martedì 27 maggio 2008

Forse siamo sulla strada giusta. Tu che ne dici? Quarta puntata


Ieri, 26 maggio 2008, sono stato chiamato da un funzionario dell'ARPAC, il quale mi ha comunicato che il piano di caratterizzazione delle discariche, site nella Contrada Pisani, era stato approntato ed inviato al Ministero dell'Ambiente per la definitiva approvazione.

In data odierna ho ricevuto un fax di convocazione presso il suddetto Ministero per il 5 / 6 p.v. avente ad oggetto: "Procedimento per gli interventi di bonifica di interessenazionale relativo al sito di Pianura". Come si vede, l'nteressamento ed il perseguire i propri obiettivi forse premia. Voi che ne dite?

[Mario Rosario Gleijeses]

A Pianura seppellivamo i camion dei veleni


«Quando arrivavano i bidoni, li schiacciavamo con le pale meccaniche. Facevamo in modo che il liquido uscisse e si mescolasse con il terreno. Poi caricavamo tutto sui camion e gettavamo nella discarica. Un giorno, però, scaricando, uno schizzò di liquido raggiunse un nostro collega, che si ustionò. Da quel giorno, lasciammo i rimorchi in fondo alla discarica, risalendo solo con le motrici».

Alcuni ex dipendenti della Difrabi, la società che per decenni ha gestito la discarica di Pianura, stanno raccontando al pm Stefania Buda gli orrori che avvenivano nell'impianto ora sotto sequestro. Sotto terra, per una profondità di 200 metri, sono finiti solventi, vernici, fanghi tossici, morchie. Mischiati con i rifiuti urbani sono ancora lì, perché nessuno si è mai preoccupato di bonificare la discarica: lo hanno confermato alcuni prelievi a campione compiuti nei giorni scorsi. Le ipotesi di reato sono disastro ambientale e omessa bonifica.Racconta un ex dipendente della Difrabi, Angelo G.: «I bidoni arrivavano da molte città del Nord. Venivano schiacciati su un suolo attiguo alla discarica, mescolati col terreno e caricati sui camion. Un giorno, però, un mio collega caricò un bidone che non era stato schiacciato. Quando andò a scaricare, uscì uno schizzo che lo ustionò; in seguito si ammalò gravemente. Da allora seguimmo il metodo di sganciare i rimorchi dalle motrici: scendevamo in fondo alla discarica attraverso una specie di sentiero, arrivavamo giù lasciavamo tutto e risalivamo con le sole motrici». Il pm ora vuole individuare quei camion: per questo, nei prossimi giorni, arriveranno gli esperti dell'Istituto nazionale di geofisica. Con alcuni georadar ne cercheranno le tracce. Saranno affiancati dai consulenti della Procura, dai carabinieri del Noe, cui l'indagine è delegata, e da funzionari del ministero dell'Ambiente, che pure sta collaborando con il magistrato. Dopo l'individuazione dei camion, che presumibilmente contengono bidoni con sostanze particolarmente tossiche, saranno compiuti carotaggi mirati, per capire esattamente quali veleni sono stati versati sotto terra per quarant'anni.Le persone che in questi mesi sono state convocate in Procura hanno ricostruito ciò che avveniva davvero nella discarica dove si sarebbero dovuti smaltire solo i rifiuti solidi urbani.
I carichi di veleni arrivavano da molte città del nord, soprattutto lombarde e venete: anche dagli impianti industriali di Porto Marghera sono partiti i carichi destinati a Pianura. Ma l'aspetto più preoccupante della vicenda è quello della mancata bonifica della discarica: tutto è rimasto così, come quando si sversava. L'obiettivo della Procura è chiarire di chi sia la responsabilità: un compito non facile. È presumibile che l'attenzione si concentri innanzitutto sui titolari della Difrabi, per anni gestita dalla famiglia Di Francia ma più recentemente rilevata dall'Enea. Sarà però esaminato anche il ruolo degli amministratori pubblici. Gli abitanti di Pianura si battono da tempo per sapere quello che è accaduto nel loro quartiere e che conseguenze lo sversamento selvaggio ha avuto sulla loro salute.

