiede che si diano dei segnali forti. Non il comissariamento. Avoletta non vuole colpevolizzare i comuni ma pensa alle province alla regione che ne sono a capo.
Viale commenta poi l’ultima novità del governo di Berlusconi, l’idea di mobilitare 1000 volontari, angeli della spazzatura per distribuire i bidoni. Si tratta di un progetto che non risolve il problema della raccolta differenziata. Ma chi viene a prenderli? È sempre una questione di logistica.

Il Sindaco di Caivano Papaccioli afferma che ognuno deve dare il proprio contributo. Caivano ha un impianto di compostaggio attualmente occupato dalla FOS, la frazione organica stabilizzata (la frazione umida separate dal secco e resa inerta e inodore) che è l’unico impianto di compost in Campania. Il comune differnzia il 15% dei rifiuti e se si consentisse di partire con il multimateriale si potrebbe arrivare al 40%-

Un partecipante parla in rappresentanza dei CDR e afferma che lo sciopero proclamato nel Dr è stato sospeso. Nei CDR lavorano 550 persone che dal 2002 hanno consentito sulla loro pelle che l’emergenza non arrivasse a livelli di crollo. Togliere i cdr significa bruciare i rifiuti tal quale. I cdr in questi anni hanno lavorato per il doppio della loro capacità con problemi per la manutenzione

Un cittadino di San Giorgio a Cremano dice per quanto riguarda il suo territorio esso ha espresso la più ampia disponibilità. È però da constatare che dopo 4 mesi non si ha ancora accesso ai documenti. Mancano I contenitori nei condomini anche se richiesti e c’è anche stato un aumento della Tarsu. In tutto questo manca sempre la parola bonifica. E non si parla mai di trattamento meccanico biologico.

Il sindaco di Portici sottolinea che si è concordato con l’assessore all’ambiente Di Fiore di fare un sito di compostaggio ad Ercolano.

Angelo Di Crispo di Terzigno manifesta la sua contrarietà alla previsione nel decreto Berlusconi di collocare due discariche nel parco nazionale del Vesuvio dove dal dopoguerra in poi sono state ospitate per un lunghissimo periodo altri sversatoi. Si è in una zona sismica. Con quail criteri, egli conclude, sono state adottate queste scelte?

Alcuni evidenziano nuovamente che la raccolta differenziata contrasta con gli interessi delle imprese che gestiscono gli inceneritori e propongono di costituire varie cooperative che si interesseranno di conferire I materiali raccolti alle imprese che si occupano del loro recupero.
Viale risponde che questa questione sarà affrontata nel prossimo incontro. Allo stato attuale delle cose non esiste la possibilità di conferire i rifiuti differenziati alle imprese che si occupani del riciclaggio in quanto I rifiuti sono di proprietà dei comuni così come previsto dalla legge che ha istituito la cosiddetta “ privativa”.

Massimo Di Dato della Rete Campana Salute Ambiente asserisce che la questione dei siti di compostaggio deve essere approfondita. Dei 10 siti di compostaggio previsti, quanti ne verranno realizzati? Eì stata bandita una gara di appalto?
La questione del decreto è importante, Il forum dovrebbe, a suo avviso, presentare una richiesta di incostituzionalita’, conclude Di Dato.

Viale risponde che sono pervenuti oltre ai piani anche richieste di impianti di compostaggio. Egli non crede che la risposta sugli impianti si possa avere a breve tenendo conto che occorrono 6 mesi per realizzarli.

