lunedì 16 febbraio 2009

Piano di caratterizzazione del SIN di Pianura: chiarimenti al Ministero dell'Ambiente

A seguito di un sopralluogo a Pianura tenutosi la scorsa settimana tra un membro dell'Associazione, Crescenzo Mele, e l'assessore alla municipalità Pianura/Soccavo del Comune di Napoli, Giorgio Lanzaro - volto ad assicurare una corretta raccolta dei rifiuti solidi urbani nella zona occidentale della città -, il primo veniva edotto dal secondo che l' ex assessore alla protezione civile e alle fognature del Comune di Napoli, Giorgio Nugnes, pochi giorni prima del suo arresto, avvenuto il 6 ottobre 2008, alla presenza del sopracitato Assessore alla municipalità, telefonava personalmente dal suo ufficio di palazzo San Giacomo al Vicesindaco della città, Tino Santangelo per manifestargli veementemente tutta la sua contrarietà alla decisione del Comune di dirottare a Chiaiano i fondi europei stanziati per le fogne a Contrada Pisani e i fondi ministeriali per la bonifica del Sito di Interesse Nazionale "PIANURA". Tutto ciò a titolo di compensazioni per l'imminente apertura della discarica nel quartiere a nord della città.

Inoltriamo pertanto, profondamente preoccupati che ciò possa sciaguratamente corrispondere al vero, formale richiesta di chiarimenti in merito rivendicando la necessità di una risposta immediata ed esaustiva sull'argomento. Con l'occasione La preghiamo di aggiornarci sulle attività poste in essere per il piano di caratterizzazione del sito di Pianura,rispettando gli accordi presi con il Direttore Mascazzini. Ricordiamo in proposito che il Direttore Mascazzini ci assicurò che tutte le Associazioni, Comitati,etc.sarebbero stati convocati entro la fine dello scorso anno per essere aggiornati sullo stato di avanzamento dei lavori.

Per quanto mi riguarda ho la responsabilità di informare gli associati, gli altri comitati - che mi hanno delegato a rappresentarli - e i cittadini sullo stato di avanzamento dei lavori e delle gare di appalto.

Nel ringraziarLa anticipatamente della Sua disponibilità, colgo l'occasione per inviarLe distinti saluti.

Il Presidente
Mario Rosario Gleijeses

Cartolina di una Napoli 'sfrantummata'


Continua l’incessante opera di pressione sull’Asia
, la municipalizzata addetta allo smaltimento dei rifiuti della città di Napoli, affinché siano rimossi con sempre maggiore frequenza i rifiuti ingombranti nella periferia occidentale.

E’ finalmente iniziata venerdì 30 gennaio, ed è proseguita giovedì 5 febbraio, la tanto agognata bonifica di via Spadari e via Pisani. La prima è la strada che da via Montagna Spaccata, poco dopo la rotonda Pallucci, collega Pianura alla contrada Romano e al comune di Marano di Napoli. Da quando quest’arteria fu asfaltata circa tre anni fa perché divenuta l’unica via di comunicazione tra il quartiere e Marano a seguito dell’interruzione di via Marano Pianura, essa è stata in misura sempre maggiore presa di mira dai soliti furbi che non si fanno scrupoli ad abbandonare rifiuti di ogni tipo, specie ingombranti e ultimamente anche tossici e pericolosi quali l’amianto.

Alla fine del mese scorso sono stati rimossi i rifiuti più voluminosi, giovedì scorso doveva essere la volta dell’amianto e dei rifiuti combusti che poiché speciali e pericolosi dovevano essere imballati e prelevati da un’apposita ditta autorizzata che li avrebbe dovuti stoccare in discariche speciali previste all’uopo. Il condizionale è d’obbligo perché gli agenti di polizia municipale hanno preteso un’ordinanza sindacale che prevedesse il blocco del traffico lungo via Spadari, necessaria a loro dire per fermare la circolazione. Tale ordinanza non era stata però richiesta dalla municipalità e Guido Lauria, il funzionario Asia, per non sprecare i fondi necessari per la chiamata della ditta specializzata, è stata costretto a condurre gli operatori della stessa in un altro luogo della città dove pure una bonifica era stata prevista in altra data.