[Titti Beneduce da 'il Corriere del Mezzogiorno' 24.05.2008 ]

Operazione del Noe, 25 arresti. Prefetto di Napoli: inchiesta chiarirà mia correttezza


È denominata 'rompiballe' l'operazione del Noe dei carabinieri che hanno eseguito stamani 25 ordinanze agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta sull'attività del commissariato dei rifiuti in Campania. A quanto si è appreso, la denominazione trae spunto da un'intercettazione telefonica e fa riferimento all'improprio trattamento delle cosiddette 'ecoballe' di immondizia che, a quanto pare, per un determinato periodo di tempo, sarebbero state frantumate e il cui contenuto sarebbe poi stato sversato in discariche. Titolari dell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari sono i pm della procura di Napoli Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello, coordinati dal procuratore aggiunto, Aldo De Chiara. Si tratta degli stessi magistrati che condussero l'inchiesta sull'attività del commissariato per i rifiuti che ha portato al rinvio a giudizio ed al processo, appena cominciato, tra gli altri, per il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino e per i vertici della società Impregilo.

Al prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, sarebbe stato inviato un avviso di garanzia.

Tra i destinatari delle ordinanze di arresto della Procura di Napoli per l'inchiesta sulla gestione dell'emergenza rifiuti c'é anche Marta De Gennaro, responsabile del settore sanitario del Dipartimento della Protezione civile e già vice di Guido Bertolaso quando l'attuale sottosegretario era commissario ai rifiuti. Per la De Gennaro, come per gli altri indagati, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il funzionario della Protezione civile faceva parte della squadra di tecnici che hanno lavorato sia sotto il commissario Alessandro Pansa sia con Gianni De Gennaro. I reati contestati agli indagati, sempre secondo quanto si apprende, sarebbero, a vario titolo, traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato. Tra i destinatari dell'ordinanza ci sarebbe anche Michele Greco, attuale dirigente della Regione Campania e precedentemente alla Protezione civile.

PANSA, INCHIESTA CHIARIRA' MIA CORRETTEZZA
"Sono convinto che gli sviluppi dell'inchiesta chiariranno la correttezza del mio comportamento". Lo ha detto all'Ansa il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, in merito all'avviso di garanzia emesso nei suoi confronti dalla Procura di Napoli. "Ieri mi è stato notificato dalla Procura della Repubblica di Napoli - prosegue il prefetto - un avviso di garanzia quale persona sottoposta a indagini per concorso in falso in atto pubblico, relativamente a un provvedimento da me emesso il 18 dicembre 2007 nella qualità di commissario di governo delegato per l'emergenza rifiuti in Campania". "Attendo del tutto sereno - ha detto ancora il prefetto Pansa - l'esito degli accertamenti ed esprimo la fiducia massima nei confronti della magistratura". "Continuo il mio lavoro di prefetto di Napoli - ha concluso - con lo stesso impegno di sempre".


lunedì 26 maggio 2008

Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania


Nel condannare gli atti repressivi delle ultime ore, perpetrati ai danni delle comunità di Chiaiano, Marano e Mugnano, il Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania, a cui aderiscono comitati civici, associazioni e numerosi esperti ed esponenti del mondo scientifico, ravvisa elementi di incostituzionalità e di violazione di norme comunitarie nel Decreto Legge n. 90 del 23.05.2008.

Pertanto annuncia che porterà la materia all’attenzione delle Autorità competenti, in sede nazionale e comunitaria.