L’assessore all’ambiente Di Fiore evidenzia che occorre segnalare qualche inversione di tendenza. Fino a sei mesi fa non esistevano interlocutori. Il problema è l’ informazione, I cittadini non vanno solo sensibilizzati ma informati. Per S.Giorgio a Cremano non sa se si faccia la raccolta differenziata. È stato predisposto un sistema informativo dove vanno inseriti i dati dei materiali portati a recupero (SIR). Qualunque finanziamento sarebbe passato dal SIR Tutti i bidoni che si dovevano consegnare sono stati consegnati. Per quanto riguarda il decreto governativo l’assessore riferisce che ci si trova di fronte alla sovversione della legalità e a un problema di costituzionalità. Ultima questione: gli impianti di compostaggio. Il comune di Ercolano non ha formalizzato la richiesta di ospitarne uno, non ha indicato il luogo. Ci sono 18 comuni che hanno manifestato una richiesta che include un sito specifico. I loro nomi sono pubblicati sul sito della regione.

Doriana Sarli del Coordinamento Flegreo pensa che sia assurdo fare la raccolta porta a porta a macchia di leopardo, non ha un senso logico. La regione dovrebbe dire io non finanzio se non sottostai a delle regole ma il controllo deve essere soprattutto preventivo e non successivo.
È giusto, continuna Sarli, come ha affermato il sindaco di Caivano che siano ridisciplinati i reati ambientali che attualmente prevedono solo sanzioni pecuniarie e non pene detentive.
Gli impianti Cdr potrebbero essere trasfomati in impianti di trattamento meccanico biologico.
Il suo coordinamento ha promosso una marcia che si terrà sabato 21 giugno e che partirà da Acerra per arrivare a Napoli.
Il sindaco di Molinara fornisce dei cenni sull’ impianto di Molinara in provincia di Benevento. È stato concepito per una popolazione di 30 mila. È attivo dal settembre 2006, potrà essere utile non per trattare l’umido della regione ma per dimostrare che anche in Campania si può realizzare un sito come nei paesi civili.
Ornella Capezzuto del WWF Campania sottolinea la necessità che ci si mantenga nell’ambito della concretezza Dare al forum la possibilita’ di confrontarsi con ciò che fa il governo. Capire come il piano che Ganapini ci presenterà avrà sbocco. Il forum deve proporre azioni ma principalmente deve avere una funzione di controllo.
Il forum dovrebbe proporre ordinanze: istituire le isole ecologiche, sospendere il consumo dei materiali usa e getta e la vendita delle bottiglie in PET. Fortini, presidente Asia, ha proposto la sospensione per 1 anno della vendita delle bottiglie di plastica. Occorre fermare la produzione delle ecoballe, su cui è centrata la questione degli inceneritori. Infine, a suo avviso, il Forum dovrebbe avere un cronogramma.

Gli interventi si sono distinti per la completezza e ricchezza degli argomenti discussi molti dei quail saranno approfonditi nel prossimo appruntamento che si terrà ancora una volta in via Santa Lucia, nella sede della giunta regionale, tra 15 giorni.

[Crescenzo Mele]

lunedì 16 giugno 2008

Commento del Prof. Franco Ortolani a Doriana Sarli del Coordinamento civico flegreo sull'apertura del sito di Chiaiano


Cara Doriana

nella relazione da me elaborata il 28 aprile nella quale commento il progetto definitivo elaborato dal Commissario di Governo De Gennaro, il commento mi è stato sollecitato per via telefonica dal sindaco di Napoli, ho evidenziato errori imperdonabili e ben documentati.

Con questo progetto il Commissario di Governo ha convinto il Sindaco e la giunta comunale e il presidente della Regione Bassolino circa la fattibilità della discarica nella cava di Chiaiano.

Gli errori continuano come emerso nell'incontro avuto martedi scorso presso ilCommissariato di Governo.

Nella mia relazione del 28 aprile 2008 ho già evidenziato l'inadeguatezza del Progetto Definitivo del Commissario di Governo che non prende nemmeno in considerazione il pericolo di crollo di prismi di tufo dalle pareti della cava.

Gli approfondimenti eseguiti autonomamente hanno consentito di avvalorare questo pericolo in quanto nel 1999 si è verificato un grande crollo improvviso di circa 6000 metri cubi di tufo da una parete di una cava vicina a quella del Poligono avente caratteristiche del tutto analoghe, come si evince dalle foto allegate.

