lunedì 31 marzo 2008

Individuazione aree da bonificare sito di Contrada Pisani


La conferenza dei servizi, che si è tenuta martedì 18 marzo 2008 nella sede della Prefettura, costituisce una pietra miliare nel processo di bonifica di Contrada Pisani a Pianura. E’ stato istituito ufficialmente un sito di interesse nazionale e sono state perimetrate le quattro grandi macroaree che saranno oggetto degli interventi del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Esse sono nell’ordine: località Zampaglione, il cratere della Senga, l’ex Difrabi e la collina di località Spadari.

Un breve excursus sulla storia dell’area è però necessario.

Località Zampaglione
L’area è stata già quattro anni fa sequestrata dalla magistratura a seguito delle denunce dei cittadini che a più riprese hanno segnalato alle autorità politiche, anche alla sindaca in diversi incontri alla fine del 2004, e a quelle giudiziarie e alle forze dell’ordine lo sversamento di rifiuti tossici ad opera della criminalità organizzata. L’area fu poi consegnata all’Arpac, l’agenzia regionale protezione ambiente Campania, per le opere di caratterizzazione. In assenza di fondi propri del Comune fu il Commissariato per le bonifiche al cui vertice vi è stato fino al febbraio 2008 il governatore della regione Campania, Antonio Bassolino, a stanziare 590.000 euro per la bonifica, così come ha riferito il sub commissario Cesarano in articolo del mese scorso a Il Mattino. L’attuale Commissario liquidatore, invece, Massimo Menegozzo, ha affermato, in sede di conferenza dei servizi, che i fondi stanziati ammontano a 300.000 euro. Egli non ha però riferito, nonostante sia stato sollecitato in tal senso dai rappresentanti delle associazioni in un incontro tenutosi nel mese di Febbraio in commissione regionale ambiente, come tale ingente somma sia stata spesa. Il Commissario ha promesso che si sarebbe informato presso i suoi collaboratori visto che è alla guida dell’ente da neanche 2 mesi. Egli, però, alla stessa domanda, all’incontro tenutosi il 18 Marzo, ha affermato di non avere risposte.

Cratere della Senga e ex Difrabi
Questa è l’area di maggior rilievo. Un cono vulcanico, del terzo periodo dei campi flegrei, riempito con i rifiuti solidi urbani dal 1952 fino agli anni ottanta e dove poi fu installato un maneggio privato con annessa pista per le corse dei cavalli. L’intera area, di proprietà della famiglia La Marca, il cui capostipite era il fratello dell’omonimo boss di Ottaviano, ha funto da discarica comunale gestita, fino alla sua saturazione, dal comune di Napoli. L’ex Difrabi, dal nome della società della famiglia di Francia (Difrabi è l’acronimo di Di Francia e Di Biasio, i due soci ora l’impresa, dopo un cambio di ragione sociale, ha preso il nome di Electrika Srl, società in liquidazione) è stata la zona della contrada dove, quando si saturò la discarica della Senga, fu localizzata la discarica privata e industriale, specializzata sia nello smaltimento dei rifiuti solidi e urbani sia di quelli tossici e nocivi. Quest’ultimo settore, specie dopo una delibera della regione Campania in cui si autorizzava lo sversamento anche dei rifiuti provenienti da altre regioni, ha costituito la più importante voce nel bilancio già floridissimo della società. Agli inizi degli anni novanta fu scavato un fosso profondo alcune centinaia di metri per sversarvi altro materiale rimasto poi vuoto a seguito di controlli della pubblica autorità. All’incirca nel 1984 nell’area a ridosso del cratere degli Astroni, di fronte al distributore di benzina esso, dove nel frattempo era stato ampliata una cava preesistente, gestita da un’altra società, furono scaricate mille tonnellate di fanghi dell’industria chimica Acna di Cengio. Nel 1994 al fine di recidere i legami tra le imprese dedite allo smaltimento dei rifiuti e la criminalità organizzata si passò dalla gestione privata a quella pubblica e si affidò la discarica all’Enea. Com’è noto, poi, la discarica fu completamente chiusa a seguito delle proteste dei cittadini esasperati dalle esalazioni venefiche che da essa emanavano. Il provvedimento fu adottato due anni dopo, nel 1996, alla presenza dell’allora sindaco della città, Antonio Bassolino con la promessa che l’intera area sarebbe stata bonificata e che su di essa sarebbe stato costruito un campo da golf a 18 buche con impianti sportivi e turistici per consentire una riqualificazione dell’intero cratere grazie ai fondi europei. Il progetto, annunciato in pompa magna dal neoeletto governatore della regione Campania, Antonio Bassolino, non è stato mai portato a termine anche per l’opposizione dell’allora presidente del Centro universitario sportivo, CUS, che avrebbe dovuto gestire gli impianti. L’idea a suo dire, in un contesto tanto degradato, era irrealizzabile e antieconomica.