Nelle due vie sopra citate il problema dell’abbandono dei rifiuti è gravissimo. Se i controlli delle forze dell’ordine su via Montagna Spaccata si sono fatti via via più stringenti e un più serrato controllo del territorio ha prodotto negli ultimi mesi numerosi arresti, la famigerata pratica di abbandonare rifiuti ingombranti non conosce sosta in luoghi isolati come via Spadari e via Comunale Pisani dove il transito di carabinieri, polizia e vigili urbani è un evento tanto raro quanto improbabile. Sembra che gli eco criminali abbiano imparato la lezione e si siano spostati nelle zone interne per accumulare illeciti profitti e smaltire illegalmente rifiuti in dispregio di qualsiasi regola a tutela della salute e dell’ambiente. Via comunale Pisani è assurta agli onori della cronaca non solo e soprattutto per essere diventata a causa della totale assenza di un impianto fognario il letto di un gigantesco fiume non appena la pioggia si fa un po’ più insistente ma anche per essere stata trasformata in uno sversatoio abusivo di ogni genere di suppellettili. Mobili vetusti, stracci, tapparelle inutilizzabili, sedie rotte, assi di legno, materassi, vecchi computer e televisori, elettrodomestici in disuso e, ultimi arrivati ma ben più inquinanti e pericolosi, pneumatici in grandi quantità, disseminati un po’ ovunque, all’apparente rinfusa per non destare troppi sospetti.

A metà del mese di gennaio è comunque comparsa, come se non bastasse la già triste classifica degli orrori, un enorme ammasso di ruote che chissà quale gommista scellerato ha abbandonato accanto alla chiesa di Sant’Antonio. Neanche il patrono di Padova ha potuto impedire un simile scempio e i poveri fedeli, parafrasando De Andrè, sono costretti tra un’Ave Maria e un miserere a cedere il passo al male effimero della bruttezza. Chi scrive ha accompagnato il massimo responsabile della zona occidentale dell’Asia, Guido Lauria, per un sopralluogo al fine di analizzare in ogni dettaglio le varie zone dove si verificano le maggiori criticità. Sono da segnalare enormi problemi di carattere logistico. Entrambe le strade citate sono prive di marciapiedi e per essere bonificate richiedono la chiusura al traffico che per ovvi motivi può essere assicurata solo quando la circolazione dei veicoli è minore il che coincide di solito con la fine del turno degli operai dell’Asia che si dice impossibilitata a pagare troppe ore di straordinario. Per motivi sindacali e legati alla sicurezza degli operatori, inoltre, spesso è difficile ordinare la rimozione di materiale misto senza una preventiva opera d’identificazione della loro natura, in gergo “caratterizzazione”. Spesso le discariche speciali predisposte per raccogliere rifiuti speciali quali gli ingombranti sono sature e si rende necessaria una temporanea sospensione del servizio di raccolta degli stessi. I rifiuti spesso, infine, si trovano di là del giaciglio della strada e se abbandonati in terreni di proprietà privata o demaniale, non possono essere rimossi dal comune se non dietro l’ordine della magistratura.

Tuttavia un gruppo sempre più nutrito di cittadini non si arrende alle difficoltà di carattere logistico e burocratico e continua una finora insolita ma sempre più apprezzata opera di lobbying sui preposti al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. L’Associazione Area Flegrea, ad esempio, sta diffondendo dei volantini che illustrano i benefici, anche economici, del conferimento da parte di singoli privati dei materiali quali carta, vetro, plastica e alluminio direttamente alle piattaforme di raccolta differenziata convenzionate con il servizio Conai, il consorzio nazionale imballaggi. E’ stata assicurata ed è stata effettivamente realizzata la settimana successiva la rimozione degli ingombranti lungo tutta via Pisani. Occorre però sottolineare che essa è stata effettuata solo in parte nel punto maggiormente critico, quello a metà strada, accanto alla fermata dell’Anm, diventato, per la presenza di un piccolo slargo, la meta preferiti dei soliti incivili.

Piccoli riquadri di cartolina di una Napoli sfrantummata che non vorremmo fosse mai esistita ma che ahimè resiste all’avanzata della civiltà e ai colpi inferti da chi non si rassegna a vivere in questa Gaza di noantri che è oramai diventata la nostra città.