I tecnici consulenti del Commissario di Governo continuano a non capire il rischio reale, come è stato loro spiegato.

Al fine di fare chiarezza e basandoci sulla massima trasparenza allego due figure che illustrano l'attuale assetto strutturale delle pareti della cava del Poligono dove il tufo è interessato da decine di discontinuità tettoniche che predispongono al crollo l'ammasso tufaceo. La pubblicazione delle figure consentirebbe a tutti i cittadini di comprendere la reale situazione circa l'instabilità delle pareti della cava.






I dati oggettivi ed agevolmente riscontrabili evidenziano che il pericolo di crollo è molto serio e deve essere valutato come eventualmente risolverlo tecnicamente ed economicamente e in quali tempi.

Si sottolinea che questo dell'instabilità è uno dei tanti problemi (presenza di una importante falda idrica di importanza strategica, area molto urbanizzata e nei pressi della città ospedaliera, viabilità non idonea ecc.) che rendono non idoneo il sito.

La falda è stata rinvenuta alla profondità prevista nella mia relazione e nel sottosuolo vi sono tutte rocce permeabili che lasciano transitare l'acqua rapidamente verso la falda.

La prova di questa notevole permeabilità è stata fornita dalle piogge del 6 e 7 giugno durante le quali sulla cava sono caduti circa 100 mm di acqua, rispetto agli 800 mm circa che precipitano in un anno intero. La base della cava ha assorbito tutta l'acqua che vi si è accumulata; in poche ore l'acqua ha raggiunto la falda che si trova a circa 150 m di profondità.

Si deve sempre fare ricordare che compito e dovere degli uomini è anche quello di lasciare un ambiente fruibile per le generazioni future; la tutela e difesa delle risorse naturali e ambientali di importanza strategica deve essere perseguita con scienza, tecnica, buon senso e rispetto di tutte le leggi fatte dall’uomo e soprattutto delle leggi della natura.

Tutti gli interventi eseguiti dall’uomo devono rispettare, inderogabilmente, la Costituzione della repubblica italiana, ed in particolare l'Art. 32. 'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti'.

Tutti gli interventi eseguiti nella Regione Campania devono rispettare lo Statuto della Regione Campania che deve garantire la tutela dell’ambiente, la tutela del territorio e la valorizzazione della sua vocazione, la tutela delle risorse naturali e la valorizzazione del patrimonio rurale nel rispetto della Costituzione, dei principi comunitari e dell’ordinamento internazionale, l’affermazione del principio della difesa e del rispetto della vita delle piante? Si deve sempre tenere presente che tutti gli interventi riguardanti lo smaltimento dei rifiuti, ai sensi del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, "Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 38 del 15 febbraio 1997 - Supplemento Ordinario n. 33 art. 5 (Smaltimento dei rifiuti) ‘Lo smaltimento dei rifiuti deve essere effettuato in condizioni di sicurezza e costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti’.

Il fatto che una legge preveda che vi possano esser solo due metri di terreno tra il fondo della discarica e la sottostante falda non vuol dire che i punti sopra elencati possano essere disattesi. Non possono essere disattesi nemmeno in situazioni di finta emergenza come lo scandalo rifiuti.

Se non si dimostra scientificamente che una discarica non può danneggiare l’ambiente e le risorse idriche strategiche, la discarica non può essere realizzata. Se vi è un solo dubbio che la discarica possa essere realizzata con la massima e verificabile sicurezza, la discarica non si può fare.

Circa la discarica di Chiaiano si può affermare, alla luce delle discussioni fatte nell'ultima riunione presso la sede del Commissariato, che i tecnici del Commissario non sono in grado di fornire serie assicurazioni e credibili garanzie che la discarica possa essere realizzata con la massima sicurezza ambientale.

Chi continua ad affermare che la lava incontrata nel sottosuolo rappresenta un livello impermeabile mente spudoratamente sapendo di mentire.