Contrada Spadari
L’ultima area, Contrada Spadari, è una collina che costituisce uno dei bordi dell’ampio cratere dei Pisani, anch’esso risalente al terzo periodo dell’area Flegrea, dove da secoli sono ubicati vigneti di raro pregio e dove nell’ottocento fu costruito un castello, in rovina da più di un secolo, con un panorama di inconsueta bellezza, sulla piana sottostante, sul litorale domitizio, sull’isola d’Ischia e, quando il cielo è terso, sulle isole pontine. L’area, a differenza delle prime tre che si trovano all’interno del parco regionale dei campi flegrei, è situata nel parco metropolitano delle colline di Napoli, istituito nei primi anni 2000 dalla regione Campania. In prossimità di un suo cavone naturale sono stati sversati materiali di risulta edilizia, enormi quantità di pneumatici, scarti di macelleria e di negozi alimentari e rifiuti tossici di incerta natura e provenienza. Pur essendo il mare a dieci kilometri di distanza i gabbiani ci vengono a sfamarsi. Nei giorni di maltempo essi volano cupi sulla collina descrivendo un infernale girone dantesco. L’area fu transennata a seguito delle denunce degli abitanti della sottostante via comunale Pisani che segnalarono il rischio grave e concreto che i rifiuti sversati potessero a causa di smottamenti della collina, franare a valle travolgendo le abitazioni. Chi scrive chiese l’aiuto dell’allora consigliere comunale, Pietro Diodato, senza che fosse fatto nulla. La popolazione locale si rivolse quindi all’allora presidente della circoscrizione Natalino Zarra che fece apporre una lunga rete di protezione in metallo e dei voluminosi New Jersey, struttura in cemento armato, per impedire ai camion di sversare abusivamente rifiuti di vario genere. Nel frattempo nuovi varchi sono stati aperti e la rete metallica è divenuta fatiscente e insufficiente a contenere le mire speculatrici della criminalità.

[Crescenzo Mele]
da 'La Municipalità' del 26.03.2008

Forse siamo sulla strada giusta.Tu che ne dici? Seconda puntata


Dopo una difficilissima battaglia vinta a suon di fax e telefonate dall'amico Crescenzo Mele con il Ministero per essere accreditati tra le Associazioni da invitare alla Conferenza di Servizi ed a quelle successive, si è tenuta ieri la seconda riunione presieduta:

  • dal Dott. Mascazzini, Direttore generale del Ministero;
  • dall'Ing. Emilio Tassoni, Capo dipartimento del Ministero per la tutela del territorio e del mare;
e con la presenza della Provincia di Napoli, dell' ARPAC e dell'ASL.

Preliminarmente è stato comunicato che la Provincia ed il Comune avevano approvato la perimetrazione stabilita nel corso del precedente incontro in Prefettura, per cui il Ministero stava già elaborando il piano di caratterizzazione dell'intera area. Poichè nel corso del dibattito ci sono state richieste di inserire nella perimetrazione altre aree di apparente criticità, il Dott. Mascazzini ha precisato che tale perimetrazione non è definitiva e, pertanto, può essere sempre integrata ( in aumento e mai in diminuzione), laddove necessario. Per le richieste avanzate nell'incontro, il Ministero interesserà il Comune di Napoli per i necessari accertamenti cartografici al fine di verificare se, nel tempo, sono stati superati i livelli di campagna; ciò non toglie che anche i richiedenti potranno esibire, in tempi ristretti, eventuale documentazione a supporto delle loro tesi. Il Dott. Mascazzini ha chiarito, in modo inequivocabile, che, in caso di dubbi sui risultati delle indagini, si procederà alla caratterizzazione dei siti. E' stato anche chiarito che non si faranno indagini sulla discarica DIFRABI, ma si procederà direttamente alla bonifica, essendo oramai di dominio pubblico la presenza di materiali inquinanti.