Tra i punti contestati, si evidenziano i seguenti:

1) militarizzazione dei siti adibiti a discarica;

2) uso inappropriato di discariche per lo smaltimento di rifiuti indifferenziati, e legalizzazione dello smaltimento nelle discariche per rifiuti urbani di sostanze pericolose provenienti da trattamenti in impianti industriali;

3) grave limitazione della possibilità di esprimere liberamente il proprio dissenso;

4) costituzione di un tribunale speciale, titolare in via esclusiva dei procedimenti riferiti a:
- reati relativi alla gestione dei rifiuti;
- reati in materia ambientale;
- controversie relative ai diritti costituzionalmente tutelati, in diretto contrasto con i poteri della Corte Costituzionale.

Gli aderenti al Coordinamento, durante questi anni di emergenza, hanno elaborato proposte di gestione del ciclo integrato dei rifiuti che sono state puntualmente presentate alle autorità competenti. Tali proposte si fondano sull’utilizzo di tecniche e tecnologie che, rispetto alle soluzioni tradizionalmente individuate dalle istituzioni, sono a minore impatto ambientale ed hanno positive ricadute sociali ed economiche.

Ad un piano fondato sull’uso di discariche ed inceneritori, il Coordinamento contrappone una soluzione realizzabile in tempi più brevi ed a costi minori, basata sulla separazione della frazione umida da quella secca dei rifiuti, sul riciclo e sul trattamento a freddo della parte residuale, conferendo in discarica i soli materiali inerti. È notizia di questi giorni, come da dispaccio ANSA, che i rifiuti campani inviati tramite treni speciali in Sassonia (Germania) sono stati meccanicamente selezionati e trasformati in materia prima secondaria, cioè in materiali nuovamente utilizzabili, di cui l’Italia è una delle maggiori importatrici d’Europa.

Il Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania, condividendo le ragioni delle comunità che sono e saranno costrette a difendere i propri diritti e i propri territori, chiede al Governo ed alle istituzioni locali, di pronunciarsi sulle motivazioni che spingono ad ignorare le proposte avanzate dai cittadini senza alcun confronto pubblico, provocando così lo scontro con le popolazioni locali.

[Comunicato Stampa Coordinamento Regionale Rifiuti 24 maggio 2008]

contatti@rifiuticampania.org
tel. 334.622.43.13 – 328.681.78.63

Sentenza della Corte di Giustizia Europea


Responsabilità penale delle persone fisiche e giuridiche in merito a "gravi violazioni" alle normative sulla tutela ambientale

Le ‘gravi violazioni’ delle norme europee sulla tutela ambientale saranno punibili con sanzioni penali. Potranno essere colpite persone fisiche e giuridiche e starà agli Stati Ue definirle. È quanto prevede il rapporto del popolare tedesco Hartmut Nassauer, che gli eurodeputati hanno approvato oggi. Adottando un pacchetto di compromesso messo a punto col Consiglio, l'approvazione di Strasburgo è definitiva e i Ventisette avranno due anni di tempo per mettersi in regola. Grande soddisfazione è stata espressa dalla Commissione Ue, secondo la quale questa norma farà sì che non ci siano più "porti sicuri" per gli inquinatori. Dopo la carota arriva il bastone, ha commentato Vittorio Prodi, eurodeputato del Pd in commissione Ambiente, riferendosi agli incentivi per la tutela ambientale adottati negli anni dall'Ue. Per Guido Sacconi (Pse), relatore sul cambiamento climatico, l'approvazione di oggi segna un passaggio "quasi storico" considerando gli anni trascorsi in un "ping pong" fra Consiglio e Parlamento e ai quali ha posto fine una sentenza della Corte di giustizia Ue.

Nel 2005, infatti, la Corte ha stabilito la competenza europea ad adottare misure nell'ambito del diritto penale per garantire la tutela ambientale. Nel 2007 la Corte ha però stabilito che sta agli Stati e non all'Ue fissare le modalità delle sanzioni. Per questo la direttiva approvata oggi fornisce ai paesi Ue una cornice all'interno della quale ogni stato europeo dovrà fissare le sanzioni penali, che dovranno essere "effettive, proporzionate e dissuasive".