Non Le sfugge che l'emanazione del DL equivale ad una azione di un chirurgo che in sala operatoria si mette a fare interventi chirurgici senza avere eseguito prima le necessarie analisi sui pazienti.

Cordiali saluti
Franco Ortolani

Elenco dei materiali sversati nella discarica DI.FRA.BI. di Contrada Pisani , come risultano dai dati ufficiali della Provincia di Napoli

allegati:

01_elenco materiali
02_elenco materiali
03_elenco materiali
04_elenco materiali

Istanza al Sindaco Giacobbe per il Piano di emergenza rifiuti


leggi l'istanza

domenica 15 giugno 2008

Purtroppo avevamo ragione...


Il Corriere del Mezzogiorno di oggi anticipa qualche risultato delle perizie fatte dal consulente del PM relativamente ai tumori legati alla discarica deiPisani.

Purtroppo avevamo ragione, anche se c'è chi ancora innesca smentite econtraddizioni: leggete gli allegati.

13.06.2008 Corriere del Mezzogiorno/Napoli
Uno sversatoio abusivo dentro la disacrica chiusa


13.06.2008 Corriere del Mezzogiorno/Napoli
Tumori a Pianura conferme dal consulente del PM


13.06.2008 Cronache di Napoli
'Ma gli esperti chiariscono: la sapzzatura non uccide'


[Crescenzo Mele]

domenica 8 giugno 2008

Forse siamo sulla strada giusta. Tu che ne dici? Quinta puntata


Resoconto della riunione tenutasi il 5.06.2008 presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare circa gli interventi di bonifica d’interesse nazionale relativi al sito di Pianura

Ha iniziato la discussione la Dott.ssa Vito, direttore tecnico dell'ARPAC, la quale ha esposto, per sommi capi, il Piano di caratterizzazione dei siti interessati che sono:

- area denominata "Caselle Pisani";
- area denominata "ex DI.FRA.BI";
- area denominata "Discarica comunale";
- area della discarica "ex CITET";
- area denominata "Località Spadari".

In linea di massima si faranno prima una serie di indagini indirette (stratigrafia termica, misure magnetometriche e tomografia elettrica) su aree anche adiacenti ai siti interessati che consentiranno di verificare l'esistenza o meno di altre zone a rischio e di stabilire l'eventuale necessità di ulteriori indagini dirette, modificative o integrative di quelle stabilite nel Piano di caratterizzazione illustrato.

Senza entrare nel dettaglio del Piano di caratterizzazione - da considerarsi a detta degli interlocutori - una maglia non rigida, ma potenzialmente ampliabile in caso di nuove situazioni, allo stato, non prevedibili.
Per la Discarica DI.FRA.BI, posta sotto sequestro dalla Procura, oltre alle indagini riportate nel Piano, sono stati stanziati ulteriori fondi per consentire maggiori indagini che i Consulenti tecnici nominati dalla Procura dovessero stabilire.

Il Direttore del Ministero, esauditi i preliminari inerenti il piano, ha precisato che:

- entro la fine dell'anno saranno completati tutte le indagini sui siti interessati;
- man mano che si avranno i dati si faranno degli incontri con i convenuti per l'esposizione delle indagini e per i provvedimenti consequenziali;
- che l'impegno finanziario per tutte le indagini ammonta a circa 3 milioni di euro.

Successivamente si dovrà fare una gara di appalto europea per stabilire la ditta che dovrà effettuare i lavori di bonifica e l'impegno economico relativo, al termine dei quali si dovrà provvedere, di concerto con il Ministero i Comuni interessati (Napoli e Pozzuoli) e con l'Ente Parco dei Campi Flegrei alla riqualificazione dell'intera Area.

Sulle osservazioni all'iter con cui si è proceduto alla Conferenza di Servizi del 5.06.2008, dalla convocazione fino alla conclusione dell'incontro, vi rimando al testo inviato al Ministero, redatto di concerto con l'Ente Parco.