[Crescenzo Mele]
da 'La Municipalità' del 02.2009

martedì 10 febbraio 2009

Licenza di uccidere... le leggi con il principio delle deroghe


DISCARICHE
In nome di un’emergenza senza fine, di un mancato rispetto delle regole più elementari su come si affronta il problema rifiuti, si privilegia lo stoccaggio di milioni di tonnellate di false eco-balle in discariche a cielo aperto e si va a caccia di siti da riempire velocemente, senza adeguate garanzie per la salute dei cittadini.

Il PIANO di governo, scritto nella legge 123/2008, autorizza la realizzazione di una serie di discariche in tutte le cinque province campane, nelle quali è previsto lo sversamento di ogni tipo di rifiuto ordinario (tal quale) e speciale tossico o nocivo. Questi i siti potenziali:

- Savignano Irpino (AV), località Postarza;
- Sant'Arcangelo Trimonte (BN), località Nocecchie;
- Serre (SA), località Macchia Soprana;
- Napoli, località Chiaiano (Cava del Poligono - Cupa del cane);

- Andretta (AV), località Pero Spaccone (Formicoso);
- Terzigno (NA), località Pozzelle e località Cava Vitiello;
- Caserta, località Torrione (Cava Mastroianni);
- Santa Maria La Fossa (CE), località Ferrandelle;
- Serre (SA), località Valle della Masseria.

Questa è la situazione attuale:

Savignano Irpino (AV)
La discarica si trova in località Postarza. È stata aperta il 12 giugno 2008. Fra Avellino, Benevento e Foggia in una terra la cui unica risorsa è sempre stata l'agricoltura. Ora a Savignano Irpino, è attiva una discarica regionale che si estende su un’area di 22 ettari un tempo, non molto lontano, coltivata a grano dagli agricoltori locali. anche se già esiste un’altra megadiscarica regionale chiusa e mai bonificata, ad Ariano Irpino (AV), quella di Difesa Grande a meno di 1 km di distanza e che ospita due milioni di metri cubi di rifiuti TANTE SONO LE IRREGOLARITÀ CHE SI STANNO COMMETTENDO. Innanzi tutto si tratta di una discarica costruita sull’acqua; dovevano arrivare 50-60 camion al giorno e invece ne arrivano 100-150; il percolato, spacciato per acqua piovana, viene trasportato con autobotti al depuratore di Ariano. Ariano e Savignano sono state blindate dalle forze dell'ordine e lo saranno finché anche Pustarza traboccherà di rifiuti e veleno! Possono continuare a morire così, nelll'indifferenza più totale?

Sant'Arcangelo Trimonte (BN)
Si trova in località "Nocecchie" ed è ubicata di fronte al belvedere della piazza del paese con gli effluvi che ne appestano l’aria. La discarica è stata aperta il 25 giugno 2008 ed è stata realizzata in parte su un altopiano argilloso stabile (Lotto 1) e in gran parte lungo un versante geomorfologicamente instabile interessato da evidenti fenomeni franosi (Lotto 2), costituito prevalentemente da rocce argillose alterate in superficie fino alla profondità di vari metri. Così come previsto dai tecnici dei comitati lunedì 11 agosto 2008 si è verificato un dissesto che ha interessato una vasca in costruzione, per l’accumulo dei rifiuti. Ciò nonostante l’attività di conferimento continua. In realtà queste ,con Ferrandelle, sono le uniche discariche ufficialmente aperte.

Macchia Soprana (SA)
La discarica si trova nel Comune di Serre. È stata chiusa il 25 giugno 2008 perché sovrasatura e riaperta il 10 luglio,dopo che gli accertamenti tecnici per la verifica della stabilità hanno dato esito positivo. Lo scorso 25 agosto l’attività di conferimento è stata sospesa. Ma la zona resta sotto il tiro del commissariato di governo che intende ancora violentare quello splendido territorio, con l’apertura del sito di Masseria Grande ancora più vicina al paese.

