lunedì 11 febbraio 2008

Sta aumentando davvero la mortalità in Campania?


Rischi percepiti e dati di fatto

In diverse aree della Regione Campania i cittadini avvertono insicurezza riguardo la propria salute. Viviamo in un’epoca in cui l’ambiente è fortemente modificato dall’urbanizzazione, la creazione di impianti industriali, il traffico con conseguente inquinamento atmosferico e, da ultimo, lo smaltimento o il mancato smaltimento dei rifiuti solidi urbani e quello più problematico dei rifiuti industriali. Quasi sempre, le modifiche ambientali provocano accesi dibattiti in merito alle scelte; a volte si creano preoccupazioni in merito ai possibili effetti di sostanze prodotte dai processi industriali, sostanze che in alcuni casi sono potenzialmente tossiche.
Attualmente, grande è il timore che i rifiuti possano provocare danni per la salute. Sono stati individuati terreni o cave in cui sono stati sversati o sepolti rifiuti tossici e molti, sfiduciati, credono che anche nelle discariche controllate ci siano materiali tossici. Le voci si sovrappongono alle voci e si arriva ad una verità, accettata unanimemente e inconfutabile: si muore di tumore; oppure: siamo pieni di malformazioni congenite; o ancora: aumentano le malattie infettive, dalle meningiti alle diarree alle infezioni respiratorie.
Ora, in Campania, come in tutta Italia, funziona la rilevazione dei dati di mortalità, curata dai Comuni, dall’Istat e dalle Aziende Sanitarie Locali, le quali curano anche la sorveglianza sulle malattie infettive, i sistemi informativi sulle cause di ospedalizzazione, ed altri importanti eventi di salute come la frequenza di alcune gravi patologie e dei principali fattori di rischio per la salute.
Le convinzioni riguardanti i danni per la salute reggono alla prova dei fatti?

La mortalità in Campania si è ridotta
L’Istat ha reso noti i dati di mortalità fino al 2002 e L’Osservatorio Epidemiologico della Regione Campania ha pubblicato la serie a partire dal 1980. Dal 1980 al 2002 il numero di decessi è diminuito da circa 8,4 per 1000 abitanti a 8,2 decessi per mille abitati. Nello stesso periodo, in Italia si è passati da 9,8 a 9, decessi ogni 1000 abitanti. Per questo motivo si può affermare che la mortalità in Campania si è ridotta.

La riduzione è ancora maggiore se si tiene conto dell’invecchiamento della popolazione
In ragione delle migliori condizioni di vita e dell’efficacia delle cure, l’aspettativa di vita è aumentata e, in Campania come in Italia, la popolazione è invecchiata: abbiamo molti più persone anziane di prima e conviene ricordare che la mortalità aumenta esponenzialmente con l’età. Se si tiene conto dell’età, la riduzione di mortalità in Campania e in Italia è stata grande: più del 40%. Per questo motivo si può affermare che la mortalità in Campania si è di molto ridotta.

Tenendo conto dell’età, il rischio di morte in Campania è stato maggiore rispetto all’Italia
Il tasso di mortalità in Campania è minore rispetto all’Italia (8,2 contro 9,7 per mille abitanti), ma si tratta di una differenza ingannevole: la popolazione campana è più giovane rispetto all’Italia nel complesso e quindi ha una mortalità più bassa. Confrontando la mortalità in Campania con l’Italia, a parità di età, notiamo che negli anni ’80 c’erano circa 78 decessi in più rispetto a quanti ne avremmo avuto, se la mortalità – nelle diverse età - fosse stata uguale a quella dell’Italia; nel 2002 abbiamo avuto 55 decessi in più ogni 100.000 abitanti. Effettivamente, c’è un eccesso di mortalità in Campania, rispetto all’Italia.

L’eccesso di mortalità in Campania si verifica nelle province di Napoli e Caserta
Dobbiamo osservare attentamente queste due importanti tabelle prodotte dall’Osservatorio Epidemiologico.

Se si guarda la terza colonna, si nota che il tasso di mortalità è più elevato nelle province di Benevento, Avellino e Salerno, ma questi dati ingannano. Infatti, se si tiene conto dell’età (ultime cinque colonne) le cose cambiano: fin dagli anni ‘80 la mortalità nelle province di Napoli e Caserta è più alta rispetto al resto della Regione. Nel periodo 1998-2001, nella provincia di Caserta ci sono stati 78 decessi in più rispetto alla Campania, nella provincia di Napoli 118 morti in più, ogni anno. Nelle altre province invece la mortalità, aggiustata per età, è tra le più basse d’Italia.



