venerdì 20 novembre 2009

Emergenza rifiuti. Continua l’opera di controllo del territorio


Continua incessante l’opera di controllo del territorio grazie ad alcune associazioni per arginare la drammatica emergenza rifiuti che attanaglia la città e in particolar modo la nostra municipalità.

Dopo quasi due anni di solleciti, a metà ottobre il responsabile di Asia per Napoli Ovest, Guido Lauria ha predisposto, di concerto con l’assessore all’igiene della IX municipalità, Giorgio Lanzaro, la rimozione totale dei rifiuti e delle sterpaglie che si erano nel frattempo accumulate su entrambi i cigli di via Montagna Spaccata nel tratto di Contrada Pisani.

È stato necessario predisporre un adeguato servizio di regolamentazione del traffico e l’opera ha richiesto quasi una settimana di lavoro da parte degli operatori dell’Asia. Con l’ausilio di ruspe e camion si è finalmente liberata la strada divenuta oramai una vera e propria pattumiera. Un enorme ammasso di rifiuti che ogni volta che si verificavano alluvioni, frequenti a ogni pioggia vista la totale mancanza di fognature, il fiume in piena trascinava a valle. Uno spettacolo penoso a cui almeno per un po’ si è posta la parola fine.

Un altro intervento che ha del miracoloso è la totale bonifica di via Spadari, iniziata tra mille difficoltà l’anno scorso e poi subito interrotta perché non era stato predisposto il servizio d’interruzione del traffico per opera della polizia municipale. Finalmente lo scorso luglio la tanto sollecitata collaborazione tra Asia, l’assessore municipale Lanzaro e le forze dell’ordine e che alcuni attivisti della zona tanto auspicavano, si è realizzata e ha prodotto gli effetti sperati, segno che quando si vuole, con tenacia e determinazione, prima o poi i risultati si raggiungono.

Sono state asportate carcasse d’auto, di scooter, rifiuti tal quale, elettrodomestici di varia foggia e del pericolosissimo amianto abbandonato da criminali che non si riesce, nonostante le numerose segnalazioni dei cittadini della zona, ad assicurare alla giustizia. Si ha chiara l’impressione che le forze dell’ordine, dopo l’attivismo della prima ora a seguito della promulgazione del decreto legge che punisce con l’arresto l’abbandono dei rifiuti ingombranti e pericolosi, si siano decisamente adagiate su posizioni di rendita che in una città come la nostra non ci si può assolutamente permettere il lusso di adottare. Chi scrive ha personalmente fermato una pattuglia dei carabinieri sottoponendo loro il grave problema della mancanza dei controlli in alcuni punti a rischio, a loro ben noti perché Lauria, da noi interpellato sulla questione, assicura di aver trasmesso alle forze dell’ordine un accurato elenco delle discariche abusive. Via Comunale Pisani nei pressi della tendostruttura adibita a chiesa e accanto alla fermata dell’autobus del civico 173, via Spadari, Via Montagna Spaccata nei pressi della vecchia discarica comunale di Contrada Pisani, accanto alla pizzeria Carpe Diem, in prossimità della rotonda di fronte al polo artigianale, e poi via vicinale Pignatiello di fronte alla rotonda San Giustino tanto per citare le sole zone a rischio di Pianura. Qui mai una volante dei carabinieri. Perché? Gli agenti dell’Arma si difendono facendo presente di essere in numero assai esiguo e di non riuscire a fronteggiare tutte le emergenze, di essere costretti a turni massacranti di anche dodici ore consecutive. Ci si chiede allora quando il presidio della benemerita sarà mai potenziato dato che il quartiere non è certo quello di trenta anni avendo visto aumentare in via esponenziale il numero dei propri abitanti.

Certo Asia sta dimostrando si veda anche la ripresa dopo circa due anni del servizio di spazzamento di via Montagna Spaccata una maggiore sensibilità al bisogno di vivere in un ambiente pulito e salubre. Chi resta scandalosamente inattiva è la cellula degli operatori comunali addetti ai parchi e ai giardini che lasciano le aiuole lungo tutta via Montagna Spaccata in uno stato pietoso nonostante il nostro giornale si sia recato sul posto cercando di risolvere la questione. Essi adducono difficoltà di carattere logistico e organizzativo che sembrano essere più il solito alibi per dipendenti pubblici che definire pigri è poco. Tornando invece all’attivismo di Asia, che sia lo spaventoso aumento della Tarsu a risvegliare le coscienze dei suoi responsabili? La tassa per lo smaltimento di rifiuti è, infatti, aumentata quest’anno del 60%. Chi scrive pagava 160 euro e si è visto stavolta recapitare una richiesta di pagamento di ben 240 euro. L’assessore al bilancio Realfonzo addossa la colpa al governo in carica che ha deciso di non trasferire più ai comuni i fondi necessari, pari a circa il 60% del totale, a coprire l’intero costo dello smaltimento dei rifiuti. Se l’attuale governo ha senza dubbio la responsabilità di tale aumento, addossando sugli enti locali, amministrati in massima parte dal centro sinistra, l’ingrato compito di aumentare la tassa, occorre per amore di verità sottolineare che l’interruzione dei trasferimenti dei fondi fu già decisa tre anni fa dal governo Prodi e che la sua entrata in vigore era stata poi, per ovvie ragioni di opportunità visto il perdurare dell’emergenza rifiuti, soltanto rinviata. Questo spaventoso aumento è ingiustificato alla luce della scarsa qualità del servizio erogato e dall’assoluta incapacità di Asia nel raggiungere i livelli che la legge prescrive per la raccolta differenziata. Si ricorda che si è fermi al 18% e che se non raggiunge il 25% tra due mesi, il comune sarà commissariato. In una situazione simile è difficile non percepire come un balzello volto a coprire sprechi e disfunzioni.

Si nutre infine un diffuso scetticismo circa la reale volontà e capacità dell’amministrazione comunale, così come annunciato in pompa magna dall’esecutivo di palazzo San Giacomo, di ridurre con l’ausilio di una speciale task force la percentuale di evasione della tassa che rimane altissima. I cittadini disonesti sono purtroppo tanti e come di solito accade in questo paese a rimetterci sono i soliti noti che pagano per tutti.

[Crescenzo Mele]
da 'La Municipalità' del 11.2009

lunedì 18 maggio 2009

Speciali di Notecologiche su F2 Radio Lab


Mercoledì 20 maggio, dalle 16,00 alle 17,00, ai microfoni del programma 'Notecologiche' su Radio LabF2, la radio dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, sarà ospite Raffaele del Giudice, direttore di Legambiente.