Nella formula di compromesso approvata è saltata la proposta originaria della Commissione Ue di stabilire già nel testo dei paletti per le sanzioni contro chi inquina intenzionalmente o per grave negligenza e che prevedevano, per le persone fisiche, fino a dieci anni di carcere e l'eventuale obbligo di pagare i danni e per le persone giuridiche una multa fino a 1 milione e mezzo di euro.

La norma Ue punta l'indice contro varie forme di inquinamento grave, provocate da impianti che gestiscono sostanze pericolose, dalla gestione dei rifiuti e delle scorie nucleari, ma colpisce anche il possesso, la cattura, l'uccisione o la distruzione di specie protette di animali e piante e qualsiasi azione che provochi il significativo deterioramento di un habitat all'interno di un sito protetto.

Per quanto riguarda i RIFIUTI, sono sanzionabili penalmente la raccolta, il trasporto, il recupero e l'eliminazione, comprese la vigilanza dei siti di smaltimento che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell'aria, del suolo, delle acque alla fauna e alla flora. Sono altrettanto sanzionabili la produzione, l'importazione, l'esportazione e l'immissione sul mercato o l'uso di sostanze che riducono lo strato di ozono.

[fonte Ansa]

venerdì 23 maggio 2008

Incontro con il Sindaco Pasquale Giacobbe


Il giorno 22 maggio, siamo stati ricevuti dal Sindaco di Pozzuoli Pasquale Giacobbe.
L'incontro è stato molto cordiale e proficuo; sono state accolte tutte le nostre proposte ed il Sindaco si impegnerà a costruire nel nostro territorio un impianto di trattamento meccanico biologico.
Inoltre si aprirà un tavolo di confronto costante con il Comune sui problemi che ci occupano, avendo anche noi dato piena disponibilità a collaborare per portar avanti le iniziative da noi proposte. Dell'incontro tenutosi, si farà un esatto verbale, che si provvederà a pubblicare successivamente.


Egr. Sindaco di Pozzuoli Dott. Pasquale Giacobbe

i cittadini, i comitati e le associazioni del territorio di Pozzuoli firmatari di un documento di intenti che rappresenta il coordinamento civico flegreo per la problematica dei rifiuti, nell’augurarle buon lavoro, sottopongono alla sua attenzione le questioni più urgenti sulle quali occorre incontrarsi per lavorare insieme.

Il piano della raccolta differenziata predisposto nella vigenza del commissariato prefettizio non ha trovato applicazione. Per scongiurare l’ipotesi di un nuovo commissariamento ad acta e per restituire una vita dignitosa ai suoi concittadini, le chiediamo di concentrare le sue energie ed i suoi sforzi sul problema rifiuti per costruire il terreno giusto su cui poi fondare tutte le iniziative di valorizzazione del territorio che sono parte principale del suo programma.

Siamo certi che da un impegno comune, Pozzuoli possa diventare un esempio per le altre realtà campane. Noi cittadini attivi con il nostro impegno e con le competenze che molti fra noi posseggono, intendiamo impegnarci direttamente; ma ancor più forte chiediamo il suo impegno assieme a personale qualificato nella materia, viste le precedenti esperienze fallimentari.
Le chiediamo pertanto di scegliere i responsabili di questi progetti in base a valutazioni esclusive di competenza.
La nostra voce rappresenta quella di circa 7000 cittadini che chiedono il sistema di raccolta porta a porta: facciamo sparire i cassonetti dalle strade.

Il primo, e urgentissimo, passo in vista dell’arrivo della stagione estiva è la separazione dell’umido dal secco. La nostra idea è che nel breve periodo in attesa degli sviluppi provinciali si potrebbero coinvolgere le aziende agricole creando presso di loro punti di raccolta, anche se non per tutti i cittadini ma si potrebbe iniziare a ridimensionare il problema.