Segnaliamo, tra gli interventi dei convenuti, in particolare quello dell' Ente Parco dei campi flegrei, che, non essendo stato invitato nel primo incontro, ha richiesto una copia del Piano di perimetrazione delle aree, con l'impegno di di produrre, in tempi brevissimi, le loro osservazioni a riguardo.
I criteri generali del piano di caratterizzazione riguarderanno:

- indagini geofisiche e termografiche;
- carotaggi dei suoli a varie altezze per accertare lo stato delle falde superficiali e di profondità;
-accertamenti con prelievi di suoli e di materiali per verificare la compatibilità ambientale.

Per iniziare le attività occorre un apposito decreto di attuazione che dovrebbe uscire sulla Gazzetta Ufficiale entro 30/45 giorni, per cui il Ministero, in questo lasso di tempo, provvederà ad espletare anche la gara per i lavori di bonifica, in modo da essere pronti ad iniziare i lavori non appena emesso il decreto. I lavori avranno una durata di circa cinque anni.

I prossimi incontri si terranno presso la sede dell'ARPAC, in quanto responsabile della caratterizzazione dell'attuazione del piano di caratterizzazione. Ci aspettiamo, pertanto, una nuova convocazione per esaminare in dettagli il suddetto piano.
Concludo con la speranza che questa soap opera sia a lieto fine e che le puntate non siano infinite, per cui non bisogna assolutamente abbassare la guardia.

[Mario Rosario Gleijeses]

giovedì 20 marzo 2008

Forse siamo sulla strada giusta. Tu che ne dici?


Il giorno 20 c.m. siamo stati convocati, con altre Associazioni, in Prefettura per la conferenza di servizio volta a delineare le strategie per la bonifica della discarica di Contrada Pisani, che, come previsto da apposita delibera del Ministero dell’Ambiente è divenuta “sito di interesse nazionale".
Tale incontro fa seguito a quello svoltosi lo scorso mese di febbraio presso la Commissione Ambiente della Regione, presieduta dal Presidente Ragosta.
La riunione è stata presieduta dal Direttore del Ministero dell’Ambiente, con la partecipazione di tutti gli Enti localI (Provincia, Comune, Commissariato all’emergenza) e dagli Organismi di verifica e di controllo(Asl, Arpac). Al tavolo della Presidenza erano anche seduti il Professore Ortolani e un assistente del Professore de Vivo, espressamente invitati dalla Dott.ssa Buda a partecipare in nome e per conto della cittadinanza.
Per parte nostra, di concerto con le Associazioni presenti, abbiamo detto e fatto mettere a verbale la richiesta che, a garanzia di tutti i cittadini, nei Comitati tecnici istituiti per le diverse fasi operative dei lavori, fossero inseriti i suddetti Professori; tale richiesta è stata accolta, non solo per le motivazioni prima dette, ma anche per la loro professionalità e competenze tecnico-scientifiche sempre manifestate.

I punti salienti dell’incontro sono stati:

- la perimetrazione dell’area da bonificare comprende anche tutte le discariche abusive presenti nel comprensorio;
- l’impegno a definire in tempi brevissimi un accordo di programma tra tutti i soggetti, a vario titolo, interessati;
- gli incontri di aggiornamento sull’avanzamento delle varie fasi di lavoro - da tenersi anche a Roma per motivi logistici - vedranno sempre la partecipazione dei cittadini, tramite le Associazioni territoriali;
- l’impegno ad effettuare, nel più breve tempo possibile, la gara di appalto delle opere a farsi, in modo da dare inizio ai lavori nei tempi strettamente necessari;
- l’esistenza di un impegno finanziario di 20 milioni di Euro, anche ampliabili in caso di sopravvenute esigenze.

L’incontro è stato giudicato estremamente positivo e costruttivo da parte di tutti convenuti. Ciò non toglie che tutte le Associazioni non dovranno mai abbassare la guardia, ma anzi pressare le suddette Istituzioni in modo da non commettere gli stessi errori del passato, quando si sono date deleghe in bianco ai politici, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Spero di poterVi aggiornare al più presto, il chè significherà che l’impegno preso dai politici sta andando avanti.