La puntata sarà dedicata all'ultimo degli
scandali legati alla gestione dei rifiuti in Campania, in seguito ad una denuncia di Del Giudice (noto anche per essere il volto del documentario di denuncia del disastro ambientale campano 'Biutiful cauntri') in merito alla scandalosa condotta nei confronti dei cittadini campani.

lunedì 11 maggio 2009

50 anni di Contrada Pisani


Giovedì 7 maggio si è tenuta al Polifunzionale di Soccavo, che di recente è divenuta, seppure tra mille difficoltà, la nuova sede del consiglio della IX municipalità, una seduta monotematica sul sito di interesse nazionale denominato “Pianura”, istituito con decreto dal governo Prodi a marzo dell’anno scorso.

Doveva essere presente oltre che il presidente della municipalità Tirelli, il vicepresidente Falcone, l’assessore all’ambiente della municipalità Lanzaro, anche e in rappresentanza di palazzo San Giacomo l’assessore all’ambiente Gennaro Nasti. Purtroppo l’assessore è stato trattenuto in giunta da impegni improcrastinabili.

L’assessore era stato intervistato a Marzo dal Tg 3 e alle telecamere della trasmissione Buongiorno regione, intervistato dalla sapiente Francesca Ghidini, aveva dichiarato che l’opera di bonifica della ex discarica di contrada Pisani era a un punto di stallo per mancanza di fondi pubblici. Ci si chiede allora che fine abbiano fatto i venti milioni di euro che, sull’onda emozionale dell’emergenza rifiuti un anno fa, l’allora ministro all’ambiente Pecoraro Scanio aveva stanziato per l’area quando ancora era in pista l’ipotesi della discarica a Pianura. Il consiglio tenutosi questa settimana pare sia arrivato alla conclusione che quella è stata una trovata per calmare gli animi e disinnescare la micidiale bomba che era stata accesa dalla sciagurata idea di riaprire la discarica dopo 12 anni di promesse di riqualificazione mai mantenute e che alle dichiarazioni di intenti è necessario appurare se corrisponde una reale volontà di cambiare il corso della storia dell’area che com’è noto è fatta di inganni e di svendita al miglior offerente delle disgrazie degli abitanti locali. La contrada è stata infatti nel corso degli anni per i politici di opposta fazione merce di scambio per il proprio tornaconto elettorale, poker d’assi da buttare al momento opportuno sul tavolo delle trattative con prefetti, commissari straordinari all’emergenza rifiuti, sindaci, questori, parlamentari e segretari di partito. Molti retroscena sono stati svelati dalle indagini che si sono concluse con i processi in corso, in primis quello con il rito ordinario che vede come principale imputato il consigliere comunale di An (poi sospeso dal partito) Marco Nonno ma altri devono ancora essere svelati e sono tuttora oggetto di indagine. Alcuni, stando ai fiumi di inchiostro degli specialisti della cronaca giudiziaria contrastavano l’ipotesi di riapertura della discarica per la difesa di interessi particolaristici di una lobby di costruttori che nella zona sono tutt’ora interessati a costruire case abusive.

Resta ancora da chiarire e la magistratura dovrebbe, per amore di verità, renderlo noto quanto prima all’opinione pubblica perché altri caldeggiavano a tutti i costi riapertura del sito.
Così come si resta in attesa di conoscere i risultati delle caratterizzazioni ordinate dalla procura della repubblica. Saremo in grado sicuramente nel prossimo numero di fornire notizie più dettagliate in quanto non si hanno nuove al momento circa le perizie finite sulla scrivania del pubblico ministero Stefania Buda. La relazione che l’ormai celebre magistrato aveva promesso sulla questione per la fine di aprile deve essere infatti ancora resa nota.

Chi scrive, come molti lettori del nostro giornale, attende fiducioso che venga aperto uno squarcio di vera luce sulla torbida vicenda che ha visto nel corso degli ultimi 50 anni la periferia occidentale della città una delle mete preferite di quanti dal traffico legale e illegale di rifiuti tossici hanno tratto enormi proventi danneggiando in modo irreparabile la salute pubblica stando all’ipotesi di reato della procura sulla quale si indaga: epidemia colposa e disastro ambientale.

da 'La Municipalità' del 05.2009
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lunedì 20 aprile 2009

Campo da golf a Pianura: un’utopia?


Giardino, lei è il presidente dell’Associazione Golfisti Campani. Quando è nata e qual è il suo scopo?
L’associazione si chiama Circolo Golf Napoli, ha sede in via Stazio, 15 a Napoli. È nata nel 1983 ed io ne sono il presidente dal 2007. Conta centocinquantatre soci, prevalentemente napoletani ma anche delle altre province campane. Facciamo parte della Federazione Italiana Golf. Lo scopo è rispettare e diffondere le regole di etichetta, di gioco e comportamento redatte a Saint Andrews in Scozia nel 1457 e l’amore per uno sport che è l’unico che contempla la possibilità a chiunque, esperti e neofiti di giocare insieme contemporaneamente in base ad un sistema di handicap, ossia svantaggi, prestabiliti.

Quali sono le strutture di cui potete usufruire in Campania?
Noi siamo lì dal 1993 stabilmente ospiti del Carney Park, il parco sport e divertimenti dei militari americani a Napoli, ubicato nel cratere del Campiglione nei pressi di via Campana a Pozzuoli. La struttura era gestita dalla Nato fino al 1996 e poi dalla US Navy, la marina militare americana. A questa struttura si è affiancato nel 1998 il Resort Holiday Inn di Castelvolturno di proprietà della famiglia Coppola. È in cantiere, infine, un progetto di creare un campo da golf a Mirabella Eclano in provincia di Avellino, promosso dalle cantine di Mastroberardino allo scopo di abbinare il turismo sportivo a quello enogastronomico, un’accoppiata che altrove si è rivelata vincente.

È a conoscenza del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex discarica di Contrada Pisani, chiusa nel 1996?
L’allora sindaco Bassolino ne decretò la definitiva chiusura tredici anni fa e nel 2000 quando diventò presidente della regione Campania rese noto un ampio e articolato progetto di riconversione della zona in base al quale doveva sorgere sull’area bonificata un campo da golf a diciotto buche.
Si è parlato più volte di creare un campo da golf a Napoli. È un vero peccato che quest’amministrazione non ne abbia capito i vantaggi sul piano turistico ed economico. Si pensi ad esempio alla Costa del Sol in Spagna dove negli ultimi anni sono sorti 100 campi da golf attirando migliaia di turisti provenienti soprattutto dal nord Europa. In Italia si parlava già nel 1926, basta leggere una pubblicazione dell’ente per la promozione del turismo di Rapallo, in Liguria, di sfruttare il golf come attrattore di un turismo ad alta redditività. Il golfista non viene solo a giocare ma anche a scoprire le bellezze del posto. Io per esempio mi sono recato la settimana scorsa a Roma con altri amici golfisti ma abbiamo giocato a golf un giorno e il resto della vacanza lo abbiamo trascorso a visitare luoghi di interesse artistico e paesaggistico. Quando si parla di golf non si deve pensare ad uno sport d’elite per soli abbienti ma ai benefici per il territorio che lo ospita in termini di promozione di immagine e sviluppo economico.

