giovedì 18 dicembre 2008

Gli esperti e le crisi: 'inesperti' prima, 'esperti' solo dopo?


Gli esperti di economia sono molto gettonati e ora sono tutti d’accordo: l’attuale crisi finanziaria mondiale è gravissima ed ha pochi precedenti analoghi. Il cittadino è sempre più spaesato e si domanda: in quali mani siamo? Come mai siamo arrivati indifesi e sprovveduti di fronte a questa crisi?

Gli esperti che, a crisi scoppiata, si prodigano a dare consigli ai vari rappresentanti dei partiti e che finora hanno imposto il “governo dell’economia” nazionale e internazionale dei vari governi succedutisi negli ultimi anni, non avevano previsto che stavamo per precipitare. Come mai?

Scientificamente ragionando, si individuano due soluzioni.

1- Gli esperti non sono conoscitori delle problematiche economiche nazionali e internazionali, sono dei mestieranti in grado di discutere solo dopo che i fatti sono accaduti.

2- L’economia nazionale e mondiale è “governata” da lobbies che a loro volto “governano” i governi nazionali. Le lobbies usano i governi nazionali e, anche a loro insaputa, fanno il bello e cattivo tempo decidendo quando vi devono essere periodi di sviluppo e periodi di crisi in modo da guadagnare durante le fasi di prosperità e anche durante le fasi di magra.

Gli esperti che imperversano sui mass media, pertanto, sono in prevalenza diffusori di veline che fanno comodo ai “padroni dell’economia”. Non devono essere in grado di prevedere né tanto meno di evitare i grossi problemi connessi alle attività economiche delle lobbies. Al momento opportuno, a crisi scoppiata, devono esaltarla per creare un fertile substrato alle lobbies che continueranno ad ingrassare grazie alle risorse pubbliche nazionali. Naturalmente i mass media che contano hanno un ruolo strategico nel creare, acriticamente e servilmente, la situazione ambientale favorevole all’impero dell’economia lobbystica.

Chi scrive è professore di Geologia, quindi dovrebbe essere un esperto delle problematiche geoambientali. Come conoscitore della materia, in aprile ha scritto che la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte sarebbe franata come poi realmente accaduto l’11 agosto 2008. Ha previsto e scritto, ancora in aprile 2008, che la discarica di Chiaiano avrebbe determinato rischi idrogeologici come è realmente accaduto in questi giorni.

Non si riesce a capire come mai gli esperti di economia nazionale e internazionale non abbiano previsto la crisi economica: strano che oggi si limitino tutti a dire “la crisi è molto grave!”. A dire la verità non ispirano molta fiducia; i cittadini farebbero bene a documentarsi per non essere sempre in balia dei “padroni dell’economia” che ci guadagnano sempre a scapito dei cittadini.

Un esempio significativo è fornito dallo scandalo rifiuti in Campania, vera e propria invenzione dai verificati risvolti criminogeni, tesa a favorire l’abuso dei poteri speciali per spendere il denaro pubblico con modalità “fuori legge” in relazione alle leggi ordinarie, per favorire le lobbies parassitarie che contano, senza risolvere i problemi nonostante 14 anni di “governo disinvolto del problema”. In questi 14 anni si sono create, a piacere e senza contrasti, alcune crisi ambientali come quella di dicembre 2007 / gennaio 2008 che hanno letteralmente sconvolto, negativamente, la pianificazione economica della Campania ma fatto ingrassare i parassiti che prosperano sui rifiuti.

I dati disponibili suggeriscono che questa crisi fu freddamente pianificata a tavolino a partire dal 5 luglio 2007 quando è stata emanata la “Legge Salvacampania” n. 87 che imponeva la realizzazione di 4 discariche per risolvere l’emergenza rifiuti in Campania. Sempre all’inizio di luglio il neo Commissario di Governo Pansa aveva avuto il compito preciso di attuare la legge appena approvata che invece non ha realizzato mettendo le premesse per la crisi ambientale che poi si verificò puntualmente a cavallo del 2007 e del 2008. La crisi fu esaltata da proposte “insane e provocatorie” quali la riapertura della discarica di Pianura e l’attivazione di altre discariche, non previste dalla legge, in siti non idonei.