Chiaiano (NA)
Dal 10 luglio 2008 l’Esercito ha avviato l’attività di sorveglianza della Cava del Poligono a Chiaiano, in località Cupa del Cane dove avviene l’allestimento di una delle 2 discariche della città di Napoli, l’altra è Terzigno, in pieno Parco Naturale del Vesuvio,zona quest’ultima che andrebbe restituita alla sua naturale bellezza bonificandola dalle innumerevoli discariche abusive presenti.
La scelta di Chiaiano è l’ennesima dimostrazione della mancanza di buon senso e della scarsa scientificità nei criteri di scelta di un sito.
È centralissima nell’abitato, coinvolge infatti 4-5 grandi quartieri napoletani, oltre all’intero polo ospedialiero della città; è inidonea da un punto di vista geomorfologico, e lo dimostrano le innumerevoli frane di questi giorni, più che previste dai tecnici dei comitati; inoltre proprio chi ci deve garantire trasparenza e sicurezza ha tentato di occultare per lungo tempo il rinvenimento di notevoli quantità di amianto.Anche in quest’area l’esercito viene utilizzato contro i cittadini che difendono il proprio diritto alla salute, coprendo nefandezze operate ai danni della popolazione.
Ora che la storia dell’amianto, che grazie alle innumerevoli pressioni fatte dalla cittadinanza stessa e dai tecnici che li rappresentano, non si può più nascondere, sono stati stanziati 850 mila euro per la bonifica che si vanno ad aggiungere agli oltre 50 milioni di euro stanziati per l’allestimento della discarica.

Cava Mastroianni
Non ci sono più parole. La cava Mastroianni,attigua alla tristemente famosa discarica di LO UTTARO, è tra le 10 discariche scelte dal governo per placare l’emergenza rifiuti. Lo Uttaro è stata definita una bomba chimica dal presidente della commissione parlamentare d’inchiesta e la gente di quell’area in luogo di una doverosa bonifica si vede arrivare una nuova discarica. È proprio vero che la legge non è uguale per tutti.L’articolo 32 della costituzione che sancisce il DIRITTO ALLA SALUTE non è valido per chi, sciaguratamente, abita in una zona che viene scelta come sito di discarica.
Questo soprattutto in Campania dove è possibile PER LEGGE disattendere tutte le normative europee in tema di discarica. IN EUROPA, infatti, LE DISCARICHE PER IL TAL QUALE SONO FUORI LEGGE, inoltre i siti di stoccaggio della frazione residuale dei rifiuti, ossia le discariche a norma, devono essere ad ALMENO 5 KM DALL’ABITATO, e mai e poi mai rifiuti speciali insieme a rifiuti ordinari.

INCENERITORI
Il processo d’incenerimento, in sintesi, tratta sostanze diverse allo stesso modo: bruciandole, ne diminuisce il volume aumentandone la pericolosità.
La legge 123 prevede per la Campania BEN 5 IMPIANTI DI INCENERIMENTO RIFIUTI.
In Europa e nel mondo questa metodica di trattamento dei rifiuti è in DISMISSIONE, per gli innumerevoli studi che ne dimostrano la nocività per l’ambiente e per la salute, ( vedi anche studi marzo 2008 dell’Istituto di vigilanza sanitaria francese), ma anche per l’importanza del RECUPERO DEI MATERIALI che nell’inceneritore finiscono il loro ciclo di vita, e per la non redditività del sistema produzione energia.Soprattutto in Campania dove saranno autorizzati a bruciare il tal quale, ossia la spazzatura così com’è, per mantenere livelli elevati di temperatura dell’impianto, si deve utilizzare gas metano, quindi si rende necessario utilizzare energie provenienti dall’esterno.
Ma il nostro governo ovvia anche a questo e decide che il contributo statale (CIP6 ), pagato dai cittadini sulla bolletta Enel per finanziare le energie RINNOVABILI, possa essere devoluto agli inceneritori addirittura anche per bruciare la frazione organica, bene prezioso per i nostri terreni in via di desertificazione.
Quindi le grandi multinazionali vengono in Campania a costruire con soldi pubblici, si fanno pagare per bruciare i rifiuti e usufruiscono di contributi statali per rendere produttivo il loro affare. E a noi? I FUMI E LE CENERI da smaltire nelle nostre discariche nelle quali si può, SEMPRE GRAZIE ALLA LEGGE 123, sversare qualsiasi tipo di rifiuto speciale e non.
5 impianti da 750 mila tonnellate /anno ( ognuno il triplo dell’inceneritore di Vienna) che potrebbero bruciare i rifiuti di più regioni che non facciano neanche un minimo di RD.