[Mario Rosario Gleijeses]

venerdì 14 marzo 2008

Lettera del Presidente al Prof. Franco Ortolani


Egr. Prof. Ortolani,

sembra che la lunga storia della discarica di Pianura stia andando a buon fine in quanto il Ministero dell'Ambiente, come da documento allegato, ha deliberato di inserire la Contrada Pisani nell'elenco dei siti di interesse nazionale e, pertanto, procederà alla bonifica dell'intera area. Il raggiungimento di tale obiettivo si è reso possibile grazie al coinvolgimento di tutti, dai cittadini alle Associazioni.
Ma un riconoscimento doveroso e particolarissimo lo dobbiamo a Lei che, con la Sua professionalità e disponibilità manifestata in ogni occasione, pubblica o privata, ha prodotto verso gli Enti e le Istituzioni consulenze, testimonianze ed elaborati di indiscutibile valore tecnico-scientifico, che hanno portato alla decisione finale.
Naturalmente Le chiediamo ancora di proteggerci in questa delicata fase, che si sta delineando, di progettazione e di realizzazione delle opere di bonifica. Per parte nostra ci ritenga a Sua completa disposizione per qualsiasi necessità e incombenza, atteso che, come Lei ci autorizzò, il Suo nominativo è inserito, tra gli Esperti nello Statuto della nostra Associazione.

Mario Rosario Gleijeses
Presidente Associazione Area Flegrea

martedì 11 marzo 2008

1° obiettivo raggiunto: Parte la bonifica!

Credo che tutti saranno d'accordo con noi a considerare il documento che pubblichiamo, come una pietra miliare nel percorso che abbiamo deciso d'intraprendere.

Percorso, che continueremo sperando anche nell'attiva partecipazione di chi, come noi, deciderà di delegare se stesso al cambiamento.

[E.C.]

ART. 252 DEL TESTO UNICO AMBIENTALE 152/2006
ART. 252 (siti di interesse nazionale)1. I siti di interesse nazionale, ai fini della bonifica, sono individuabili in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonche' di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali.2. All'individuazione dei siti di interesse nazionale si provvede con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, d'intesa con le regioni interessate, secondo i seguenti principi e criteri direttivi:a) gli interventi di bonifica devono riguardare aree e territori, compresi i corpi idrici, di particolare pregio ambientale;b) la bonifica deve riguardare aree e territori tutelati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;c) il rischio sanitario ed ambientale che deriva dal rilevato superamento delle concentrazioni soglia di rischio deve risultare particolarmente elevato in ragione della densità della popolazione o dell'estensione dell'area interessata;d) l'impatto socio economico causato dall'inquinamento dell'area deve essere rilevante;e) la contaminazione deve costituire un rischio per i beni di interesse storico e culturale di rilevanza nazionale;f) gli interventi da attuare devono riguardare siti compresi nel territorio di più regioni.3. Ai fini della perimetrazione del sito sono sentiti i comuni, le province, le regioni e gli altri enti locali, assicurando la partecipazione dei responsabili nonche' dei proprietari delle aree da bonificare, se diversi dai soggetti responsabili.4. La procedura di bonifica di cui all'articolo 242 dei siti di interesse nazionale e' attribuita alla competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, sentito il Ministero delle attività produttive. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio può avvalersi anche dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente delle regioni interessate e dell'Istituto superiore di sanità nonche' di altri soggetti qualificati pubblici o privati.5. Nel caso in cui il responsabile non provveda o non sia individuabile oppure non provveda il proprietario del sito contaminato ne' altro soggetto interessato, gli interventi sono predisposti dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, avvalendosi dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), dell'Istituto superiore di sanità e dell'E.N.E.A. nonche' di altri soggetti qualificati pubblici o privati.6. L'autorizzazione del progetto e dei relativi interventi sostituisce a tutti gli effetti le autorizzazioni, le concessioni, i concerti, le intese, i nulla osta, i pareri e gli assensi previsti dalla legislazione vigente, ivi compresi, tra l'altro, quelli relativi alla realizzazione e all'esercizio degli impianti e delle attrezzature necessarie alla loro attuazione. L'autorizzazione costituisce, altresì, variante urbanistica e comporta dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori.7. Se il progetto prevede la realizzazione di opere sottoposte a procedura di valutazione di impatto ambientale, l'approvazione del progetto di bonifica comprende anche tale valutazione.8. In attesa del perfezionamento del provvedimento di autorizzazione di cui ai commi precedenti, completata l'istruttoria tecnica, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio può autorizzare in via provvisoria, su richiesta dell'interessato, ove ricorrano motivi d'urgenza e fatta salva l'acquisizione della pronuncia positiva del giudizio di compatibilità ambientale, ove prevista, l'avvio dei lavori per la realizzazione dei relativi interventi di bonifica, secondo il progetto valutato positivamente, con eventuali prescrizioni, dalla conferenza di servizi convocata dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. L'autorizzazione provvisoria produce gli effetti di cui all'articolo 242, comma 7.9. E' qualificato sito di interesse nazionale ai sensi della normativa vigente l'area interessata dalla bonifica della ex discarica delle Strillaie (Grosseto). Con successivo decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio si provvederà alla perimetrazione della predetta area

Raccolta differenziata porta a porta: ecco come è andata a finire...