Nessuno ha mai spiegato come mai il Commissario di Governo che doveva salvare la Campania, in realtà avesse fatto di tutto per affossarla provocando accese manifestazioni quando spregiudicatamente propose di riaprire la discarica di Pianura (che poi è stata messa sotto sequestro dalla Magistratura di Napoli e inserita tra i siti di interesse nazionale per la bonifica come certificazione dell’improponibilità del sito). Naturalmente, anche in quell’occasione i vari esperti e i mass media che contano si sono limitati ad evidenziare la grave crisi. Nessuno si è chiesto: come mai si è verificata?; era prevedibile?; di chi è stata la colpa?

Lo scrivente, davanti alla Commissione Ambiente del Senato, il 26 luglio 2007, aveva facilmente previsto la crisi di fine anno. Previsione non accolta e valutata dai mass media velinari e da coloro che sono attenti solo ad eseguire gli ordini delle lobbies parassitarie. I4 anni di commissari di governo e di uso spregiudicato dei poteri straordinari hanno, di fatto, creato una struttura “extraterritoriale”, che “governa” la così detta emergenza rifiuti in Campania, che non solo non risponde al territorio (ad esempio è vietato ai rappresentanti istituzionali dei Comuni di Marano e Mugnano e dei Comitati dei cittadini entrare nella Cava del Poligono di Chiaiano per osservare i lavori in corso nonostante siano stati rinvenuti e rimossi inadeguatamente sacchi di fibre di amianto, pericolose per tutti, e si stiano verificando anche dissesti idrogeologici) ma che non osserva nemmeno le leggi, non derogabili, relative alle norme tecniche e al diritto alla salute.

Il guaio è che i trasgressori continuano ad essere non solo impuniti ma addirittura premiati come fatto dal Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, venerdì 5 Dicembre, che durante la cerimonia della seconda edizione di "Napoli città di pace" ha premiato il sottosegretario Guido Bertolaso “per il coraggio dell'azione nell'emergenza di Napoli".
Prof. Franco Ortolani - Ordinario di Geologia
Direttore Dipartimento Pianificazione e Scienza del Territorio
Università degli Studi di Napoli Federico II

domenica 14 dicembre 2008

Questione rifiuti: sopralluogo a Pianura con Asia


È una giornata uggiosa venerdì 14 novembre. Riesco ad ottenere un appuntamento con Guido Lauria, il responsabile Napoli Ovest di Asia, l’azienda speciale igiene ambientale del comune di Napoli. Lauria sovrintende al delicato processo di raccolta dei rifiuti solidi urbani, indifferenziati, differenziati e ingombranti della parte occidentale della città: da Piazza Garibaldi a Contrada Pisani.

Erano due mesi che durava il martellamento incessante sul personaggio. Il suo cellulare squillava e annunciava la mia voce, ormai fastidiosa, in media due volte a settimana. Alla fine la tenacia e la costanza sono state premiate. Incontro Lauria al bar Etoile nel pomeriggio sotto una pioggerella tediosa. Sembra di essere a Londra ma non ci troviamo a passeggio a Hyde Park né alla ricerca curiosa di occasioni a Portobello Road, siamo a Pianura, alla periferia martoriata di una città ferita, invivibile. Lauria, un uomo alto, dall’aria scaltra e a tratti pensosa, si dimostra subito disponibile e accetta di accompagnarmi lungo tutta via Montagna Spaccata dove cassonetto per cassonetto, sito dopo sito, passiamo al setaccio le numerose criticità che il quartiere presenta sulla questione rifiuti. Ci fermiamo all’altezza della rotonda del polo artigianale. Faccio notare i cumuli di sacchetti abbandonati ai lati dei cassonetti. Egli mi assicura che si tratta del risultato del comportamento di pochi, isolati, incivili. Per dissuaderli i cassonetti posti nella carreggiata interna, nei pressi della fermata dell’Anm, saranno spostati altrove in modo da privare i soli noti commercianti disonesti dell’alibi della loro vicinanza per abbandonare immani quantità di cartoni e imballaggi che la pioggia ha reso pesanti come il marmo.