Il secondo urgentissimo passo è l’avvio delle isole ecologiche già previste e l’installazione di cartellonistica vicino ad ogni cassonetto di indifferenziata che illustri dove conferire ingombranti, potature verdi, ecc.

Terzo punto, la disciplina degli istituti di partecipazione e la nuova configurazione del sito del Comune in nome della trasparenza e dell’informazione ai cittadini, secondo legge.

Quarto punto il coordinamento ha presentato una proposta a costo zero per le mense scolastiche. Chiediamo la predisposizione di tali misure per il prossimo anno scolastico, a partire da ora così da non trovarci in difficoltà a settembre.

Nel ringraziarla per il suo impegno la salutiamo cordialmente.

Associazione Lello Mele
Comitato AttivaMente Pozzuoli
Associazione Area Flegrea
Associazione Culturale Terra del Fuoco
Rete Donne in Nero
Associazione Oltre l’Averno
Meetup Beppe Grillo
Comitato popolare Via Napoli
Altromodo Flegreo
Comitato Cuma Vive
Associazione il diario del viaggiatore
Cittadini e Comitati spontanei

lunedì 12 maggio 2008

'Gli inceneritori non inquinano'. Leggete e capirete perché il professore Veronesi sostiene questa tesi


Fondazione Veronesi: grandi partners industriali
Grandi aziende nazionali e multinazionali impegnate nel settore petrolifero, nella costruzione di inceneritori, società di autostrade e di telefonia ed acque minerali sostengono con il loro aiuto l'opera di ricerca e divulgazione della Fondazione creata dal professore Umberto Veronesi.

La Fondazione Veronesi, fondata dal professor Umberto Veronesi, vive grazie al contributo di importantissime aziende sia nazionali che multinazionali impegnate nei più svariati settori. Dal petrolio, alla costruzione di inceneritori, alla distribuzione di acque minerali in bottiglia, alla telefonia mobile, fino ai colossi dell'energia italiana.

Scorrendo tra i tantissimi ed importantissimi partners della Fondazione Veronesi troviamo acciaierie come Acciai Brianza, Co.met, compagnie telefoniche come Telecom e 3, colossi industriali dell'acqua minerale in bottiglia come Ferrarelle e San Pellegrino, l'Enel Spa che, oltre a gestire centrali a carbone e ad olio combustibile, sta investendo all'estero sull'energia nucleare.

Tra i partners che sostengono finanziariamente la Fondazione Veronesi anche Pirelli ed Eni, importanti nomi del settore petrolifero e Mondadori Spa. Poi anche la società Autostrada Ligure Toscana e VEOLIA Environnement, importantissima multinazionale francese che costruisce, tra l'altro, discariche ed inceneritori di rifiuti e detiene il 49% della società Tecnoborgo Spa di Piacenza che gestisce l'inceneritore di rifiuti di questa provincia ed il 60% della Energonut che gestisce l'inceneritore di Pozzilli (Isernia - Molise).

[Mario Rosario Gleijeses]

domenica 11 maggio 2008

'Rifiu.ti.AMO!': sensibilizzare sul tema dei rifiuti


Rifiu.ti.AMO! Questo il titolo della serie di incontri, seminari, proiezioni, dibattiti, esposizioni e workshop sul tema dei rifiuti organizzati da Archintorno, associazione di promozione sociale senza fini di lucro costituita nel 2005 da studenti e giovani architetti.

Dal 13 maggio al 27 giugno, l'iniziativa prevede due mesi di incontri e attività per contribuire alla sensibilizzazione dei cittadini in merito alla questione rifiuti e per affrontare la problematica dal basso e dal punto di vista etico-sociale e tecnico, coinvolgendo le realtà locali che da anni propongono strategie alternative ed efficaci.