Pensa che questo progetto di riqualificazione, che appena un anno fa, nel pieno dell’emergenza rifiuti, sembrava definitivamente tramontato a causa della sciagurata decisione del commissariato straordinario di riaprire la discarica a Pisani, possa concretamente essere realizzato?
Al momento è assai difficile azzardare delle ipotesi. È la classe politica che dovrebbe rispondere a questo quesito. Se si considera che essa è stata da sempre poco sensibile alla questione sembra difficile che il progetto possa essere realizzato nel breve o medio periodo. Noi ci speriamo vivamente. La struttura del Carney Park non ci consente allo stato delle cose di crescere ulteriormente. Possiamo sfruttare limitatamente, proprio in quanto ospiti, i servizi della struttura quali campo e spogliatoi. Questo è un campo da nove buche. Un campo di diciotto buche invece sarebbe in grado di attrarre un maggior numero di persone e consentirebbe di creare infrastrutture ricettive come alberghi e ristoranti non solo per i golfisti ma per i loro familiari. Vi sarebbe la possibilità di ospitare gare internazionali e di attrarre sponsor di chiara fama.

Recentemente il comune di Napoli si è dimostrato nuovamente interessato all’idea. Quali azioni intendete compiere per far si che si pongano le basi affinché si passi dalle dichiarazioni di intenti ai fatti?
Noi vorremmo incontrare gli esponenti del comune per capire quale aiuto concreto potremmo offrire affinché il progetto si realizzi. A Bagnoli l’idea di creare un campo da golf è stata accantonata a favore di un parco di 127 ettari, dalle proporzioni enormi, che pone dei rilevanti problemi per la sua manutenzione ma che soprattutto non crea valore aggiunto per l’economia locale. La questione comunque è che la classe dirigente dell’amministrazione comunale deve innanzitutto prendere una decisione chiara e univoca. Se si fosse in presenza di una incontrovertibile volontà di creare veramente un campo da golf a Pianura non esiteremmo a fornire il nostro apporto.

Non pensa che sia arrivato il momento di costituire una rete di relazioni con le associazioni che si battono sul territorio per la lotta al degrado e per la difesa del diritto alla salute come Area Flegrea, Progetto Pianura, Rinascita dei Pisani e Pisani Anastasis?
Se avremo la chiara sensazione di avere di fronte un interlocutore valido lo faremo senz’altro. Siamo pronti a dare il nostro contributo a patto che si individuino delle persone veramente in grado di tutelare il bene comune e che costituiscano un baluardo contro il degrado. Spesso ci si trova di fronte alla difesa di interessi particolaristici quali il consenso elettorale, la convenienza economica derivante dal costruire insediamenti abitativi nei pressi di strutture quali un campo da golf. Noi siamo e vogliamo rimanere un’associazione di sportivi che vuole coinvolgere giovani di cultura disposta ad avvicinarsi al golf per scoprire nuovi percorsi turistici e a modificare le proprie abitudini vacanziere e la propria idea del tempo libero. Ci offriamo, per raggiungere questo obiettivo, di interloquire con la federazione Italiana Golf, per il supporto logistico, i costi, i materiali da utilizzare. A Roma e a Torino sono stati realizzati dei campi comunali proprio con l’aiuto della Federazione. Perche a Napoli ciò che si è fatto altrove senza problemi, deve continuare ad essere un’utopia?

da 'La Municipalità' del 04.2009
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mercoledì 15 aprile 2009

martedì 31 marzo 2009

SIN Pianura: tato avanzamento indagini di caratterizzazione


In seguito ad un recente sopralluogo l’assessore all’Ambiente Rino Nasti rende noto che le indagini di caratterizzazione del Sito di Interesse Nazionale di Pianura, ai fini della redazione del progetto di bonifica, sono al seguente stato di avanzamento:

- le indagini geofisiche sull’area ex DIFRABI sono terminate il 2 marzo 2009, e i relativi risultati sono nella disponibilità di Sogesid;
- le attività relative alle indagini geofisiche sulla restante parte dell’area perimetrata pubblica compresa nel S.I.N. di Pianura sono in corso;
- le attività relative alle indagini geofisiche sulla restante parte dell’area perimetrata privata compresa nel S.I.N. di Pianura (indagini magnetometriche e analisi di tomografia geoelettrica) saranno iniziate nei prossimi giorni in quanto sono stati emanati tutti i decreti sindacali per consentire l’accesso dei tecnici ai siti privati (durata delle indagini prevista in trenta giorni);
- le indagini geognostiche previste nell’area ex DIFRABI (n. 5 perforazioni all’interno dell’abbancamento rifiuti e n. 4 sul perimetro esterno) inizieranno previo tavolo tecnico con ARPAC al fine di definire sia l’ubicazione dei sondaggi nella restante parte dell’area perimetrata compresa nel S.I.N. di Pianura che l’opportunità dell’uso esteso delle trincee;
- le indagini termografiche elitrasportate sull’intera area perimetrata del S.I.N. di Pianura inizieranno non appena saranno disponibili le autorizzazioni sia del Corpo Forestale dello Stato che degli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni al volo.

lunedì 16 marzo 2009

È partita venerdì 27 febbraio la bonifica di via Montagna Spaccata


Prosegue l’opera di pulizia e disinfestazione di via Montagna Spaccata, la più importante via di comunicazione del quartiere Pianura. Decisive le pressioni delle associazioni e dei cittadini della zona, in primis Area Flegrea sull’Asia, l’azienda municipalizzata cui spetta l’ingrato compito di rendere più decente la qualità della vita dei napoletani sotto il profilo dell’igiene urbana.