Lauria fa notare orgoglioso che il numero dei cassonetti è sensibilmente aumentato e che sono stati posti lungo tutta l’arteria proprio quelli in metallo, meno vulnerabili ad atti di vandalismo purtroppo assai frequenti in zona. Gli faccio notare che la quantità dei rifiuti prodotti dalla cittadinanza sembra aumentare sempre più e che anche i nuovi cassonetti saranno presto insufficienti se non si dislocano le campane per la raccolta diversa. Il funzionario Asia assicura di star già lavorando al progetto e che si è solo in attesa del via libero degli addetti al servizio logistico, i soli che, dopo i necessari rilievi, possono autorizzare l’installazione dei contenitori per il multimateriale. Prendo per buone le sue parole ma dall’espressione del suo volto ricavo la netta impressione che Asia non crede alla raccolta differenziata e che è troppo concentrata sui rifiuti tal quale. Percepisco una grande sfiducia nella capacità della popolazione di separare la plastica e l’alluminio dalla carta e dal vetro. Forse Lauria attende che la raccolta differenziata porta a porta dai Colli Aminei sia estesa ad altri quartieri della città ma non vorrei che mentre il medico studia l’ammalato muoia e Pianura affoghi in un mare d’immondizia. I segnali di miglioramento sono sicuramente evidenti ma tanto resta ancora da fare. Domando al nostro come mai rimangano per terra cartoni a palate. Lauria mi fa tranquillamente notare che rimuoverli non spetta ad Asia ma all’ente di bacino Napoli 5 che, a causa dei recenti scioperi, non sta funzionando a dovere.
Non mi arrendo, pungolo Lauria fino quasi a farmi odiare e gli rinfaccio i numerosi copertoni abbandonati sui marciapiedi. Se gli pneumatici non devono essere raccolti dal consorzio ma dagli addetti alla rimozione degli ingombranti, servizio che com’è noto fa capo ad Asia, come mai rimangono per strada per mesi?
Lauria non perde mai il suo aplomb e con lo stuzzicadenti infilato in bocca – inguardabile- si giustifica riferendo che essi sono si rifiuti ingombranti ma di tipo speciale come i frigoriferi e che per raccoglierli occorre che si smaltiscano le giacenze nei siti di conferimento. Se non si libera spazio per poterli ricevere egli non può disporne la rimozione.

Quasi mi pento della mia insistenza e arrivati di nuovo nei pressi del polo artigianale gli porgo i miei più sentiti complimenti per la bonifica della discarica abusiva. Lauria asserisce che se la discarica non si è più riformata il merito è della videosorveglianza istituita all’interno del sito per la raccolta degli ingombranti in fondo alla strada, accanto ai binari della circumflegrea. Rispondo che non ci credo alla storia delle telecamere e che mi sembra solo una grossa bufala. Lauria reagisce a quella che gli deve essere parsa una provocazione bella e buona. Ingrana la marcia della fiat panda aziendale e in pochi secondi siamo dentro l’isola “operazione cantinole pulite”. È tutto vero. Una postazione di videosorveglianza attiva 24 ore su 24, con monitor e telecamere con un mouse che attiva un dispositivo di zoom che inquadra anche il numero di targa delle auto che circolano nel viale. Incredibile, per un attimo mi sento come un’astronauta della Nasa, ma non è uno shuttle è il container dove lavorano gli addetti Asia. Segno che quando si vuole si può e che anche a Napoli sono possibili cose impensabili fino a pochi mesi fa. Ed io che m’illudevo che le mie ronde in scooter di sera costituivano un efficace deterrente agli eco criminali. Dove non possono le forze dell’ordine arrivano le sentinelle del grande fratello con dei risultati encomiabili e duraturi nel tempo.

Ritorniamo al bar Etoile. Non pago del tour dell’orrore convinco Lauria a un’ultima, tragica tappa. La discarica abusiva di via Spadari. Egli mi spiega che, a differenza dei rifiuti abbandonati lungo la strada, che s’impegna a rimuovere in due settimane (ieri a distanza di quindici giorni, però, i rifiuti giacevano ancora lì) quelli nell’area recintata si trovano in un luogo che non è di pertinenza comunale e che senza l’ordine della magistratura, che lo ricordiamo, ha disposto il sequestro della zona, non può procedere ad alcuna bonifica.
Ci salutiamo e ci diamo appuntamento al prossimo sopralluogo nella speranza che sia solo l’inizio di un rapporto di collaborazione che auspico foriero di importanti traguardi.

[Crescenzo Mele]
da 'La Municipalità' del 7.12.2008