VOLANTINO
I comitati, le associazioni ed i cittadini puteolani, firmatari della petizione per la raccolta differenziata porta a porta sull’intero territorio comunale con più di 5000 firma raccolte , in data 4 marzo hanno chiesto di poter consultare il piano per la RD del Comune di Pozzuoli, hanno fatto le loro osservazioni e lo hanno all’unanimità rifiutato perché inadeguato, discriminatorio, riduttivo e soprattutto provvisorio.
Volevamo che il Commissario e i Tecnici del Comune si impegnassero per un piano di raccolta differenziata mirante alla riduzione, al riuso e al riciclo, in modo da poter raggiungere in tempi accettabili una percentuale di differenziata del 60-70%, percentuali raggiungibili come dimostrano le esperienze di molte altre città italiane e campane . Un Piano che partisse da una semplice operazione indispensabile e risolutiva : separare il secco dall’umido.

Il piano invece è stato elaborato senza rispettare le norme e direttive europee per la consultazione dei cittadini e della comunità interessata!

Il piano non prevede:
- l’organizzazione della raccolta domiciliare porta a porta su tutto il territorio puteolano;
- la sua diffusione e implementazione in tempi scadenzati;
- misure per la riduzione degli imballaggi, per la limitazione dei prodotti usa e getta, per la diffusione del vuoto a rendere;
- misure per la tracciabilità della filiera del ciclo dei rifiuti;
- altre misure che pure sarebbero necessarie e urgenti in questa fase.

Esso, inoltre, è estremamente oneroso con una spesa di circa 6 milioni di euro per una durata di pochi mesi (fino ad agosto 2008).

Questo piano, funzionale a tutte le logiche speculativee e nocive dell’emergenza che finora ci hanno costretto a vivere nel massimo degrado ambientale, non garantisce che si avvii una fase virtuosa e corretta di gestione del ciclo dei rifiuti e il superamento dell’emergenza.
Ancora una volta denunciamo l’incapacità delle Istituzioni e annunciamo che prepareremo nelle prossime settimane alcune iniziative volte alla corretta informazione e alla sensibilizzazione della cittadinanza. Ogni cittadina e cittadino di buona volontà è chiamata/o alla proprie responsabilità.
Il piano del Comune, grazie alla disponibilità di alcuni cittadini, è disponibile sul sito http://piano.altervista.org/

Oggi, 14 marzo 2008, elementi inediti emersi dalla nuova stesura del piano del RD di Pozzuoli, ci portano a ridiscutere i termini dell'eventuale protesta. Lunedì 17 marzo 2008 alle ore 18:00 ci sarà un'assemblea delle Associazioni attive sull'argomento.

[LA CITTADINANZA ATTIVA]

per informazioni
info@areaflegrea.org

Abusivismo a Contrada Pisani

L'articolo che segue, è tratto dal mensile 'la Municipalità', un giornale nato due anni fa che si occupa dei problemi di vivibilità della municipalità Pianura-Soccavo.

