lunedì 20 aprile 2009

Campo da golf a Pianura: un’utopia?


Giardino, lei è il presidente dell’Associazione Golfisti Campani. Quando è nata e qual è il suo scopo?
L’associazione si chiama Circolo Golf Napoli, ha sede in via Stazio, 15 a Napoli. È nata nel 1983 ed io ne sono il presidente dal 2007. Conta centocinquantatre soci, prevalentemente napoletani ma anche delle altre province campane. Facciamo parte della Federazione Italiana Golf. Lo scopo è rispettare e diffondere le regole di etichetta, di gioco e comportamento redatte a Saint Andrews in Scozia nel 1457 e l’amore per uno sport che è l’unico che contempla la possibilità a chiunque, esperti e neofiti di giocare insieme contemporaneamente in base ad un sistema di handicap, ossia svantaggi, prestabiliti.

Quali sono le strutture di cui potete usufruire in Campania?
Noi siamo lì dal 1993 stabilmente ospiti del Carney Park, il parco sport e divertimenti dei militari americani a Napoli, ubicato nel cratere del Campiglione nei pressi di via Campana a Pozzuoli. La struttura era gestita dalla Nato fino al 1996 e poi dalla US Navy, la marina militare americana. A questa struttura si è affiancato nel 1998 il Resort Holiday Inn di Castelvolturno di proprietà della famiglia Coppola. È in cantiere, infine, un progetto di creare un campo da golf a Mirabella Eclano in provincia di Avellino, promosso dalle cantine di Mastroberardino allo scopo di abbinare il turismo sportivo a quello enogastronomico, un’accoppiata che altrove si è rivelata vincente.

È a conoscenza del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex discarica di Contrada Pisani, chiusa nel 1996?
L’allora sindaco Bassolino ne decretò la definitiva chiusura tredici anni fa e nel 2000 quando diventò presidente della regione Campania rese noto un ampio e articolato progetto di riconversione della zona in base al quale doveva sorgere sull’area bonificata un campo da golf a diciotto buche.
Si è parlato più volte di creare un campo da golf a Napoli. È un vero peccato che quest’amministrazione non ne abbia capito i vantaggi sul piano turistico ed economico. Si pensi ad esempio alla Costa del Sol in Spagna dove negli ultimi anni sono sorti 100 campi da golf attirando migliaia di turisti provenienti soprattutto dal nord Europa. In Italia si parlava già nel 1926, basta leggere una pubblicazione dell’ente per la promozione del turismo di Rapallo, in Liguria, di sfruttare il golf come attrattore di un turismo ad alta redditività. Il golfista non viene solo a giocare ma anche a scoprire le bellezze del posto. Io per esempio mi sono recato la settimana scorsa a Roma con altri amici golfisti ma abbiamo giocato a golf un giorno e il resto della vacanza lo abbiamo trascorso a visitare luoghi di interesse artistico e paesaggistico. Quando si parla di golf non si deve pensare ad uno sport d’elite per soli abbienti ma ai benefici per il territorio che lo ospita in termini di promozione di immagine e sviluppo economico.

Pensa che questo progetto di riqualificazione, che appena un anno fa, nel pieno dell’emergenza rifiuti, sembrava definitivamente tramontato a causa della sciagurata decisione del commissariato straordinario di riaprire la discarica a Pisani, possa concretamente essere realizzato?
Al momento è assai difficile azzardare delle ipotesi. È la classe politica che dovrebbe rispondere a questo quesito. Se si considera che essa è stata da sempre poco sensibile alla questione sembra difficile che il progetto possa essere realizzato nel breve o medio periodo. Noi ci speriamo vivamente. La struttura del Carney Park non ci consente allo stato delle cose di crescere ulteriormente. Possiamo sfruttare limitatamente, proprio in quanto ospiti, i servizi della struttura quali campo e spogliatoi. Questo è un campo da nove buche. Un campo di diciotto buche invece sarebbe in grado di attrarre un maggior numero di persone e consentirebbe di creare infrastrutture ricettive come alberghi e ristoranti non solo per i golfisti ma per i loro familiari. Vi sarebbe la possibilità di ospitare gare internazionali e di attrarre sponsor di chiara fama.

Recentemente il comune di Napoli si è dimostrato nuovamente interessato all’idea. Quali azioni intendete compiere per far si che si pongano le basi affinché si passi dalle dichiarazioni di intenti ai fatti?
Noi vorremmo incontrare gli esponenti del comune per capire quale aiuto concreto potremmo offrire affinché il progetto si realizzi. A Bagnoli l’idea di creare un campo da golf è stata accantonata a favore di un parco di 127 ettari, dalle proporzioni enormi, che pone dei rilevanti problemi per la sua manutenzione ma che soprattutto non crea valore aggiunto per l’economia locale. La questione comunque è che la classe dirigente dell’amministrazione comunale deve innanzitutto prendere una decisione chiara e univoca. Se si fosse in presenza di una incontrovertibile volontà di creare veramente un campo da golf a Pianura non esiteremmo a fornire il nostro apporto.

Non pensa che sia arrivato il momento di costituire una rete di relazioni con le associazioni che si battono sul territorio per la lotta al degrado e per la difesa del diritto alla salute come Area Flegrea, Progetto Pianura, Rinascita dei Pisani e Pisani Anastasis?
Se avremo la chiara sensazione di avere di fronte un interlocutore valido lo faremo senz’altro. Siamo pronti a dare il nostro contributo a patto che si individuino delle persone veramente in grado di tutelare il bene comune e che costituiscano un baluardo contro il degrado. Spesso ci si trova di fronte alla difesa di interessi particolaristici quali il consenso elettorale, la convenienza economica derivante dal costruire insediamenti abitativi nei pressi di strutture quali un campo da golf. Noi siamo e vogliamo rimanere un’associazione di sportivi che vuole coinvolgere giovani di cultura disposta ad avvicinarsi al golf per scoprire nuovi percorsi turistici e a modificare le proprie abitudini vacanziere e la propria idea del tempo libero. Ci offriamo, per raggiungere questo obiettivo, di interloquire con la federazione Italiana Golf, per il supporto logistico, i costi, i materiali da utilizzare. A Roma e a Torino sono stati realizzati dei campi comunali proprio con l’aiuto della Federazione. Perche a Napoli ciò che si è fatto altrove senza problemi, deve continuare ad essere un’utopia?

da 'La Municipalità' del 04.2009
http://www.lamunicipalita.it

mercoledì 15 aprile 2009