"Partendo dal rifiuto come materiale, l‘architettura può partecipare attivamente al cambiamento, proponendo atteggiamenti consapevoli e soluzioni pratiche per un uso del territorio e delle sue risorse. Il miglioramento passa anche attraverso un'educazione ambientale che modifica i nostri gesti quotidiani", il commento degli organizzatori.

Il ciclo di incontri sarà presentato martedì 13 maggio, alle ore 11:30 presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, in via Forno Vecchio, 36.

[StELIA]

lunedì 5 maggio 2008

Solidarietà ai cittadini di Chiaiano


Il professore Franco Ortolani si è espresso negativamente sulla prevista apertura di una discarica 'tal quale' in Chiaiano, supportando le sue argomentazioni con una perizia tecnica altamente approfondita e smentendo tutte le argomentazioni a supporto della realizzazione.

Nell’esprimere piena e convinta solidarietà ai cittadini di Chiaiano, ci auguriamo che questa scellerata decisione possa rientrare, perché non solo dannosa per coloro che risiedono in quel luogo, ma anche per tutte le popolazioni interessate dalle falde acquifere sottostanti.


Forse siamo sulla strada giusta. Tu che ne dici? Terza puntata


Il giorno 5 Maggio ho incontrato i responsabili dell'ARPAC di Napoli ai quali ho mostrato tutta la documentazione relativa ai tre incontri tenutisi presso la Regione, la Prefettura ed il Ministero dell'Ambiente. Per la verità ho riscontrato una grossa sensibilità verso il problema che ci occupa e una grande disponibilità dovuta alla constatazione che i nostri sforzi e l'impegno profuso, porteranno certamente alla bonifica dell'intera area, così come individuata nel corso dei suddetti incontri.

A riprova di tale determinazione, mi hanno confermato che il piano di caratterizzazione dell'intera area è in via di ultimazione e deve avere soltanto il via libera del Ministero, cosa che dovrebbe avvenire presumibilmente verso la fine del corrente mese. Ho anche fatto presente che il direttore generale del Ministero dell'ambiente, Dott. Mascazzini, ha preso precisi impegni con le Associazioni, confermando che il piano di caratterizzazione, prima di essere operativo, dovrà essere illustrato alle Associazioni operanti sul territorio e a tutti coloro che, in qualche modo, sono interessati alla problematica.

I responsabili dell' ARPAC mi hanno confermato che si atterranno agli impegni presi con il Ministero e ci convocheranno non appena terminato l'iter istruttorio.

Le puntate saranno ancora..., non posso dirlo, ma sono sicuro che le cose stanno procedendo. Un saluto a tutti e... dite la vostra.


[Mario Rosario Gleijeses]

domenica 4 maggio 2008

Intervista ai Presidenti del Parco Regionale dei Campi Flegrei e del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli


Le quattro macroaree individuate nel decreto di istituzione del sito di interesse nazionale, firmato dall'uscente ministro all'ambiente Pecoraro Scanio con il contestuale stanziamento di venti milioni di euro lo scorso 10 Aprile, sono il cratere sella Senga, l'area ex Difrabi e la località Zampaglione - tutte all'interno del Parco Regionale dei Campi Flegrei - e la collina degli Spadari che insiste, invece, all'interno del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. A tal proposito mi è sembrato utile rivolgere ai presidenti di queste due realtà, Francesco Escalona per il primo e Agostino Di Lorenzo per il secondo, alcune domande volte a conoscere il loro convolgimento nel progetto di bonifica.

- Presidente Escalona, sappiamo che l'ente Parco di cui lei è al vertice è stato accreditato in sede di conferenza dei servizi presso il ministero dell'ambiente per la bonifica di Contrada Pisani e che ha partecipato all'incontro tenutosi a Roma il mese scorso. Che iniziative state intraprendendo in merito?