Una considerazione finale: bisogna continuare a seguire e a partecipare con impegno e costanza alle evoluzioni della questione, perché questo è il momento in cui bisogna assicurarsi che tutti gli interventi siano fatti con dovizia tecnica e garanzia di sicurezza per non vanificare tutti gli sforzi che si stanno facendo per chiudere definitivamente questa annosa vicenda.

Chi ha qualche proposta concreta o qualche suggerimento si faccia avanti.
Penso che ne valga la pena per noi e per le generazioni future.

allegati:

[Mario Rosario Gleijeses]

Osservazioni al piano di caratterizzazione ed alle procedure con le quali è stato illustrato


Prima di pubblicare sul blog il resoconto della riunione tenutasi presso il Ministero dell'Ambiente, ho dovuto predisporre, di concerto con l'Ente Parco dei Campi Flegrei, la nota allegata che sintetizza le osservazioni al piano di caratterizzazione ed alle procedure con le quali tale piano è stato illustrato.

Inoltre ho sottolineato le rimostranze, nostre e dell'Ente Parco, in modo energico per non aver convocato il Prof. Franco Ortolani che, come è noto, fa parte della nostra Associazione, in qualità di esperto, e del Comitato Tecnico Scientifico dell'Ente.

Sul punto il Direttore Mascazzini, nel comunicarci che si è trattato di mera dimenticanza (!!!!) ci ha assicurato che in futuro saranno convocati sia il Prof. Franco Ortolani che il Prof. De Vivo.

Tanto premesso vi aggiornerò, attraverso il blog, sull'esito della riunione, allegando anche:
decreto 11.04.2008: "Nuova perimetrazione del sito di bonifica di interesse nazionale in località Pianura";
documento che riporta alcuni dati sugli scarichi di materiale inquinante sversato nella discarica DI.FRA.BI, previa autorizzazzione della Regione Campania.

[Mario Rosario Gleijeses]

Mafia gialla


Traffico di rifiuti. Sigarette contraffatte. Prostituzione. Riciclaggio. Sono i business criminali dei clan cinesi. Che usano l'Italia come avamposto delle loro attività illecite nei mercati europei. E si muovono con la ferocia e la spregiudicatezza di mafia e camorra.

Un carico di cd e dvd pirata distrutto in Cina; in Italia è noto l'accordo fra triadi e camorra per dividersi i profitti della contraffazione. I più cattivi e i boss senza scrupoli vengono tutti da Wenzhou. Una città da un milione di anime affacciata sul mar Giallo, dedita da sempre al commercio aggressivo e ai traffici più o meno leciti. I buoni, o meglio gli schiavi, arrivano da Wuyun e Xianju. Paesoni vicini dell'entroterra, zone di campagna da cui le Triadi e altre organizzazioni criminali arruolano manodopera da spedire in Occidente.

Una specie di supermarket umano da cui prelevare contadini che, sperando in una vita decente a Milano, Firenze e Roma, si tramutano alla fine del viaggio negli operai al nero delle migliaia di fabbrichette illegali disseminate nelle nostre periferie. Senza contare gli irregolari: la comunità cinese in Italia sfiora ormai quota 150 mila. E la maggioranza viene proprio da Wenzhou, prefettura dello Zehjiang. Dal 2000 gli ingressi sono quasi raddoppiati: non è un caso che gli investigatori abbiano iniziato a interessarsi, investendo uomini e mezzi, delle complicate dinamiche di una comunità ad alto rischio di infiltrazioni malavitose.