Nella mattinata, di buon’ora, i netturbini, diretti da Guido Lauria, il responsabile Napoli Ovest di Asia, erano chini sul ciglio della strada a rimuovere sterpaglie, fango, detriti di ogni genere, cartacce, buste e bottiglie di plastica. La strada è percorsa ogni giorno da migliaia di veicoli in transito che in assenza di ogni tipo di deterrenti gettano dal finestrino ogni tipo di rifiuto. L’inciviltà del popolo napoletano raggiunge in questo estremo lembo di periferia vette inimmaginabili. Gli africani che si raccolgono alla vicina rotonda Pallucci in cerca di qualche datore di lavoro senza scrupoli pronto a reclutarli al nero e nella totale assenza di regole di sicurezza e diritti dei lavoratori potrebbero impartire lezioni di civiltà. Sorprende il loro modo composto di attendere il negriero almeno quanto lascia stupefatti l’assoluta mancanza di dignità di chi imbratta la strada con tutto quello che capita loro a tiro.

L’assessore all’igiene urbana della municipalità, Giorgio Lanzaro, sentito sull’esistenza di un cronoprogramma, riferisce che Lauria lo ha rassicurato che la bonifica terminerà entro una ventina di giorni e sarà svolta in più giornate di lavoro poiché è possibile destinare solo tre unità per volta a causa della mancanza di personale. Chi scrive ha seguito l’andamento dei lavori e deve notare con amarezza che Asia conta su molte centinaia di dipendenti e che il numero esiguo di lavoratori sia davvero il suo ultimo problema. È evidente che essa appare assai male organizzata e gestita finanche peggio. I preposti alla bonifica non sono stati muniti di mezzi adatti allo scopo.

La bonifica ha riguardato finora un tratto di strada assai limitato e si è svolta nell’ora di punta, alle 8 del mattino causando innumerevoli disagi ai pendolari che proprio a quell’ora si recano nel centro della città. Colpisce l’assoluta sperequazione che esiste tra il servizio erogato tra i quartieri del centro e quelli periferici. A Pianura l’Asia garantisce un livello dello stesso assai scarso, non degno di un paese civile. I numerosi interventi di convincere in tal senso Lauria sono in parte caduti nel vuoto. Si sono attuati interventi tampone. Il funzionario arranca perché si trova di fronte un corpo di lavoratori recalcitrante e difficile da gestire. Non si può più tollerare che ai piedi e tutt’intorno ai cassonetti di Pianura rimangano dopo il passaggio dei camion dell’Asia rifiuti di ogni tipo e gli spazzini si materializzino improvvisamente da via Cintia nel quartiere di Fuorigrotta, cento metri oltre l’ingresso nel quartiere Pianura. La gestione di Asia è lo specchio di una città che vuole separare e non includere. Essa si fa scudo dell’inciviltà dei ‘pianuresi’, è questa l’accusa che è mossa al quartiere, quando non sembra che il dna costitutivo dei cittadini della restante parte della città sia molto diverso.

Chi scrive tutte le mattine percorre in scooter la distanza che separa la propria abitazione dal proprio ufficio attraversando i quartieri di Pianura, Fuorigrotta, Chiaia, Centro e Porto. La differenza nel giro di soli quindici kilometri è abissale e non più tollerabile. Il comune di Napoli, dal quale Asia dipende, nella persona del nuovo assessore Giacomelli deve adoperarsi affinché queste differenze si assottiglino fino a scomparire. Se a Pianura mancano totalmente le campane per la raccolta differenziata e un numero sufficiente di cassonetti diventa difficile combattere l’esecrabile abitudine di alcuni abitanti nei pressi della rotonda Caritas e della Masseria Grande di abbandonare i sacchetti di spazzatura sui marciapiedi.

Resta il problema della vandalizzazione dei cassonetti, una pratica assai diffusa specie nella postazione accanto ad una nota pizzeria sulla strada, di fronte al polo artigianale e nella curva della rotonda Caritas. Ci si chiede chi manovri simili atti e quali interessi si nascondano dietro questa scellerata prassi. Le forze di polizia e la magistratura devono indagare. A chi giova la distruzione, avvenuta la settimana scorsa, di una campana per la raccolta del vetro avvenuta proprio alla rotonda Caritas? Chi né è stato l’autore? Gli stessi operai dell’Asia per un incidente di percorso e/o per imperizia e negligenza o misteriosi sciacalli intervenuti a difesa d’interessi particolaristici? A chi spetta in tempi ragionevoli la rimozione della stessa? Perché non si rimuovono gli enormi pneumatici da rimorchio abbandonati dietro il muro vicino alla rotonda Russolillo? Possibile che il fatto che essi non siano sul ciglio della strada ma dietro un muro debba spingere Asia, nonostante le denunce dei cittadini stanchi di vivere in questa immensa lordura, alla totale inattività e noncuranza? Qual è l’ostacolo serio alla partenza della raccolta differenziata? Asia lascia intendere che esso è l’incapacità di separare i rifiuti dei napoletani ma senza una seria opera di sensibilizzazione e una capillare campagna d’informazione come si pretende che aumenti sensibilmente la qualità dei rifiuti differenziati?

A voler sentire le parole del nostro vicesindaco Santangelo, i napoletani hanno una naturale avversione verso la differenziata dimenticando che i nostri nonni con la pratica del recupero di materiali quali cartoni e vetro non avevano nulla da invidiare ai più attivi ambientalisti. Non bisogna andare indietro al Settecento, alle descrizioni di Goethe che nella sua opera, Viaggio in Italia, rimaneva affascinato dall’abilità dei fruttivendoli, dei beccai, dei pescivendoli di riciclare gli scarti delle loro vendite. Basta con la memoria andare a ritroso e fermarsi agli anni settanta, quando questo circolo virtuoso, in ossequio alle lobby delle industrie degli imballaggi, si è improvvisamente interrotto. Possibile che la nostra classe dirigente sia così ottusa? Come ha detto Grillo a Chiaiano la scorsa settimana, se esiste un rifiuto alla base c’è un errore perché la natura da sé non produce rifiuti. Il ciclo dei rifiuti deve essere completato e non può essere lasciato incompiuto facendolo finire nelle discariche, in dispregio della legislazione italiana ed europea vigente nel nome di una mai cessata emergenza che sembra architettata ad arte per soddisfare gli interessi di pochi a danno della collettività. Perché si tarda a estendere alla nona municipalità la raccolta porta a porta, il solo unico modo per educare i cittadini a una seria e responsabile raccolta dei rifiuti? Altrove essa ha consentito di raggiungere gli effetti sperati. Perché non estendere questo circolo virtuoso a questa parte della città?