E’ mercoledì 13 febbraio, Daniela De Crescenzo, cronista de 'Il Mattino', mi raggiunge al cellulare. Mi informa dell’avvenuto sequestro di alcune villette e di un laboratorio di pasticceria in via Sant’Antonio dei Pisani, chiedendomi al contempo un commento. Contrada Pisani che ritorna al centro dell’attenzione delle cronache dopo essere stata sotto i riflettori del mondo intero dopo la sciagurata decisione, poi annullata a seguito della rivolta popolare, di riaprire dopo 12 anni la discarica. Vengo dunque messo a parte di un fatto che, da cittadino rispettoso delle regole, mi auguravo accadesse da tempo. Si perché sono anni che alcuni di noi, cittadini della contrada, denunciano a più riprese sui giornali e alla sezione antiabusivismo del comune di Napoli, la ripresa aggressiva e criminosa del fenomeno dell’abusivismo edilizio. Fino ad un paio d’anni fa a Contrada Pisani, tranne qualche caso isolato quanto esecrabile, gli abitanti locali avevano costruito piccoli manufatti, spesso semplici ampliamenti di vecchi casolari di campagna che nella pianura del cratere, albergano da tempo immemore. Lo stato di necessità economico, l’ ignoranza delle leggi e la mancanza di un maturo senso civico hanno spinto i discendenti degli antichi coloni che da Quarto e dal centro del quartiere di Pianura si insediarono nella contrada nella seconda metà dell’ Ottocento a costruire, senza chiedere il permesso allo Stato, le proprie piccole ed umili abitazioni. Non voglio giustificare questo fenomeno. Esso va però compreso e inserito in un più ampio contesto nel quale, tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, la fame di case, il boom demografico e la non attitudine degli abitanti locali a rivolgersi alle istituzioni per venire incontro ai propri bisogni da un lato e l’assoluta incapacità e indisponibilità di queste ultime a farsene carico dall’altro ha prodotto lo sviluppo di un modesto nucleo di abitazioni unifamiliari, sparse tra le campagne della località. Il condono edilizio del 1985 ,però, sanava una condizione che si era a lungo tollerata ma che non aveva prodotto, almeno nella contrada, danni ambientali di qualche rilievo. La colpevole tendenza a reiterare i condoni ,invece, istituiti nuovamente ogni 9 anni, nel 1994 e nel 2003, con diversi governi, di diverso colore politico, ha indotto nel cittadino medio la convinzione che tutto fosse possibile, sanabile ex post con una legge ad hoc dello Stato. Questa politica ha prodotto risultati nefasti, sia sul piano ambientale che su quello della legalità. Ha ingenerato la chiara percezione che lo Stato non volesse far rispettare delle regole basilari per la civile convivenza e che indulgesse nel perdonare gli illeciti dei propri cittadini sia per motivi di consenso elettorale che per incamerare denaro attraverso il pagamento delle oblazioni e di oneri di urbanizzazione e di concessione via via più onerosi. Invece che far rispettare le leggi urbanistiche per tutelare l’ambiente e in ultimo la salute dei propri cittadini le istituzioni hanno messo in atto un progetto criminoso: assecondare quanti non hanno i mezzi socio economici e culturali per acquistare o costruire una casa nella legalità per non scontrarsi con essi e per far crescere l’economia legata alle settore edilizio. Per far arricchire qualcuno si è perpetrato lo scempio del territorio compromettendo il già fragile equilibrio idrogeologico del nostro paese, disseminandolo di case tirate su in tutta fretta, senza il rispetto delle più’ elementari regole di staticità e sicurezza, spesso modestissime sul piano estetico e funzionale, arrecando un danno economico incalcolabile all’intera comunità, favorendo il lavoro in nero e la criminalità organizzata. In questo scenario che non è consono ad un paese civile si inserisce come da cornice la estesa corruzione del corpo della polizia municipale e dei funzionari comunali addetti alla sorveglianza delle aree a rischio abusivismo. Tutti, dico tutti, coloro che costruiscono un’abitazione senza la regolare concessione edilizia asseriscono di pagare tangenti alle forze dell’ordine in cambio del loro silenzio, del loro non vedere e non sentire almeno nella prima fase della costruzione delle case. I tutori dell’ordine si presentano poi quando ormai l’abitazione è stata completata e quando è stata già abitata e ciò nella piena certezza che mai e poi mai verranno applicate le misure sanzionatorie più gravi ma le uniche ad essere veramente efficaci: l’abbattimento del corpo del reato. Schiere di avvocati e legulei, approfittando di una legislazione tanto severa quanto farraginosa, si inseriscono in quelle che appaiono essere delle lacune colpevolmente volute dal legislatore. Basti pensare alla possibilità di ricorrere al Tar avverso la delibera di abbattimento. La politica anziché far rispettare le regole, dando il buon esempio a cittadini probi e onesti che non intendono infrangere la legge, assiste inerme al fenomeno per trarne vantaggi volti alla propria autoperpetuazione. Essa trae beneficio da questa bolgia infernale in cui si danneggia la collettività per l’interesse di chi non ha a cuore l’interesse comune. Essa si guarda bene dall’attuare una seria politica abitativa che favorisca norme severe ma più chiare e trasparenti, procedimenti di concessione delle licenze edilizie più veloci. Il tutto per venire incontro ai bisogni delle famiglie.
Per ritornare ai fatti di contrada Pisani occorre ricordare che l’abusivismo edilizio della contrada è stato finora di carattere non speculativo, diverso da quello che a cominciare dal dopoguerra si è verificato sulle colline di Posillipo, del Vomero e poi, tra gli anni 70 e il dopo terremoto a Pianura. Negli ultimi anni invece il fenomeno ha assunto un chiaro carattere speculativo. Ville tanto brutte quanto di proporzioni ciclopiche stanno sorgendo soprattutto in collina, in assenza di fogne e di illuminazione, su di un territorio piroclastico, facilmente franabile. Si pensi all’enorme danno ambientale perpetrato in via Nino Rota. Non penso che questo stato di cose giovi nel medio e lungo periodo veramente a qualcuno. Il mio vuole essere un invito a non commettere più illeciti di questo tipo e a completare la sanatoria istituita dai sopracitati condoni, in ossequio alla delibera del dicembre 2006 e la cui improrogabile scadenza è stata fissata per l’ultima volta al 30 giugno 2008. Solo allora potremo affrancarci dallo stigma di abusivi e potremo, insieme a tutti i cittadini del quartiere, smettere i panni di paria, di intoccabili della comunità e interloquire a testa alta con l’amministrazione comunale per poter pretendere quei servizi finora negati quali strade e fogne. Solo allora potremo fare definitivamente naufragare il disegno criminoso di alcuni di trattarci ad intervalli periodici ma regolari e tristemente famosi come discarica sociale e umana.