Cosche con enormi interessi nel settore economico e finanziario del nostro Paese, considerato uno degli avamposti perfetti per la conquista dei ricchi mercati occidentali: per loro l'Italia è la nazione della corruzione, con sistema giudiziario che commina punizioni non proporzionate alle colpe commesse. "Testa di tigre e coda di serpente", ironizzano. I clan asiatici sono talmente potenti da essere diventati la quinta mafia, come si legge nei dossier inediti della Dia e dello Scico, il reparto specializzato contro il crimine organizzato della Guardia di finanza. Un dragone (questo il simbolo delle Triadi) che sta allargando il campo d'azione e allungando gli artigli su business un tempo esclusivo appannaggio di Cosa nostra e camorra: dalle estorsioni e lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina i cinesi sono passati al riciclaggio di denaro sporco e al business immobiliare, alla contraffazione di sigarette, al traffico di rifiuti tossici, alle bische fino alla prostituzione e ai reati finanziari. Per un giro d'affari che vale ormai miliardi di euro l'anno.

SIGARETTE AL MONOSSIDO
I finanzieri di Napoli l'hanno capito solo leggendo la bolla. Il comandante che ha visto i documenti ha fatto una smorfia e ha chiesto di aprire il carico. Le scarpe erano destinate a una ditta di abbigliamento di Grumo Nevano, in provincia di Napoli. Un'azienda, però, in liquidazione. Se il destinatario non fosse stato così anomalo, le 40 mila stecche di Marlboro e Marlboro light, otto milioni di sigarette in tutto, sarebbero finite sugli scaffali di tabaccai e bar di mezz'Italia.

Prodotti completamente falsi, dal filtro alla cartina, passando per il tabacco e la colla. Tutto made in China, tutto (probabilmente) assai nocivo. A prima vista le sigarette cinesi sono perfette: marchio Philip Morris, cellophane d'ordinanza, scritte in italiano, 'nuoce gravemente alla salute', bollo dei Monopoli. Peccato che di tabacco Virginia, Oriental o Burley non ce ne sia nemmeno un milligrammo. L'operazione della Gdf napoletana di inizio maggio è solo l'ultima contro una truffa di dimensioni colossali, che rende ai criminali cinesi, spesso in accordo con le mafie italiane, centinaia di milioni di euro.

Ormai circa il 65 per cento delle sigarette di contrabbando (dati Olaf) sono false. Oltre la metà, secondo l'Organizzazione mondiale delle dogane, sono prodotte nel colosso asiatico. In Italia arrivano via mare: negli ultimi tre anni sono state scovate 469 tonnellate di bionde irregolari, oltre a 60 tonnellate di tabacchi contraffatti bloccati nei porti di Gioia Tauro e Taranto. Nascosti dietro carichi di copertura di ogni tipo, da sedie a camicette, in Sicilia negli ultimi sei mesi sono arrivati 20 milioni di sigarette cinesi. Lo scorso novembre polizia e Scico hanno scovato nel porto di Ancona, uno degli snodi principali dell'affare, altre 40 tonnellate, due milioni di pacchetti con "percentuali elevatissime di catrame, nicotina e monossido".

[Angela Camuso e Emiliano Fittipaldi]
fonte 'L'espresso' del 05.06.2008

sabato 7 giugno 2008

Incontro con il Sindaco Pasquale Giacobbe


Il 5 giugno 2008 siamo stati ricevuti dal Sindaco Pasquale Giacobbe, accompagnato dal solito segretario e da altre persone.

Si è sentito subito nell'aria che non c'era il clima della scorsa volta: il Sindaco ci ha comunicato che la differenziata è una cosa bellissima ma a Pozzuoli non si può fare!
Bisogna, per prima cosa, informare la GENTE, impresa impossibile visto che anche lui è del parere che i suoi concittadini sono di un altro pianeta, ma soprattutto non ci sono i mezzi sia economici sia umani. Economici, perché la differenziata, perlomeno inizialmente, costa di più, e umani perché come personale ha soltanto LSU che non vogliono incrementare i tempi lavorativi se non sono assunti stabilmente e il Comune non se lo può permettere. In più la ditta che si occupa della raccolta, la SABA, fornisce personale insufficiente.