[Crescenzo Mele]
da 'La Municipalità' del 03.2009
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lunedì 16 febbraio 2009

Piano di caratterizzazione del SIN di Pianura: chiarimenti al Ministero dell'Ambiente

A seguito di un sopralluogo a Pianura tenutosi la scorsa settimana tra un membro dell'Associazione, Crescenzo Mele, e l'assessore alla municipalità Pianura/Soccavo del Comune di Napoli, Giorgio Lanzaro - volto ad assicurare una corretta raccolta dei rifiuti solidi urbani nella zona occidentale della città -, il primo veniva edotto dal secondo che l' ex assessore alla protezione civile e alle fognature del Comune di Napoli, Giorgio Nugnes, pochi giorni prima del suo arresto, avvenuto il 6 ottobre 2008, alla presenza del sopracitato Assessore alla municipalità, telefonava personalmente dal suo ufficio di palazzo San Giacomo al Vicesindaco della città, Tino Santangelo per manifestargli veementemente tutta la sua contrarietà alla decisione del Comune di dirottare a Chiaiano i fondi europei stanziati per le fogne a Contrada Pisani e i fondi ministeriali per la bonifica del Sito di Interesse Nazionale "PIANURA". Tutto ciò a titolo di compensazioni per l'imminente apertura della discarica nel quartiere a nord della città.

Inoltriamo pertanto, profondamente preoccupati che ciò possa sciaguratamente corrispondere al vero, formale richiesta di chiarimenti in merito rivendicando la necessità di una risposta immediata ed esaustiva sull'argomento. Con l'occasione La preghiamo di aggiornarci sulle attività poste in essere per il piano di caratterizzazione del sito di Pianura,rispettando gli accordi presi con il Direttore Mascazzini. Ricordiamo in proposito che il Direttore Mascazzini ci assicurò che tutte le Associazioni, Comitati,etc.sarebbero stati convocati entro la fine dello scorso anno per essere aggiornati sullo stato di avanzamento dei lavori.

Per quanto mi riguarda ho la responsabilità di informare gli associati, gli altri comitati - che mi hanno delegato a rappresentarli - e i cittadini sullo stato di avanzamento dei lavori e delle gare di appalto.

Nel ringraziarLa anticipatamente della Sua disponibilità, colgo l'occasione per inviarLe distinti saluti.

Il Presidente
Mario Rosario Gleijeses

Cartolina di una Napoli 'sfrantummata'


Continua l’incessante opera di pressione sull’Asia
, la municipalizzata addetta allo smaltimento dei rifiuti della città di Napoli, affinché siano rimossi con sempre maggiore frequenza i rifiuti ingombranti nella periferia occidentale.

E’ finalmente iniziata venerdì 30 gennaio, ed è proseguita giovedì 5 febbraio, la tanto agognata bonifica di via Spadari e via Pisani. La prima è la strada che da via Montagna Spaccata, poco dopo la rotonda Pallucci, collega Pianura alla contrada Romano e al comune di Marano di Napoli. Da quando quest’arteria fu asfaltata circa tre anni fa perché divenuta l’unica via di comunicazione tra il quartiere e Marano a seguito dell’interruzione di via Marano Pianura, essa è stata in misura sempre maggiore presa di mira dai soliti furbi che non si fanno scrupoli ad abbandonare rifiuti di ogni tipo, specie ingombranti e ultimamente anche tossici e pericolosi quali l’amianto.

Alla fine del mese scorso sono stati rimossi i rifiuti più voluminosi, giovedì scorso doveva essere la volta dell’amianto e dei rifiuti combusti che poiché speciali e pericolosi dovevano essere imballati e prelevati da un’apposita ditta autorizzata che li avrebbe dovuti stoccare in discariche speciali previste all’uopo. Il condizionale è d’obbligo perché gli agenti di polizia municipale hanno preteso un’ordinanza sindacale che prevedesse il blocco del traffico lungo via Spadari, necessaria a loro dire per fermare la circolazione. Tale ordinanza non era stata però richiesta dalla municipalità e Guido Lauria, il funzionario Asia, per non sprecare i fondi necessari per la chiamata della ditta specializzata, è stata costretto a condurre gli operatori della stessa in un altro luogo della città dove pure una bonifica era stata prevista in altra data.

Nelle due vie sopra citate il problema dell’abbandono dei rifiuti è gravissimo. Se i controlli delle forze dell’ordine su via Montagna Spaccata si sono fatti via via più stringenti e un più serrato controllo del territorio ha prodotto negli ultimi mesi numerosi arresti, la famigerata pratica di abbandonare rifiuti ingombranti non conosce sosta in luoghi isolati come via Spadari e via Comunale Pisani dove il transito di carabinieri, polizia e vigili urbani è un evento tanto raro quanto improbabile. Sembra che gli eco criminali abbiano imparato la lezione e si siano spostati nelle zone interne per accumulare illeciti profitti e smaltire illegalmente rifiuti in dispregio di qualsiasi regola a tutela della salute e dell’ambiente. Via comunale Pisani è assurta agli onori della cronaca non solo e soprattutto per essere diventata a causa della totale assenza di un impianto fognario il letto di un gigantesco fiume non appena la pioggia si fa un po’ più insistente ma anche per essere stata trasformata in uno sversatoio abusivo di ogni genere di suppellettili. Mobili vetusti, stracci, tapparelle inutilizzabili, sedie rotte, assi di legno, materassi, vecchi computer e televisori, elettrodomestici in disuso e, ultimi arrivati ma ben più inquinanti e pericolosi, pneumatici in grandi quantità, disseminati un po’ ovunque, all’apparente rinfusa per non destare troppi sospetti.

A metà del mese di gennaio è comunque comparsa, come se non bastasse la già triste classifica degli orrori, un enorme ammasso di ruote che chissà quale gommista scellerato ha abbandonato accanto alla chiesa di Sant’Antonio. Neanche il patrono di Padova ha potuto impedire un simile scempio e i poveri fedeli, parafrasando De Andrè, sono costretti tra un’Ave Maria e un miserere a cedere il passo al male effimero della bruttezza. Chi scrive ha accompagnato il massimo responsabile della zona occidentale dell’Asia, Guido Lauria, per un sopralluogo al fine di analizzare in ogni dettaglio le varie zone dove si verificano le maggiori criticità. Sono da segnalare enormi problemi di carattere logistico. Entrambe le strade citate sono prive di marciapiedi e per essere bonificate richiedono la chiusura al traffico che per ovvi motivi può essere assicurata solo quando la circolazione dei veicoli è minore il che coincide di solito con la fine del turno degli operai dell’Asia che si dice impossibilitata a pagare troppe ore di straordinario. Per motivi sindacali e legati alla sicurezza degli operatori, inoltre, spesso è difficile ordinare la rimozione di materiale misto senza una preventiva opera d’identificazione della loro natura, in gergo “caratterizzazione”. Spesso le discariche speciali predisposte per raccogliere rifiuti speciali quali gli ingombranti sono sature e si rende necessaria una temporanea sospensione del servizio di raccolta degli stessi. I rifiuti spesso, infine, si trovano di là del giaciglio della strada e se abbandonati in terreni di proprietà privata o demaniale, non possono essere rimossi dal comune se non dietro l’ordine della magistratura.