- Per comprendere i passi che stiamo intraprendendo nel progetto di recupero del territorio occorre fare un breve excursus sulla storia del parco. Ricordiamo che il Parco regionale dei Campi Flegrei è stato istituito con legge regionale nel 2001 ed è entrato in funzione del 2005 con la nomina del Presidente ad opera di una delibera della giunta regionale emanata dai tre assessori regionali competenti per materia: l'assessore all'ambiente, all'urbanistica e all'agricoltura. Il consiglio direttivo è stato nominato nel 2006. Ne fanno parte quattro comuni, Napoli, Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida. Di recente anche il comune di Quarto ha fatto richiesta di farvi parte. Si tratta di una vasta area che si estende da Cuma fino a Posillipo e comprende il pregiatissimo sito della discesa Gaiola.

- Cosa avete fatto in concreto quando il prefetto Pansa, il 2 gennaio 2008, ha deciso di riaprire, dopo 12 anni, la discarica di Pianura che per buona parte è all'interno del parco che leI presiede? - Abbiamo predisposto tutti gli atti necessari. Il parco ha rivendicato fin da subito un ruolo attivo nelle scelte che riguardano il nostro territorio e ha sempre ribadito con forza il suo fermo no al progetto di riaprire la dicarica dei Pisani. Abbiamo comunicato questa nosra decisione a tutti gli organi competenti.

- Sembra però che sul piano mediatico siate stati poco presenti.

- La scarsa visibilità non può essere imputabile a noi ma al fatto che siamo privi di un ufficio stampa e a oggettive difficoltà organizzative. Attualmente siamo dotati, malgrado la vastità dell'area di nostra competenza e dei problemi da affrontare di un organico assai ridotto. Solo cinque unità invece che le trentatre previste dallo Statuto. Gli organi di informazione non ci hanno rivolto la dovuta attenzione probabilmente perchè le nostre posizioni di contrarietà alle decisioni governative erano giudicate scomode e controproducenti. Occorre comunque sottolineare che l'Ente Parco non è un'associazione come le altre e che in quanto istituzione non ha un margine di manovra molto ampio per manifestare le proprie azioni che devono essere esplicitate attraverso la comunicazione ufficiale, devono seguire dei percorsi ben definiti e non possono sfociare in condotte dimostrative ed eclatanti come quelle dei privati cittadini.

- Non pensa che la nomina politica del Presidente costituisca un ostacolo insormontabile all'indipendenza operativa e decisionale dell'ente?