[Crescenzo Mele]

giovedì 6 marzo 2008

Piano dei rifiuti del Comune di Pozzuoli


A seguito della petizione popolare presentata al Commissario straordinario del Comune di Pozzuoli( circa 4000 firme) per la raccolta differenziata "porta a porta", siamo stati convocati per per prendere visione del Piano da approvarsi obbligatoriamente entro il prossimo 11 Marzo. Il Commissario, dopo aver dato notizia della gara di appalto espletata per il servizio di raccolta dei rifiuti, ha illustrato per sommi capi i contenuti essenziali del Piano, che avrà vigore fino ad Agosto 2008- ma non è specificata una data di inizio- e che potrà essere modificato, a suo dire, anche in corso di attuazione. Attese le assurdità previste nel Piano,tutte le Associazioni e i cittadini presenti hanno chiesto di poter formulare degli emendamenti al testo, chiedendo almeno tre giorni di tempo; il Commissario, però, ha dato solo due giorni di tempo, chiarendo che avrebbe accettato una sola proposta da parte dei presenti, ma che comunque non sarebbe stata oggetto di esame da parte della Commissione,tenuto conto dei tempi brevi per licenziare il Piano.Il giorno successivo siamo stati ricevuti all'Assessorato dell'Ambiente della Provincia di Napoli, ove, dopo ampia discussione, abbiamo evidenziato le perplessità sul Piano presentato dal Comune, riscontrando piena condivisione sulle nostre posizioni. Comunque di seguito riportiamo la nota indirizzata al Commissario straordinario del Comune di Pozzuoli e sottoscritta dalle Associazioni e cittadini presenti e che inoltreremo anche a Regione, Provincia e Commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti.