Acerra
Acerra rappresenta la pietra dello scandalo rifiuti in Campania.
Un imbroglio da mandare in fumo. Le irregolarità e le inefficienze che si sono perpetrate per oltre un decennio sono tutte agli atti della magistratura. I ritardi nella sua realizzazione non sono, infatti, opera dei comitati ambientalisti, ma stop della magistratura che ne segnalava le irregolarità. Dopo oltre 27 rettifiche il progetto fa ancora acqua da tutte le parti e nonostante le forzature governative e l’entrata in gioco della A2A di Brescia, non riescono a farlo entrare in funzione nemmeno per i collaudi.
Inoltre nessuno operatore di buon senso potrebbe concedere la VIA (valutazione di impatto ambientale) ad un inceneritore realizzato nel tristemente famoso TRIANGOLO DELLA MORTE, come è stata definita la zona dallo studio commissionato dalla protezione civile nell’ottobre del 2006.

UN ALTRO MODO È POSSIBILE
I cittadini campani, additati da tutto il mondo come esseri incapaci di fare la Raccolta Differenziata o di attuare qualsiasi buona pratica, continuano a subire, dopo 14 anni di strumentale emergenza, scelte scellerate sul proprio territorio operate direttamente dal governo centrale, in assenza assoluta di controllo da parte delle amministrazioni locali.
Noi che siamo nati qui, abbiamo dovuto aprire gli occhi, toglierci la benda e, prendendo coscienza della gravità del problema, siamo andati alla ricerca di soluzioni possibili nell’ambito delle tecnologie in uso in Italia e in Europa, per tutelare la nostra salute e la nostra economia basata sul turismo e su produzioni agro-alimentari.
Stiamo sottoponendo a istituzioni locali e regionali un modello per la soluzione del problema, basato sulla logica della FILIERA DEI MATERIALI E NON PIU’ SUL CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI.
Un ciclo virtuoso che rigeneri un’impiantistica già esistente sul territorio ( i 7 impianti ex CDR che possono divenire perfetti impianti di Trattamento a freddo dei rifiuti con una spesa complessiva di circa 10 milioni di euro contro i 1500 milioni di euro necessari per la costruzione degli inceneritori); con soluzioni per la frazione organica ( l’umido) che possa prevedere il compostaggio domestico, l’umido ai coltivatori diretti (Progetto Bacoli) e digestori anaerobici di piccole dimensioni e pertanto a scarso impatto ambientale. Ai 7 impianti può arrivare sia il rifiuto tal quale (con un maggiore dispendio di soldi ed energie per separali), sia un rifiuto differenziato, ossia già separato dalla frazione umida.
Ci sono anche soluzioni per la frazione indifferenziata (come l’impianto di estrusione modello Vedelago), una frazione che, con l’introduzione di buone pratiche può ridursi sempre di più.
Un ciclo che abbia come presupposto la RD porta a porta, la riduzione a monte degli imballaggi e del monouso e un percorso di CAMBIAMENTO DI ABITUDINI A VANTAGGIO DELL’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO.

[Coordinamento Civico Flegreo]

sabato 7 febbraio 2009

Consegnamo i rifiuti in piazza


Il Coordinamento Civico Flegreo invita i cittadini a consegnare i rifiuti differenziati la domenica mattina in piazza.

Nel volantino allegato troverete le date e i luoghi di questi eventi che si svolgeranno su tutto il territorio flegreo. Consegnateci i rifiuti ben differenziati separando tra loro carta, vetro, plastica, alluminio e acciaio. Riceverete un contributo economico, dei doni e tante informazioni sulla gestione dei rifiuti, sull'importanza della filiera dei materiali in alternativa al ciclo integrato dei rifiuti.

L'iniziativa ha luogo anche per promuovere il Convegno Internazionale ZERO WASTE che si terrà a Napoli tra il 18 ed il 21 febbraio. In piazza troverete anche materiale informativo sull'evento. Vi attendiamo numerosi per dimostrare davvero che un "altro modo è possibile" e che non siamo "geneticamente incapaci" di fare la raccolta differenziata.

[Doriana Sarli]