Tuttavia un gruppo sempre più nutrito di cittadini non si arrende alle difficoltà di carattere logistico e burocratico e continua una finora insolita ma sempre più apprezzata opera di lobbying sui preposti al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. L’Associazione Area Flegrea, ad esempio, sta diffondendo dei volantini che illustrano i benefici, anche economici, del conferimento da parte di singoli privati dei materiali quali carta, vetro, plastica e alluminio direttamente alle piattaforme di raccolta differenziata convenzionate con il servizio Conai, il consorzio nazionale imballaggi. E’ stata assicurata ed è stata effettivamente realizzata la settimana successiva la rimozione degli ingombranti lungo tutta via Pisani. Occorre però sottolineare che essa è stata effettuata solo in parte nel punto maggiormente critico, quello a metà strada, accanto alla fermata dell’Anm, diventato, per la presenza di un piccolo slargo, la meta preferiti dei soliti incivili.

Piccoli riquadri di cartolina di una Napoli sfrantummata che non vorremmo fosse mai esistita ma che ahimè resiste all’avanzata della civiltà e ai colpi inferti da chi non si rassegna a vivere in questa Gaza di noantri che è oramai diventata la nostra città.


[Crescenzo Mele]
da 'La Municipalità' del 02.2009

martedì 10 febbraio 2009

Licenza di uccidere... le leggi con il principio delle deroghe


DISCARICHE
In nome di un’emergenza senza fine, di un mancato rispetto delle regole più elementari su come si affronta il problema rifiuti, si privilegia lo stoccaggio di milioni di tonnellate di false eco-balle in discariche a cielo aperto e si va a caccia di siti da riempire velocemente, senza adeguate garanzie per la salute dei cittadini.

Il PIANO di governo, scritto nella legge 123/2008, autorizza la realizzazione di una serie di discariche in tutte le cinque province campane, nelle quali è previsto lo sversamento di ogni tipo di rifiuto ordinario (tal quale) e speciale tossico o nocivo. Questi i siti potenziali:

- Savignano Irpino (AV), località Postarza;
- Sant'Arcangelo Trimonte (BN), località Nocecchie;
- Serre (SA), località Macchia Soprana;
- Napoli, località Chiaiano (Cava del Poligono - Cupa del cane);

- Andretta (AV), località Pero Spaccone (Formicoso);
- Terzigno (NA), località Pozzelle e località Cava Vitiello;
- Caserta, località Torrione (Cava Mastroianni);
- Santa Maria La Fossa (CE), località Ferrandelle;
- Serre (SA), località Valle della Masseria.

Questa è la situazione attuale:

Savignano Irpino (AV)
La discarica si trova in località Postarza. È stata aperta il 12 giugno 2008. Fra Avellino, Benevento e Foggia in una terra la cui unica risorsa è sempre stata l'agricoltura. Ora a Savignano Irpino, è attiva una discarica regionale che si estende su un’area di 22 ettari un tempo, non molto lontano, coltivata a grano dagli agricoltori locali. anche se già esiste un’altra megadiscarica regionale chiusa e mai bonificata, ad Ariano Irpino (AV), quella di Difesa Grande a meno di 1 km di distanza e che ospita due milioni di metri cubi di rifiuti TANTE SONO LE IRREGOLARITÀ CHE SI STANNO COMMETTENDO. Innanzi tutto si tratta di una discarica costruita sull’acqua; dovevano arrivare 50-60 camion al giorno e invece ne arrivano 100-150; il percolato, spacciato per acqua piovana, viene trasportato con autobotti al depuratore di Ariano. Ariano e Savignano sono state blindate dalle forze dell'ordine e lo saranno finché anche Pustarza traboccherà di rifiuti e veleno! Possono continuare a morire così, nelll'indifferenza più totale?

Sant'Arcangelo Trimonte (BN)
Si trova in località "Nocecchie" ed è ubicata di fronte al belvedere della piazza del paese con gli effluvi che ne appestano l’aria. La discarica è stata aperta il 25 giugno 2008 ed è stata realizzata in parte su un altopiano argilloso stabile (Lotto 1) e in gran parte lungo un versante geomorfologicamente instabile interessato da evidenti fenomeni franosi (Lotto 2), costituito prevalentemente da rocce argillose alterate in superficie fino alla profondità di vari metri. Così come previsto dai tecnici dei comitati lunedì 11 agosto 2008 si è verificato un dissesto che ha interessato una vasca in costruzione, per l’accumulo dei rifiuti. Ciò nonostante l’attività di conferimento continua. In realtà queste ,con Ferrandelle, sono le uniche discariche ufficialmente aperte.

Macchia Soprana (SA)
La discarica si trova nel Comune di Serre. È stata chiusa il 25 giugno 2008 perché sovrasatura e riaperta il 10 luglio,dopo che gli accertamenti tecnici per la verifica della stabilità hanno dato esito positivo. Lo scorso 25 agosto l’attività di conferimento è stata sospesa. Ma la zona resta sotto il tiro del commissariato di governo che intende ancora violentare quello splendido territorio, con l’apertura del sito di Masseria Grande ancora più vicina al paese.

Chiaiano (NA)
Dal 10 luglio 2008 l’Esercito ha avviato l’attività di sorveglianza della Cava del Poligono a Chiaiano, in località Cupa del Cane dove avviene l’allestimento di una delle 2 discariche della città di Napoli, l’altra è Terzigno, in pieno Parco Naturale del Vesuvio,zona quest’ultima che andrebbe restituita alla sua naturale bellezza bonificandola dalle innumerevoli discariche abusive presenti.
La scelta di Chiaiano è l’ennesima dimostrazione della mancanza di buon senso e della scarsa scientificità nei criteri di scelta di un sito.
È centralissima nell’abitato, coinvolge infatti 4-5 grandi quartieri napoletani, oltre all’intero polo ospedialiero della città; è inidonea da un punto di vista geomorfologico, e lo dimostrano le innumerevoli frane di questi giorni, più che previste dai tecnici dei comitati; inoltre proprio chi ci deve garantire trasparenza e sicurezza ha tentato di occultare per lungo tempo il rinvenimento di notevoli quantità di amianto.Anche in quest’area l’esercito viene utilizzato contro i cittadini che difendono il proprio diritto alla salute, coprendo nefandezze operate ai danni della popolazione.
Ora che la storia dell’amianto, che grazie alle innumerevoli pressioni fatte dalla cittadinanza stessa e dai tecnici che li rappresentano, non si può più nascondere, sono stati stanziati 850 mila euro per la bonifica che si vanno ad aggiungere agli oltre 50 milioni di euro stanziati per l’allestimento della discarica.