Al commissario straordinario di Pozzuoli
dott. Domenico Bagnato
I comitati,le associazioni e i cittadini firmatari di tale documento, riuniti in sessione straordinaria,dopo aver visionato, nei tempi strettissimi loro concessi,il piano per la raccolta differenziata, stilato dal comune di Pozzuoli,firmatari A.Tovecci, A.Maione, L.Salzano e consegnato in data 04.03.2008:
esprimono le seguenti osservazioni
Il piano prevede una validità di soli 6 mesi ,fino ad agosto 2008 non rappresentando nei fatti una premessa alla corretta gestione dei rifiuti, ma una misura d’emergenza nell’emergenza, senza alcuna previsione di sviluppo futuro.
I vincitori della gara d’appalto prevista per tale data dovrebbero attenersi alle direttive già presenti nel piano e non viceversa.
Il piano non individua una data di partenza e considerata l’emergenza ancora in atto, nonché l’approssimarsi del caldo, era d’obbligo che nell’immediato si prevedesse per tutta la popolazione la separazione dell’organico dal resto dei rifiuti.
I firmatari di questo documento non hanno avuto la possibilità di esprimersi sull’elaborazione e critica del piano,forse già stilato ,ma certamente non comunicato ufficialmente alla popolazione(affissi)nei tempi congrui dai tecnici preposti
Sarebbe stato necessario, inoltre, inserire nel piano norme che consentano a tutti i cittadini l’accesso, anche attraverso internet ,per tutto ciò che concerne la Raccolta,il Conferimento,il Confinamento e/o lo Smaltimento dei rifiuti nonché la possibilità di poter partecipare e confrontarsi periodicamente con le pubbliche amministrazioni nel rispetto della direttiva dell’UE n. 35 del 2003 che recepisce la convenzione di Aahrus.
Nel piano non è prevista l’espansione,nel tempo,della raccolta differenziata porta a porta fino a coprire l’intero territorio urbano anche solo per grandi linee.
Il regime “misto”di raccolta dei rifiuti,prevedendo l’utilizzo di cassonetti,comporta la differenziata certamente più impura e meno controllabile rispetto alla raccolta porta a porta,con successivi costi di depurazione aggiuntivi per il comune.
Il piano prevede un regime di raccolta differenziata per quartieri, con zone per il porta a porta e zone con cassonetti,ma non specifica se il pagamento della tarsu sarà uguale per tutti i cittadini. In ogni caso ciò rappresenterebbe un’ingiustizia sociale,anche solo perché i cittadini stessi non sono stati resi partecipi di tale decisione.
In ogni caso tale tipo di differenziata porta a porta,previsto solo per grandi condomini o parchi chiusi,è discriminatorio ed anti-democratico,avendo come destinatari “privilegiati”di tale metodologia di raccolta domiciliare prevalentemente cittadini già sensibili alla tematica e spesso già autogestiti e residenti in aree non particolarmente disagiate,al contrario di altre(costituenti la gran parte del territorio) che restano,come sempre abbandonati all’abituale degrado.
Inoltre,l’impresa che da pochi giorni ha vinto la gara d’appalto per la differenziata fino ad agosto,non prevede neanche i contenuti,già deficitari, del piano e quindi chi provvederà a raccogliere i rifiuti porta a porta nelle zone definite dal piano?
Nel piano non sono previste sanzioni né incentivi per quegli esercizi/condomini ecc,che nelle aree prestabilite, siano particolarmente virtuosi o che evadano la raccolta differenziata.
Nel piano non si fa menzione sulle modalità di un’eventuale modifica del piano stesso in corso d’opera,dichiarate a voce dal prefetto durante l’incontro del 04.03.2008.
I firmatari di questo documento si oppongono al disegno di istituire un sito di compostaggio dell’umido comune a tutta l’Area Flegrea, sia per il notevole impatto ambientale che per la mancanza di professionalità dimostrata sinora dalla pubblica amministrazione. Gli stessi firmatari propongono più siti di diversa gestione aerobica ed anaerobica per trattare le differenti frazioni di umido domestico e di qualità, avvalendosi di moderne tecnologie, o anche di stazioni urbane di piccole dimensioni ed altre idee supportate da referenze tecniche affidabili.
Tra le ambiguità e contraddizioni del piano, i dati riportati(ad esempio quelli concernenti la raccolta dell’umido) non fanno riferimento ad alcuna fonte tecnico-scientifica, né sono conformi alle medie che generalmente compaiono nei dati pubblicati dalle associazioni ambientaliste.

AL FINE DI QUANTO ARGOMENTATO:



  1. vista l’assoluta precarietà e vaghezza del piano suddetto;
  2. considerando che ci sono più di 4000 cittadini firmatari di una petizione a favore della raccolta differenziata porta a porta capillare e non in piccole aree privilegiate ad alto reddito pro-capite;
  3. vista l’assoluta mancanza di una programmazione,anche solo per grandi linee,dell’incremento della raccolta differenziata porta a porta; Le associazioni,i comitati e i cittadini decidono all’unanimità di rigettare completamente il piano,e promuoveranno azioni di divulgazione di tale motivato dissenso.
    Nasce un dubbio lecito che il comune abbia l’intento di venire commissariato per la gestione dei rifiuti allontanandosi completamente dagli obiettivi previsti dal piano del 65% di raccolta differenziata da raggiungere al massimo in tre anni.

    In fede
    Associazione Sentinella
    Associazione Lello Mele
    Associazione Attivamente
    Associazione Area Flegrea
    Rete Donne in Nero
    Associazione Oltre l’Averno
    Meetup Beppe Grillo
    Comitato popolare Via Napoli
    Altromodo Flegreo
    Comitato Cuma Vive
    Cittadini e Comitati spontanei

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