- La scelta del presidente è fatta in base a criteri di trasparenza. E' previsto l'invio di curricula che sono vagliati da un'apposita commissione. Alle sedute del consiglio partecipano le tre principali associazioni ambientaliste: Confragicoltura, Coldiretti e CIA. la provincia di Napoli e i quattro comuni sopracitati, il numero massimo consentito dalla legge. Lo statuto, disponibile sul nostro sito web, prevede un forum del partenariato che ha lo scopo di allargare la partecipazione agli attori presenti sul territorio, cittadini e associazioni locali, per decidere le linee programmatiche. Il forum è indetto con cadenza minima di tre mesi. Questo meccanismo, assai innovativo, consente di rompere il meccanismo della delega. Pesidente Di Lorenzo, cosa ci può dire, lei a riguardo? Il parco metropolitano delle colline di Napoli, previsto da una legge regionale nel 2003 sulla base di una precedente legge del 1991 che prevedeva un sistema di parchi urbani e un parco metropolitano, è stato istituito nel 2004. L'dea era già presente fin dagli anni venti del secolo scorso ma si concretizza solo nel 1997 con la proposta di variante al piano regolatore regionale e la sua adozione nel 2001. Esso ha enormi potenzialità. Costituisce una grande riserva ambientale che compensa l'eccessiva urbanizzazione circostante. Si tratta di un'area attualmente poco conosciuta e usufruita dai cittadini. il parco ha l'obiettivo di valorizzare i beni storici, rurali e naturali in esso presenti. Aree attualmente considerate marginali e di periferia diventano strumento per ridisegnare il rapporto tra centro e periferia.. Il parco può rappresentare l'occasione per attivare processi economici e occupazionali basati sull'industria del tempo libero e del turismo ambientale. Si tratta di un'area di ben 2215 ettari, un quinto dell'intero territorio comunale. Ci dispiace dover dichiarare che il ministero dell'ambiente non ci ha inoltrato nessuna comunicazione riguardo alla perimetrazione della collina degli Spadari all'interno del sito di interesse nazionale. Eravamo all'oscuro di tutto. Io sono l'unico funzionario regionale distaccato presso l'ente parco anche se, dietro mio sollecito, a breve sarò coadiuvato da altri tre ispettori della regione. Adesso che sono venuto a conoscenza di questa notizia mi attiverò per accreditare il parco presso la conferenza dei servizi prevista dal decreto di attuazione del sito e porrò in essere tutte le iniziative che si renderanno necessarie per coadiuvare il ministero nella realizzazione del progetto. Da queste due interviste si deduce chiaramente che i parchi regionali sono dotati di mezzi e uomini insufficienti a perseguire gli scopi di tutela e valorizzazione ambientale che essi si prefiggono, quasi che fossero delle belle scatole vuote realizzate per interessi di propaganda politica, scarsamente adatti ad incidere positivamente sul recupero del territorio. Manca un fattivo coordinamento tra i parchi e tra questi e gli enti locali. Lo spazio sui media non viene concesso, si conquista e non è la mancanza di un ufficio stampa che può giustificare il silenzio assordante dei due parchi nei giorni più drammatici dell'emergenza rifiuti a Napoli nel gennaio e febbraio di quest'anno. La partecipazione dei cittadini, delle associazione e degli enti locali non risolve il problema dell'autonomia di questi enti che rappresentano, insieme all' Arpac, la longa manus della regione con le nefaste conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. C'è da auspicare che nei mesi prossimi essi siano protagonisti di azioni incisive e determinanti nella lotta al degrado ambientale che ci circonda e che tanta responsabilità ha nel penoso declino dell'immagine della nostra regione e della nostra economia.



[Crescenzo Mele]
da "La Municipalità " del 04.05.2008
www.lamunicipalita.it

giovedì 1 maggio 2008

Le 4R per lo smaltimento dei rifiuti


Dal 2 al 31 maggio a Città della Scienza di Napoli, '4R / per sapernedi più', l'evento-laboratorio promosso dall'Università degli Studi di Napoli Federico II, Fondazione IDIS - Città della Scienza e il quotidiano Il Mattino con il contributo dell’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Campania, in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, per concretizzare la campagna intrapresa nel gennaio del 2008, sull’onda dell’emergenza rifiuti che in queil periodo viveva uno dei momenti di crisi più gravi.

Il nome dell’iniziativa nasce dalle quattro R individuate dall’Unione Europea come buone pratiche per la gestione del ciclo dei rifiuti: Riduzione dei rifiuti, Riutilizzo dei materiali, Raccolta differenziata, Recupero di energia.

L’evento mira alla diffusione, a tutti cittadini e particolarmente a studenti, delle informazioni corrette sulla problematica del trattamento dei rifiuti attraverso un vario calendario di eventi: incontri con esperti, performance teatrali a contenuto scientifico, eventi partecipativi, animazioni, attività didattiche e attività per bambini, oltre la mostra, che si articolerà in sei aree tematiche individuate attraverso le domande che, durante la campagna di informazione, il pubblico ha formulato attraverso le pagine de Il Mattino e alle quali hanno dato risposta i docenti della Federico II.

Oltre ai promotori dell’iniziativa 4R, alla realizzazione dell’evento parteciperanno enti, istituzioni e aziende, impegnati nella gestione dei rifiuti e nel campo della comunicazione scientifica.

[StELIA]