L’eccesso di mortalità di Napoli e Caserta, tra gli Uomini e tra le Donne, è dovuto a malattie ben conosciute che non hanno niente a che fare con i rifiuti

La figura rappresenta a quali cause è legato l’eccesso di mortalità che è maggiore tra gli uomini della provincia di Napoli.
Nel Casertano, le malattie cardiovascolari (malattie coronariche e ictus cerebrale) spiegano una buona parte dell’eccesso di mortalità; nel Napoletano, assieme alle malattie cardiovascolari, i tumori sono altrettanto importanti, ma anche le malattie respiratorie, quelle del digerente e le metaboliche, come il diabete eccedono rispetto all’atteso.

Cause dell’eccesso di mortalità in Napoli e Caserta rispetto alla Campania


I tumori che fanno la differenza sono essenzialmente due: quelli del polmone e quelli del fegato. La spiegazione per il tumore del polmone è respirare aria satura di sostanze cancerogene che avviene col fumo attivo, col fumo passivo e con l’inquinamento da traffico. Questi stessi fattori danno conto anche dell’eccesso di cause respiratorie. La spiegazione del secondo è la frequenza di epatiti virali di tipo B e C che c’è stata, e che in parte perdura nella provincia di Napoli. Queste stesse infezioni spiegano l’eccesso di morti per malattie del digerente, costituite soprattutto dalla cirrosi epatica.

Perché il nostro timore aumenta e si crea addirittura il panico per l’aumento della mortalità. Esistono valide spiegazioni.
La popolazione italiana è invecchiata nel giro di pochi decenni: nell’arco di 30 – 40anni la percentuale di persone con più di 65 anni è quasi raddoppiata. Ciò ha comportato un aumento del numero di malati, si badi bene non del rischio, ma del numero! La prognosi di molti tumori, come di altre malattie gravi, è migliorata per cui oggi un italiano su tre è affetto da una malattia cronica ed uno su 10 da cancro, che non è più una condanna a morte.
Se ho un amico che è affetto da un tumore del colon retto, comincerò a parlarne in giro e scoprirò che tanti sono affetti dallo stesso male. E’ un effetto psicologico che ciascuno di noi può sperimentare: provate a comprare un’auto di una marca un po’ inconsueta! Comincerete a notare quante auto della stessa marca sono in giro.
D’altro canto, gli stessi medici di famiglia possono avere questa sensazione: hanno cominciato da 20 anni e i loro assistiti sono cresciuti con loro: erano giovani e sani, ma sono invecchiati insieme al loro medico e cominciano ad ammalarsi di malattie croniche. Il medico diagnostica più casi rispetto al passato e cerca di darsi una spiegazione. D’altro canto ciò che appare inaccettabile è la malattia grave in un giovane, i familiari non riescono a rassegnarsi e si sforzano di trovare cure, anche quando non ce ne sono più e una spiegazione, anche se le cause sono sconosciute.
Tutte queste angosce possono esercitare pressioni insopportabili sui responsabili delle comunità, siano essi pastori della chiesa o dirigenti politici. Pian piano la spiegazione diventa una convinzione diffusa e, quando molti credono che si muore di più e che ciò è dovuto al cancro e che questo è dovuto ai rifiuti, questa convinzione diventa la verità indiscutibile.
Ma abbiamo visto che in Campania la mortalità è in diminuzione ovunque.
I problemi ambientali sono molto gravi ed è indispensabile risolverli in breve tempo. La presenza di rifiuti per strada provoca degrado, cattivo odore e, alla lunga, aumento di topi, insetti e animali randagi. Le persone possono avvertire uno stato di malessere con mal d testa, nausea, senso di vertigini, insonnia e, alla fine, un senso di impotenza, rabbia e frustrazione.
Tuttavia i rifiuti per strada non provocano cancro, le discariche controllate non provocano cancro, i termovalorizzatori non provocano cancro, la mortalità non è in aumento e non bisogna farsi prendere dal panico.
Il Ministero della salute sostiene il servizio sanitario regionale e le comunità locali per tenere elevato il livello di sorveglianza sulla salute dei cittadini e dire ad essi, come stanno davvero le cose.

Commissario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania
Ministero della Salute
Napoli [2.2.2008]


Questo testo è stato redatto utilizzando dati pubblici:

1. IV Rapporto sulla mortalità nel territorio della ASL Napoli4 (periodo 2008/05) a cura della ASL NA4
2. Rapporto: “La mortalità in Campania negli anni 198272001” a cura dell’Osservatorio Epidemiologico della Regione Campania

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tutto giusto.
In ogni caso come si spiega l'alta incidenza di malattie tumorali (ossia quanti nuovi casi di tumore si verificano ogni anno)?
La Campania ha infatti il più alto livello d'incidenza tumorale d'Italia pur essendo sostanzialmente una regione priva di industrie.....
Questo il commissario di governo non lo spiega.