Abbiamo, quindi, chiesto , i motivi che inducono ad accontentarsi di una ditta che non garantisce un servizio efficiente, ma non c'è stata alcuna risposta.
Abbiamo, quindi chiesto di convocare un forum composto da tecnici nostri e del Comune per definire delle linee programmatiche comuni - come avvenuto a Procida - ma anche su questa proposta ha espresso il suo diniego.
Ha, inoltre, confermato che il Piano dell' emergenza dei rifiuti in vigore è quello deliberato dal Commissario prefettizio che ha retto il Comune fino alla sua elezione.
A questo punto il Sindaco ha mostrato segni di insofferenza ed ha lasciato la riunione.

Conclusioni della serata: un piccolo gruppo è rimasto per concordare col segretario la consegna del capitolato della SABA e forse un nuovo appuntamento col Sindaco per costituire un tavolo tecnico tra amministratori e cittadini, che sembra la strada migliore per programmare interventi mirati alla risoluzione del problema.

[Mario Rosario Gleijeses]

lunedì 2 giugno 2008

Resoconto sul 'Forum dei rifiuti' tenutosi presso la Regione Campania


Mercoledi 28 maggio 2008, alle ore 15,30, si è tenuto a Napoli, nella sede della giunta della Regione Campania, il forum promosso dall’assessore all’ambiente Walter Ganapini, rappresentato dal suo collaboratore e consulente Guido Viale. Il forum si basa su di un articolato programma che ha tra i suoi punti principali la raccolta differenziata, la riduzione degli imballaggi, il riciclaggio, le bonifiche del territorio e l’educazione ambientale. Inviati da una parte gli assessori all’ambiente di tutte le 5 province campane e dall’altra i rappresentanti delle associazioni e comitati che, espressione della società civile, si battono per la soluzione dell’emergenza rifiuti nella nostra regione.

Bene ha fatto Debora Chiaviello, del comitato Serre, a porre l’accento sull’incompatibilità tra il piano del Governo Berlusconi di costruire ben 4 inceneritori e 10 discariche da un lato e l’obbligo di aumentare fino al 50% in cinque anni la raccolta differenziata in Campania. Se si riducesse di solo il 30% la quantità di rifiuti attualmente prodotta nella nostra regione, il solo “termovalorizzatore” di Acerra sarebbe utilizzato soltanto per i 2/3. E’ chiaro che con un piano del genere, con discariche autorizzate per decreto a ricevere anche rifiuti tossici e nocivi, l’ambizioso progetto di realizzare una seria e concreta raccolta differenziata rimane confinata nel campo dei buoni propositi, nel canovaccio di un buon compitino scolastico avulso dalla tragica realtà dei fatti.

Ho avuto comunque modo di apprezzare anche le parole del sindaco di Caivano, Papaccioli che, al di là della sua mise un po' sui generis, camicia rosa shocking e farfallino a pois alquanto balzano, lunga barba ottocentesca che rimanda vagamente a certi gloriosi personaggi di Casa Savoia, ha affermato che se l’incongruenza prima rilevata era innegabile, essa per ciò stesso non poteva diventare un pretesto per non differenziare i rifiuti.

Per quanto mi riguarda non ho mancato di far sentire la voce della nostra Associazione. Mi ero iscritto a parlare, seppure tardivamente, ma non ho potuto fare a meno di contestare il fatto che si fosse deciso di far concludere l’incontro perché ormai troppo tardi alla presidente del WWF Campania, Ornella Capezzuto, che mi ha così scavalcato. Ho solo fatto notare, citando l’autore della fattoria degli animali, che tutti eravamo uguali, come ci aveva tenuto a precisare Viale, ma che evidentemente qualcuno era più uguale degli altri. Si sono decisi dunque a farmi sedere a quello che era ormai diventato lo Speaker Corner di un improbabile Hyde Park dei disperati. Ho messo subito in evidenza, come necessaria premessa, che non è vero ciò che aveva affermato poco prima Domenico Merolla, il sindacalista che intervenne dallo studio a Porta a Porta nel corso della prima puntata dedicata all’emergenza rifiuti a Pianura, e cioè che a contrada Pisani, dopo 4 mesi, non era stato fatto ancora nulla. Facendo accenno alle novità che saranno oggetto del prossimo incontro in sede di conferenza dei servizi a Roma la prossima settimana ho illustrato i successi che la nostra azione aveva conseguito.