Cava Mastroianni
Non ci sono più parole. La cava Mastroianni,attigua alla tristemente famosa discarica di LO UTTARO, è tra le 10 discariche scelte dal governo per placare l’emergenza rifiuti. Lo Uttaro è stata definita una bomba chimica dal presidente della commissione parlamentare d’inchiesta e la gente di quell’area in luogo di una doverosa bonifica si vede arrivare una nuova discarica. È proprio vero che la legge non è uguale per tutti.L’articolo 32 della costituzione che sancisce il DIRITTO ALLA SALUTE non è valido per chi, sciaguratamente, abita in una zona che viene scelta come sito di discarica.
Questo soprattutto in Campania dove è possibile PER LEGGE disattendere tutte le normative europee in tema di discarica. IN EUROPA, infatti, LE DISCARICHE PER IL TAL QUALE SONO FUORI LEGGE, inoltre i siti di stoccaggio della frazione residuale dei rifiuti, ossia le discariche a norma, devono essere ad ALMENO 5 KM DALL’ABITATO, e mai e poi mai rifiuti speciali insieme a rifiuti ordinari.

INCENERITORI
Il processo d’incenerimento, in sintesi, tratta sostanze diverse allo stesso modo: bruciandole, ne diminuisce il volume aumentandone la pericolosità.
La legge 123 prevede per la Campania BEN 5 IMPIANTI DI INCENERIMENTO RIFIUTI.
In Europa e nel mondo questa metodica di trattamento dei rifiuti è in DISMISSIONE, per gli innumerevoli studi che ne dimostrano la nocività per l’ambiente e per la salute, ( vedi anche studi marzo 2008 dell’Istituto di vigilanza sanitaria francese), ma anche per l’importanza del RECUPERO DEI MATERIALI che nell’inceneritore finiscono il loro ciclo di vita, e per la non redditività del sistema produzione energia.Soprattutto in Campania dove saranno autorizzati a bruciare il tal quale, ossia la spazzatura così com’è, per mantenere livelli elevati di temperatura dell’impianto, si deve utilizzare gas metano, quindi si rende necessario utilizzare energie provenienti dall’esterno.
Ma il nostro governo ovvia anche a questo e decide che il contributo statale (CIP6 ), pagato dai cittadini sulla bolletta Enel per finanziare le energie RINNOVABILI, possa essere devoluto agli inceneritori addirittura anche per bruciare la frazione organica, bene prezioso per i nostri terreni in via di desertificazione.
Quindi le grandi multinazionali vengono in Campania a costruire con soldi pubblici, si fanno pagare per bruciare i rifiuti e usufruiscono di contributi statali per rendere produttivo il loro affare. E a noi? I FUMI E LE CENERI da smaltire nelle nostre discariche nelle quali si può, SEMPRE GRAZIE ALLA LEGGE 123, sversare qualsiasi tipo di rifiuto speciale e non.
5 impianti da 750 mila tonnellate /anno ( ognuno il triplo dell’inceneritore di Vienna) che potrebbero bruciare i rifiuti di più regioni che non facciano neanche un minimo di RD.

Acerra
Acerra rappresenta la pietra dello scandalo rifiuti in Campania.
Un imbroglio da mandare in fumo. Le irregolarità e le inefficienze che si sono perpetrate per oltre un decennio sono tutte agli atti della magistratura. I ritardi nella sua realizzazione non sono, infatti, opera dei comitati ambientalisti, ma stop della magistratura che ne segnalava le irregolarità. Dopo oltre 27 rettifiche il progetto fa ancora acqua da tutte le parti e nonostante le forzature governative e l’entrata in gioco della A2A di Brescia, non riescono a farlo entrare in funzione nemmeno per i collaudi.
Inoltre nessuno operatore di buon senso potrebbe concedere la VIA (valutazione di impatto ambientale) ad un inceneritore realizzato nel tristemente famoso TRIANGOLO DELLA MORTE, come è stata definita la zona dallo studio commissionato dalla protezione civile nell’ottobre del 2006.

UN ALTRO MODO È POSSIBILE
I cittadini campani, additati da tutto il mondo come esseri incapaci di fare la Raccolta Differenziata o di attuare qualsiasi buona pratica, continuano a subire, dopo 14 anni di strumentale emergenza, scelte scellerate sul proprio territorio operate direttamente dal governo centrale, in assenza assoluta di controllo da parte delle amministrazioni locali.
Noi che siamo nati qui, abbiamo dovuto aprire gli occhi, toglierci la benda e, prendendo coscienza della gravità del problema, siamo andati alla ricerca di soluzioni possibili nell’ambito delle tecnologie in uso in Italia e in Europa, per tutelare la nostra salute e la nostra economia basata sul turismo e su produzioni agro-alimentari.
Stiamo sottoponendo a istituzioni locali e regionali un modello per la soluzione del problema, basato sulla logica della FILIERA DEI MATERIALI E NON PIU’ SUL CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI.
Un ciclo virtuoso che rigeneri un’impiantistica già esistente sul territorio ( i 7 impianti ex CDR che possono divenire perfetti impianti di Trattamento a freddo dei rifiuti con una spesa complessiva di circa 10 milioni di euro contro i 1500 milioni di euro necessari per la costruzione degli inceneritori); con soluzioni per la frazione organica ( l’umido) che possa prevedere il compostaggio domestico, l’umido ai coltivatori diretti (Progetto Bacoli) e digestori anaerobici di piccole dimensioni e pertanto a scarso impatto ambientale. Ai 7 impianti può arrivare sia il rifiuto tal quale (con un maggiore dispendio di soldi ed energie per separali), sia un rifiuto differenziato, ossia già separato dalla frazione umida.
Ci sono anche soluzioni per la frazione indifferenziata (come l’impianto di estrusione modello Vedelago), una frazione che, con l’introduzione di buone pratiche può ridursi sempre di più.
Un ciclo che abbia come presupposto la RD porta a porta, la riduzione a monte degli imballaggi e del monouso e un percorso di CAMBIAMENTO DI ABITUDINI A VANTAGGIO DELL’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO.

[Coordinamento Civico Flegreo]

sabato 7 febbraio 2009

Consegnamo i rifiuti in piazza


Il Coordinamento Civico Flegreo invita i cittadini a consegnare i rifiuti differenziati la domenica mattina in piazza.

