domenica 25 gennaio 2009

Manutenzione parchi e giardini a Pianura: questo illustre sconosciuto


Già la mattina del 31 dicembre mi ero recato davanti alla sede dell’ufficio del comune di Napoli che ospita gli addetti alla manutenzione dei parchi e giardini del quartiere, in via Montagna Spaccata all’angolo con via Sartania, di fronte alla caserma dei vigili del fuoco. Avevo intrattenuto una prima conversazione con tre dipendenti comunali che invece che lavorare erano tutti elegantemente vestiti e intrattenevano una non so quanto interessante conversazione con il salumiere al piano di sotto. Chi scrive li ha trovati imboscati nella salumeria che, placidi e tranquilli, svolgevano il loro lavoro tra panettoni e baccalà affumicato. Già allora avevo intuito che non sarebbe stato un viaggio di piacere ma mai avrei immaginato che una simile avventura potesse trasformarsi in un incubo.

Invitato a visitare gli uffici all’indomani delle feste natalizie mi ci sono recato il 7 gennaio per costatare di persona quali sono le cause del pessimo funzionamento del servizio al quale sono preposti questi lavoratori. Mi sono dovuto infondere un gran coraggio nel salire le scale. L’edificio è fatiscente e indecoroso e si stringe il cuore in gola per lo sconforto a vedere tanto squallore. Al primo piano una porta aperta m’introduce in un appartamento adibito a ufficio e lì trovo un dipendente che seduto su una sedia fuma e chiacchiera con un altro collega in giubbotto che risponde alle mie domande con le mani in tasca senza mai, sarà colpa della temperatura bassissima, tirarle fuori nemmeno per un momento. Il freddo nell’appartamento è polare, una stufa elettrica vecchia e malandata è attaccata alla presa della corrente. I locali sono sporchi, gelidi, con le pareti scrostate, tre docce per gli operai di cui una soltanto funzionante. Due poltrone logore e sdrucite accolgono gli sfortunati visitatori. Gli impiegati lamentano la mancanza di attrezzature, fanno presente che hanno riparato a loro spese gli arnesi del proprio lavoro facendo ricorso a delle collette tra colleghi, sono privi di mezzi per recarsi sul posto di lavoro, non c’è un deposito dove custodire roncole, ramazze e taglia erbe. I lavoratori denunciano condizioni di lavoro disumane, molti non hanno le scarpe e quelli che le hanno sono vecchie e non a norma.

L’impressione che se ne ricava è quella di un ambiente malsano in cui regna un generale clima di degrado e desolazione. Gli operai se da un lato non sono messi nella condizione di lavorare adeguatamente sembrano comunque essere pienamente consapevoli dei loro diritti quanto poco attenti ai propri doveri. I giardini del quartiere, se si fa eccezione di quelli dei quattro parchi, Attianese, Falcone, Anaconda e Sud Camaldoli e di quelli delle scuole pubbliche, manutenzione che pure spetta all’ufficio visitato, versano in uno stato pietoso, in particolare quelli lungo via Montagna Spaccata e nei pressi del polo artigianale, specie il verde antistante alla necropoli greco-romana. Rifiuti di ogni tipo, stracci e cartoni, persino pneumatici e un rifugio di fortuna per un barbone della zona fatto con pezzi di legno e un materasso lacero e intriso di pioggia fanno bella mostra di sé tra i ruderi archeologici. Se il passato a Pianura è rappresentato dal monumento funebre che i nostri antenati avevo dedicato al culto dei morti il presente del quartiere è segnato da pannolini e sacchetti di immondizia sventrati dai cani randagi.

Le responsabilità di Asia sono enormi. Guido Lauria raggiunto al telefono mi ha risposto che sarà a Pianura per un sopralluogo la settimana prossima. I cassonetti posti lungo la strada sono continuamente vandalizzati, quelli rimasti diventano insufficienti e i soliti incivili abbandonano i sacchetti della spazzatura per terra dove sono presi di mira dai cani per i loro miseri pasti con il risultato che rifiuti di ogni tipo sono sparsi per le aiuole circostanti. Gli operai comunali riferiscono che sono stanchi di raccogliere deiezioni degli animali, preservativi abbandonati in questo nuovo parco dell’amore che è il polo artigianale. Avranno pure ragione perché l’inciviltà di noi abitanti del quartiere sembra davvero sconfinata. Non si può neppure pretendere, però, che essi siano adibiti alla sola coltivazione delle rose come le loro rivendicazioni sembrano pretendere.

Non siamo a Buckingham Palace e questi operai non sono al servizio di sua Maestà Queen Elisabeth II ma devono rendere con il loro lavoro più dignitosa la qualità della vita degli abitanti del quartiere. Essi devono, senza mezze misure, essere messi in grado di lavorare ma devono anche non continuare a farsi scudo dell’inefficienza della macchina amministrativa e adempiere il proprio dovere. Ventiquattro operai sono sufficienti per rendere il verde di Pianura degno di quello di Regent’s Park. L’assessore municipale all’igiene Giorgio Lanzaro - al quale è stata affidata dal mese di novembre la responsabilità del settore che prima era di pertinenza del servizio centrale comunale parchi e giardini - ha assicurato che sono stati stanziati ventimila euro per l’acquisto di nuove attrezzature e che ci si sta adoperando per trovare alla categoria una nuova e più decorosa sede nei pressi di via Cannavino. A lui spetta un compito assai arduo, una mission impossibile. Torneremo a breve sull’argomento per costatare quali effetti ha sortito la nostra inchiesta e se l’assessore si dimostrerà all’altezza della difficile sfida che lo attende.

[Crescenzo Mele]
da 'La Municipalità' del 01.2009
http://www.lamunicipalita.it