Ho poi posto una domanda a Viale. Come mai si era nel corso del dibattito messo più volte in luce che la città di Napoli produce da sola 1700 delle 7000 tonnellate della regione, il capoluogo partenopeo sembrava essere il convitato di pietra? Nessuno degli intervenuti vi aveva fatto cenno. Come si può soltanto lontanamente auspicare che si esca da questa autentica calamità che è l’emergenza rifiuti senza il confronto con le istituzioni locali? Ho invitato infine, Viale, se mai vi fossero, a esplicitare eventuali difficoltà di dialogo tra palazzo San Giacomo e palazzo Santa Lucia. Il consulente ha risposto che in rappresentanza del comune era stato invitata la sua azienda partecipata, preposta alla raccolta dei rifiuti urbani, Asia, ma che la stessa era assente. Lo stesso ha poi affermato che nei prossimi incontri l’invito sarebbe stato sicuramente esteso ad altri esponenti del capoluogo partenopeo.
L’evento è stato infine giudicato da Viale un successo per la qualità degli interventi e l’alta partecipazione che ha visto coinvolte circa 70 persone.

Appuntamento tra circa 15 giorni per un aggiornamento e per intraprendere le prime mosse concrete partendo dal coinvolgimento dei cittadini, senza i quali ogni progetto assurge a perniciosa chimera.

[Crescenzo Mele]

Interrogazioni sul decreto rifiuti presentata da Monica Frassoni


COMUNICATO STAMPA - Bruxelles, 30 maggio 2008

Gli eurodeputati Monica Frassoni e Umberto Guidoni con il sostegno dei colleghi Marco Cappato, Giulietto Chiesa, Claudio Fava, Luisa Morgantini, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano, hanno presentato delle interrogazioni urgenti alla Commissione europea in merito al decreto del 23 maggio 2008 approvato dal governo Berlusconi per affrontare l'emergenza rifiuti.

"Abbiamo chiesto alla Commissione europea di verificare con urgenza la compatibilità del decreto rifiuti con la normativa europea, soprattutto alla luce della sterminata serie di deroghe in esso contenute.
Ci sono vari e importanti aspetti della normativa ambientale europea che vengono praticamente calpestati dal decreto, a partire dalle direttive sui rifiuti.
Il decreto di Berlusconi di fatto abolisce la differenza tra rifiuti ammissibili e non ammissibili nelle discariche, autorizzando in pratica lo smaltimento di rifiuti anche tossici nelle discariche comuni.
Inoltre si depenalizza il divieto di diluizione e mescolamento dei rifiuti praticato per raggirare la normativa. Si consente di realizzare discariche prive di barriere geologiche, si continuano a chiamare depositi quelle che in realtà sono discariche. Si pretende di poter giungere ad una valutazione d'impatto ambientale nel giro di sette giorni, rendendo impossibile una seria analisi degli impatti, delle alternative ed escludendo la possibilità per il pubblico coinvolto di presentare osservazioni prima dell'avvio dei lavori.

Assistiamo al paradossale tentativo, nel nome dell'emergenza, di legittimare le pratiche di smaltimento tipiche della camorra, come se ad illegalità si potesse rispondere solo con illegalità, mentre la via d'uscita dalla crisi campana non può non passare attraverso una forte riaffermazione del diritto e del rispetto delle leggi, nazionali ed europee. Chiediamo alla Commissione europea di intervenire affinché il ricorso di Berlusconi allo "stato d'emergenza" non crei un pericoloso precedente, inaugurando un progressivo smantellamento del diritto comunitario nel nostro Paese in materia di salute e ambiente."




Clicca qui per leggere il testo dell'interrogazione scritta sul decreto rifiuti presentata da Monica Frassoni.