Nel volantino allegato troverete le date e i luoghi di questi eventi che si svolgeranno su tutto il territorio flegreo. Consegnateci i rifiuti ben differenziati separando tra loro carta, vetro, plastica, alluminio e acciaio. Riceverete un contributo economico, dei doni e tante informazioni sulla gestione dei rifiuti, sull'importanza della filiera dei materiali in alternativa al ciclo integrato dei rifiuti.

L'iniziativa ha luogo anche per promuovere il Convegno Internazionale ZERO WASTE che si terrà a Napoli tra il 18 ed il 21 febbraio. In piazza troverete anche materiale informativo sull'evento. Vi attendiamo numerosi per dimostrare davvero che un "altro modo è possibile" e che non siamo "geneticamente incapaci" di fare la raccolta differenziata.

[Doriana Sarli]

domenica 25 gennaio 2009

Manutenzione parchi e giardini a Pianura: questo illustre sconosciuto


Già la mattina del 31 dicembre mi ero recato davanti alla sede dell’ufficio del comune di Napoli che ospita gli addetti alla manutenzione dei parchi e giardini del quartiere, in via Montagna Spaccata all’angolo con via Sartania, di fronte alla caserma dei vigili del fuoco. Avevo intrattenuto una prima conversazione con tre dipendenti comunali che invece che lavorare erano tutti elegantemente vestiti e intrattenevano una non so quanto interessante conversazione con il salumiere al piano di sotto. Chi scrive li ha trovati imboscati nella salumeria che, placidi e tranquilli, svolgevano il loro lavoro tra panettoni e baccalà affumicato. Già allora avevo intuito che non sarebbe stato un viaggio di piacere ma mai avrei immaginato che una simile avventura potesse trasformarsi in un incubo.

Invitato a visitare gli uffici all’indomani delle feste natalizie mi ci sono recato il 7 gennaio per costatare di persona quali sono le cause del pessimo funzionamento del servizio al quale sono preposti questi lavoratori. Mi sono dovuto infondere un gran coraggio nel salire le scale. L’edificio è fatiscente e indecoroso e si stringe il cuore in gola per lo sconforto a vedere tanto squallore. Al primo piano una porta aperta m’introduce in un appartamento adibito a ufficio e lì trovo un dipendente che seduto su una sedia fuma e chiacchiera con un altro collega in giubbotto che risponde alle mie domande con le mani in tasca senza mai, sarà colpa della temperatura bassissima, tirarle fuori nemmeno per un momento. Il freddo nell’appartamento è polare, una stufa elettrica vecchia e malandata è attaccata alla presa della corrente. I locali sono sporchi, gelidi, con le pareti scrostate, tre docce per gli operai di cui una soltanto funzionante. Due poltrone logore e sdrucite accolgono gli sfortunati visitatori. Gli impiegati lamentano la mancanza di attrezzature, fanno presente che hanno riparato a loro spese gli arnesi del proprio lavoro facendo ricorso a delle collette tra colleghi, sono privi di mezzi per recarsi sul posto di lavoro, non c’è un deposito dove custodire roncole, ramazze e taglia erbe. I lavoratori denunciano condizioni di lavoro disumane, molti non hanno le scarpe e quelli che le hanno sono vecchie e non a norma.

L’impressione che se ne ricava è quella di un ambiente malsano in cui regna un generale clima di degrado e desolazione. Gli operai se da un lato non sono messi nella condizione di lavorare adeguatamente sembrano comunque essere pienamente consapevoli dei loro diritti quanto poco attenti ai propri doveri. I giardini del quartiere, se si fa eccezione di quelli dei quattro parchi, Attianese, Falcone, Anaconda e Sud Camaldoli e di quelli delle scuole pubbliche, manutenzione che pure spetta all’ufficio visitato, versano in uno stato pietoso, in particolare quelli lungo via Montagna Spaccata e nei pressi del polo artigianale, specie il verde antistante alla necropoli greco-romana. Rifiuti di ogni tipo, stracci e cartoni, persino pneumatici e un rifugio di fortuna per un barbone della zona fatto con pezzi di legno e un materasso lacero e intriso di pioggia fanno bella mostra di sé tra i ruderi archeologici. Se il passato a Pianura è rappresentato dal monumento funebre che i nostri antenati avevo dedicato al culto dei morti il presente del quartiere è segnato da pannolini e sacchetti di immondizia sventrati dai cani randagi.

Le responsabilità di Asia sono enormi. Guido Lauria raggiunto al telefono mi ha risposto che sarà a Pianura per un sopralluogo la settimana prossima. I cassonetti posti lungo la strada sono continuamente vandalizzati, quelli rimasti diventano insufficienti e i soliti incivili abbandonano i sacchetti della spazzatura per terra dove sono presi di mira dai cani per i loro miseri pasti con il risultato che rifiuti di ogni tipo sono sparsi per le aiuole circostanti. Gli operai comunali riferiscono che sono stanchi di raccogliere deiezioni degli animali, preservativi abbandonati in questo nuovo parco dell’amore che è il polo artigianale. Avranno pure ragione perché l’inciviltà di noi abitanti del quartiere sembra davvero sconfinata. Non si può neppure pretendere, però, che essi siano adibiti alla sola coltivazione delle rose come le loro rivendicazioni sembrano pretendere.

Non siamo a Buckingham Palace e questi operai non sono al servizio di sua Maestà Queen Elisabeth II ma devono rendere con il loro lavoro più dignitosa la qualità della vita degli abitanti del quartiere. Essi devono, senza mezze misure, essere messi in grado di lavorare ma devono anche non continuare a farsi scudo dell’inefficienza della macchina amministrativa e adempiere il proprio dovere. Ventiquattro operai sono sufficienti per rendere il verde di Pianura degno di quello di Regent’s Park. L’assessore municipale all’igiene Giorgio Lanzaro - al quale è stata affidata dal mese di novembre la responsabilità del settore che prima era di pertinenza del servizio centrale comunale parchi e giardini - ha assicurato che sono stati stanziati ventimila euro per l’acquisto di nuove attrezzature e che ci si sta adoperando per trovare alla categoria una nuova e più decorosa sede nei pressi di via Cannavino. A lui spetta un compito assai arduo, una mission impossibile. Torneremo a breve sull’argomento per costatare quali effetti ha sortito la nostra inchiesta e se l’assessore si dimostrerà all’altezza della difficile sfida che lo attende.

[Crescenzo Mele]
da 'La Municipalità' del 01.2009
http://www.lamunicipalita.it